Per
vedere Steve
McCurry in Italia bisogna correre fino al 2009 e, in particolare,
alla prima rassegna italiana
dedicatagli, allestita a Milano a Palazzo della Ragione: un’occasione con la
quale il grande pubblico ha avuto la possibilità di scoprire la sua
straordinaria produzione fotografica, andando ben oltre quella vera e propria
icona che era già la ragazza afghana dagli occhi verdi, apparsa qualche anno
prima sulla copertina di National Geographic. A quel primo appuntamento
espositivo ne sono seguiti altri, in varie città italiane, che hanno ogni volta
ampliato la conoscenza del suo vasto repertorio, messo in scena nei più diversi
contesti con suggestivi allestimenti.
A cinque anni di distanza sono più di
500.000 i visitatori di quelle mostre; ma nel frattempo Steve McCurry ha
vissuto una stagione particolarmente produttiva della sua ormai più che
trentennale carriera di fotoreporter, con incarichi prestigiosi come il
calendario Pirelli 2013 e il progetto The last roll realizzato con
l’ultimo rullino prodotto da Kodak, ma soprattutto con lavori molto impegnativi
che ha realizzato viaggiando nei luoghi del mondo che predilige, dall’India
alla Birmania, dall’Afghanistan alla Cambogia, ma anche in Giappone, in Italia,
in Brasile, in Africa, e continuando una ricerca iniziata negli anni 70 con il
portfolio realizzato in India e poi con il primo importante reportage in
Afghanistan.
Per questo, dopo aver accompagnato
McCurry in un progetto espositivo di così lungo respiro, Civita e SudEst57
hanno deciso di realizzare una nuova mostra, per presentare il suo lavoro in una nuova prospettiva, che, a partire
dai suoi inimitabili ritratti, si spinge “oltre lo sguardo”, alla ricerca
di una dimensione quasi metafisica dello spazio e dell’umanità che lo attraversa
o lo sospende con la sua assenza. Oltre le porte e le finestre, oltre le
cortine e le sbarre, oltre il dolore e la paura. Tra linee di fuga e riflessi
che si confondono con le architetture della Villa Reale in un suggestivo gioco
di rimandi. La mostra si sviluppa a
partire dai lavori più recenti di Steve McCurry e da una serie di scatti che
sono legati a questa sorprendente ricerca, anche se non mancano alcune delle
sue immagini più conosciute, a partire dal ritratto di Sharbat Gula, che è
diventata una delle icone assolute della fotografia mondiale.
Oltre a presentare un’inedita selezione
della produzione fotografica di Steve McCurry (circa 150 immagini di grande
formato), la rassegna racconta
l’avventura della sua vita e della sua professione, anche grazie ad una ricca
documentazione e ad una serie di video costruiti intorno alle sue “massime”.
Per seguire il fil rouge delle sue
passioni, per conoscere la sua tecnica ma anche la sua voglia di condividere la
prossimità con la sofferenza e talvolta con la guerra, con la gioia e con la
sorpresa. Per capire il suo modo di conquistare la fiducia delle persone che
fotografa: “Ho imparato a essere
paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica
e la loro anima comincia a librarsi verso di te”. Il percorso di visita si apre nel monumentale corridoio degli
Appartamenti privati con una sorprendente galleria di ritratti e si sviluppa
nelle sale del Secondo piano nobile, ciascuna delle quali è allestita intorno
ad un tema iconografico, con un richiamo alla scenografia teatrale e
all’istallazione di arte contemporanea.
All’interno
della mostra anche gli scatti del Calendario Lavazza 2015, progetto realizzato grazie alla
collaborazione con Slow Food (www.Calendar2015.lavazza.com),
e i ritratti degli Earth Defenders, protagonisti di storie di quotidiano
eroismo: donne e uomini che ogni giorno con coraggio, orgoglio e dedizione
difendono i propri progetti in Africa.
E se di una nuova mostra si tratta,
anche l’allestimento non può essere da meno con tanto di firma autoriale quale
è quella di Peter Bottazzi, che accompagna il visitatore nel mondo di McCurry e
stabilisce un dialogo con gli ambienti monumentali della Villa Reale appena
restaurata e la decorazione neoclassica che li caratterizza.
Ed è così che in ogni scatto di Steve
McCurry è racchiuso un complesso universo di esperienze ed emozioni. Per questo
l’artista non è solo uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro
tempo, ma è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico, soprattutto di
giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro
tempo e, in un certo senso, "si riconoscono".
Steve McCurry Oltre lo Sguardo
Villa
Reale di Monza, Secondo Piano Nobile
Dal
30 ottobre 2014 al 6 aprile 2015
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