Che si tratti di décolletées, stiletti, stivali, cuissards l’importante è che i nostri piedi si poggino su tacchi alti, anzi altissimi. Per cui spalle dritte (sinonimo di una certa sicurezza di sé), incedere maestoso (per farsi strada nella confusione metropolitana), autostima a gogò (non si passa inosservate) e una gran voglia di svettare (viste le altezze): questi i requisiti fondamentali per osare con tacchi che arrivano ai 12-14 cm (e sempre più improntanti ai 18-20). Altezze vertiginose spesso ammortizzate da comodi e chiccosissimi plateaux di 3-4 cm che riducono così il tacco effettivo ad un semplice e irrisorio 7-8, se così si può definire. Di cosa lamentarsi quindi? Basta solo e soltanto aver la voglia di osare et voilà! il gioco è fatto.
Il portamento e la camminata assumono una femminilità del tutto unica nonché un ruolo da protagonisti indiscussi. Quindi meglio andare con i piedi di piombo (giusto per stare in tema) e osare solo se siamo realmente all’altezza della situazione, evitando di dare libero show con vibranti camminate tanto improbabili quanto insicure.
Il parere dei podologi? Critico per i tacchi eccessivi che fanno assumere ai piedi una posizione ruotata verso l’interno con conseguenti danni alle ginocchia, spostano il baricentro del corpo sulla parte anteriore della pianta, facendo così inarcare la zona lombare della colonna vertebrale, ma concordi sui benefici dovuti all’alternanza tra altezze diverse, invitando quindi a passare dai cari stilettos alle ballerine over flat e viceversa. Per un mix tra uno street style newyorkese ad alto tasso glam e un’allure dal gusto molto bcbg dal sapore vagamente Rive Gauche.
E quindi organizziamo mise e look nell’arco della settimana: lunedì via libera a mocassini bon ton, martedì agli irrinunciabili stiletto, mercoledì passiamo ad una chic quanto snob stringata con lavorazione a coda di rondine (magari in pelle bicolore nel più perfetto stile collegiale), giovedì fascianti cuissards con platform e così via.
Come sempre, da Aristotele in poi, anche in questo caso la verità sta nel mezzo: in altre parole solo tacchi piuttosto che ballerine non sono il massimo per tarso e metatarso, bensì variare sui generi - e quindi sulle altezze – diviene la strategia vincente, sia dal punto di vista salutare che estetico. Da vera fashionable elegante e accorta.
Si sa però che nessuno nasce con i tacchi al piede. Per portarli con la giusta grazia ecco qualche utile consiglio da non scordare:
- spalle e schiena dritte (perla di saggezza tanto cara alla mamma!!)
- mentre si cammina incrociare leggermente i piedi…dà più stabilità!
- proporzionare i tacchi alla propria altezza. Per le più piccole vietato superare i
10 cm altrimenti si rischia di essere più tacco che gamba!! - rapportare il tacco al proprio peso. È facile immaginare che un sottile stiletto non possa reggere chili in eccesso. Max 7-
8 cm per chi non ha un peso forma ideale; - vietato emulare le sorelle di Cenerentola. Molte donne, spinte forse dall’ideale estetico diffuso nell’Estremo Oriente e datato qualche secolo or sono che voleva associare al piede piccolo un ideale di erotismo e femminilità, acquistano calzature più piccole del loro numero effettivo. Errore gravissimo! Pena l’insorgere di unghie incarnite, alluce valgo e fastidiosissimi dolori. Se acquistare un abito di una taglia in meno non rappresenta un problema bensì sprona a mettersi a dieta per perdere i chili in eccesso che impediscono di indossare l’oggetto del desiderio, comprare scarpe piccole è tassativamente vietato…se non vanno bene oggi non lo andranno nemmeno domani.
Ma dictat assoluto e sopra ogni cosa osare, osare, osare! Questo più di ogni altro è il tacito imperativo da rispettare.
Tacchi a oltranza, dalle forme più classiche – emblematiche le Roger Vivier - a quelle più artistiche come il tacco giraffa di Louis Vuitton, lo scultoreo di Paciotti e il fantasmagorico di Alexander McQueen, tripudio di altezze infinite, degne del più accurato studio ingegneristico. E poi ancora il vertebrato tacco e lo stivale-pattino chez Dsquared e il lipstick mood per Alberto Guardiani che al momento dell’acquisto fornisce un cofanetto con 5 diversi colori di rossetto da intercambiare, in modo da avere una calzatura con un trucco sempre diverso. Senza limiti e per tutti i gusti, sagomati, vorticosi o lineari che siano, i tacchi sono la chiave d’accesso per l’infinito.
Les chaussures protagoniste quindi della scena di ogni collezione: loro il fulcro attorno al quale tutto il guardaroba femminile ruota, come dimostrano gli andamenti economico-finanziari che non di rado attestano un incremento degli acquisti di calzature su quelli di abbigliamento e borse anche da parte di chi può permettersi un solo capo griffato a stagione.
Una lieta notizia per l’industria calzaturiera italiana che vanta nomi d’eccellenza: Salvatore Ferragamo (intramontabile il suo nastro in gros-grain, dettaglio inconfondibile si stile), Sergio Rossi e Gianvito Rossi (una passione tramandata di padre in figlio…), René Caovilla con le sue scarpe gioiello-scultura e ora con la figlia Giorgia e la sua griffe O’Jour, Giuseppe Zanotti tanto amato dalle star di Hollywood e adesso designer della shoes collection by Madeleine Vionnet, e poi ancora Casadei (che con il marito Giuseppe Zanotti condivide estro ed eleganza), Cesare Paciotti, Les Tropeziennes.
Professionisti della calzatura che con dei piccoli capolavori, sintesi perfetta di creatività ed ingegno, ci fanno sentire delle regine, passo dopo passo nel lento o rapido incedere delle nostre giornate.
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