Al V&A Museum di Londra rivive un
grande protagonista della moda, le cui immagini hanno cristallizzato nel tempo
stili, tendenze, dive e divine. Immagini che sono divenute specchio di un modo
di vivere, di un mondo, di una sensazione. Un nome che vale molto più di ogni
parola: Horst P.
Horst. Una personalità dal talento unico tanto da renderlo nei suoi
60 anni di carriera uno dei fotografi maggiormente incisivi del ‘900, in grado
di immortalare lo stile opulento e teatrale degli anni '30 nonché l'eleganza
più austera del dopoguerra.
Fino al 4 gennaio l’esposizione "Horst:
Photographer of Style" raccoglie una selezione imponente di 250
fotografie (molte delle quali donate al V&A Museum dal collezionista Gert
Elfering), che delineano ogni tappa del percorso professionale e creativo del
fotografo. Non solo la fotografia di moda, ambito principe del lavoro di Horst,
ma anche gli sconfinamenti nell'arte, nel design, nel teatro, per un'indagine a
tuttotondo sull'artista e sull'uomo.
Un viaggio per immagini nel talento
visionario e creativo di Horst, che inizia con i primi passi da fotografo, dopo
il trasferimento a Parigi, nella rivista Vogue (di cui poi realizzerà oltre 90
copertine). Le collaborazioni con Lanvin, Molyneux e Vionnet, l'influenza del
surrealismo di Salvador Dali, la conquista di New York e l'amore platonico per
Coco Chanel (Horst, omosessuale, un flirt anche con Luchino Visconti, la definì
''la regina di tutte le cose''); e, poi, via con i ritratti nei quali immortalò
alcune tra le più belle donne del mondo – da Rita Hayworth a Bette Davis, da
Vivien Leigh a Ginger Rogers, passando per Marlene Dietrich e Joan Crawford -,
fino alle sperimentazioni sull'uso del colore e gli studi sulle forme naturali
(fiori, minerali, conchiglie e ali di farfalla) da applicare come modelli per
tessuti, tappeti e oggettistica. Elementi e ispirazioni differenti che hanno
segnato in maniera indelebile l’ascesa di Horst, rendendolo un'icona indiscussa
di stile, eclettismo, anticonvenzionalità.
La mostra è anche un’occasione per accendere
i riflettori su alcuni aspetti poco conosciuti della sua vita e del suo lavoro,
come i viaggi tra il 1940 e il 1950 in Israele, Iran, Siria, Italia e Marocco,
dai quali tornò con fotografie che denotavano la sua bramosia di conoscere
altre culture, tra suggestioni, paesaggi e architetture diversi.
E se di segreti si tratta, via libera
anche a quelli che afferiscono alle note creative: esposti anche provini e
schizzi, in modo da scoprire ciò che si nasconde dietro a uno dei lavori di
Horst più celebri, la foto al corsetto Mainbocher, apparsa su Vogue nel 1939 (a
cui il regista David Fincher si è poi ispirato negli anni '90 per le riprese
del videoclip di Madonna ''Vogue''), o l'influenza che la scultura classica
ebbe sui nudi maschili che il fotografo scattò negli anni '50.
A chiusura della retrospettiva, gli ultimi
lavori di Horst, dalle case fotografate per la rivista House and Garden alle
collaborazioni con musei, mostre e documentari.
Horst: Photographer of Style
V&A
Museum, Londra
Fino
al 6 gennaio 2015
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