Per Louis Vuitton il viaggio è il tema cardine delle
sue collezioni, attorno alle quali sviluppa tendenze in grado di personificare
uno stile raffinato e sofisticato, elegante quel tanto che basta per rendere
sobria anche la mise più informale e confortevole. Non venendo meno a questa
tradizione, anche con riferimento all’uomo che verrà per l’autunno/inverno
2013-2014 e presentato a Parigi nel corso della recentissima fashion week, la Maison ripercorre quest’universo
d’ispirazioni avventurandosi per Mitiche Montagne: si tratta delle magiche
vette dell’Himalaya e delle terre incontaminate del regno del Bhutan.
Come spiega Kim Jones - Direttore Studio e Stile Uomo sotto l’egida artistica
di Marc Jacobs - “Lo sviluppo di una nuova collezione
parte sempre da un viaggio reale; ogni idea mostra cosa porti e cosa
riporti indietro con te da quell’esperienza, sia a livello fisico che mentale,”
e prosegue “…per la nostra ricerca, per questa stagione abbiamo attraversato l’Himalaya, fermandoci nelle montagne del Bhutan
che ancora conservano un alone di mistero; è come se fossi in un luogo di
fantasia, ma è reale. Il Bhutan non è stato rovinato dal turismo di massa, devi
essere invitato per poterci entrare, ed è davvero esotico, un salto indietro
nel tempo. E’ l’unico luogo al mondo dove si possono incrociare leopardi delle
nevi e tigri siberiane ed è per questo che il leopardo è diventato un motivo
ricorrente nella collezione”.
Un’ispirazione
cara quella del leopardo, che fa la sua comparsa in grande stile sin dalle prime
uscite della sfilata, in un motivo jacquard realizzato in visone e cashmere,
fino a diventare uno dei leitmotiv attorno ai quali si sviluppa l’intera
collezione: cappotti
oversize doppiopetto dal taglio tradizionale, blouson sportivi e soprabiti in
visone laser-cut. Un leopardo delle nevi che si presenta in bella foggia anche
sulle cravatte, complice la cifra stilistica dei Chapman Brothers, duo di artisti inglesi, e su un maglione
intarsiato.
L’intera
collezione è un sublime sodalizio di passato e presente, tradizione e
innovazione, dove le moderne tecniche dello sportswear da montagna vanno a
braccetto con i canoni dell’eleganza più sobria. Le
silhouette sono a strati, mixando nuova sartoria a lussuosi capi sportivi. I
capispalla sono ampi, per enfatizzarne il significato eroico e maschile.
Pelle
e pelliccia sono i veri protagonisti dell’outwear: astrakan, montone, volpe, visone,
manto di agnello e castoro appaiono, anche all’interno, su blouson, parka e
cappotti, in una palette di colori tenui come grigio pallido, crema e carne.
Per le giacche è stata scelta la pelle di renna, realizzata in navy, per la sua
morbidezza, elasticità e durevolezza. Un cappotto, con tasche tagliate al
laser, come unico pezzo in pelle di vitello.
La
figura del gentleman e delle mitiche spedizioni di arrampicata è paragonata alla
tradizione e alla simbologia Bhutanese e, al tempo stesso, contrastata: il motivo check e le righe dei costumi
nazionali del Regno, hanno ispirato i pattern mix and match e gli abiti della
collezione, realizzati con tessuti dei migliori lanifici inglesi. Coperte
tradizionali, in cashmere Bhutanese, sono state trasformate in poncho. Feltri
tipici sono arricchiti da pelliccia di yak, morbide giacche strutturate e
cappotti presentano bottoni di pietra himalayana.
Come
anticipato poc’anzi, la collezione vede anche la collaborazione dei due artisti
inglesi Jake e Dinos Chapman, ai quali è stata affidata la creazione dei
pattern e dei motivi ricorrenti della sfilata. “Ho incontrato Jake Chapman e abbiamo parlato dell’idea di un “Giardino Infernale’”, spiega Kim
Jones. “Diana Vreeland utilizzava spesso questa espressione per descrivere
il suo appartamento, ed è un universo che ci ha affascinato, popolato dagli
animali inusuali e mitici che si possono incontrare nelle montagne
dell’Himalaya.”
Le grafiche commissionate ai Chapman
Brothers appaiono su stampe e jacquard realizzati in seta e cashmere, in rosso
e navy. Creature antropomorfiche e animali fantastici sono anche riportati su
accessori e charms, presenti in tutta la collezione come talismani, riprendendo
l’idea buddhista delle “divinità iraconde” e creando un ponte tra un mondo
reale e super-naturale. Un percorso narrativo che percorre l’intera collezione,
costruendo un viaggio all’interno di questo “Giardino Infernale” fantastico. I
capi conclusivi della sfilata presentano forme e materiali tradizionali di alta
sartoria, dove tessuti particolarmente maschili sono contrapposti all’opulenza
delle stampe dei Chapman.
Una
più tradizionale lavorazione della pelle, come la pelle taurillon a grana
larga, presente per la prima volta in collezione, caratterizza la borse. La Lock-it, storico modello della
Maison, debutta anche nell’universo maschile di Louis Vuitton, realizzata in
modelli oversize e accompagnata da shopping bag ingrandite. Zaini e backpack
fanno la loro comparsa in un esclusivo modello a forma di baule in pelle. La
tradizionale V, uno dei primi loghi della Maison, appare frequentemente sulle
borse realizzate in montone rasato.
Le
calzature si caratterizzano per suole particolare e inserti di metallo. Stivali e derby sono proposti in pelle
e contrastano con altri modelli realizzati in una più decadente pelle di
coccodrillo, con una palette di colori che parte dal navy, virando verso un
verde scuro e marroni terra. Per la sera, pantofole in visone rasato donano un
tocco di lusso eccentrico che si combina perfettamente con i capi raffiguranti
l’ormai celeberrimo “Giardino Infernale”.
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