Chic se abbinato
a un pantalone skinny a esaltare il punto vita, glamour se indossato la sera
sopra un long dress, informale con un denim dal taglio slim al punto giusto per
esaltare la silhouette femminile in un equilibrato gioco di simmetrie.
Qualunque sia la sua definizione stilistica, lo spencer
si rivela un elemento da tenere con cura nel proprio guardaroba,
rispolverandolo di volta in volta per donargli un’anima sempre nuova con la
quale reinterpretare i look più diversi.
Come ogni capo
che si rispetti, anche lui è stato protagonista di cicliche tornate
nell’universo modaiolo, restando in voga per diverse stagioni e offuscandosi in
altre. Ma proprio in virtù del suo carattere evergreen, questi andamenti arzigogolati nel panorama dello
stile non l’hanno provato minimamente, anzi, ne hanno rafforzato l’intramontabilità:
a ogni chiamata si è presentato con incurante nonchalance, fiero della sua essenziale
eleganza, in grado di sposare ogni occasione e ogni mise. Una versatilità
non scontata, garantita soltanto da quei capi che hanno il privilegio di finire
annoverati nell’Olimpo degli immortali, pronti a dominare la scena dello
stile negli anni. O meglio nei secoli, visto che lo spencer vanta nobili
origini risalenti all’Ottocento, per la precisione nel 1815 quando fece la sua
prima apparizione nelle mises di dame e gran dame. Anche se, in realtà,
pignoleria a parte, il suo effettivo debutto avvenne qualche decennio prima
– alla fine del ‘700 – per mano di Lord Spencer, che era solito indossare
questo particolare modello di giacca – corto alla vita e dalle maniche lunghe -
e di cui prese il nome per diretta discendenza. Traghettata nel mondo
femminile, era solitamente di velluto, per l’inverno, e di stoffe
leggere, per le calde temperature estive. Con il tempo è stata arricchita
e impreziosita da vari abbellimenti, in perfetto stile noblesse, e alle volte, addirittura, decorata con fogge militari
o grossi alamari a suggellarne l’allure, tanto da rivendicare a pieno diritto
l’appellativo di spencer all’ussara o all’ungherese. Dall’Ottocento ai
giorni nostri il tempo è stato breve, visto che anche ora, quando lo s’indossa,
magicamente evoca un fascino d’antan, riportando, in un attimo, a epoche e
stili passati, figli di una storia e di una cultura passate e ora protagoniste
della scena metropolitana.
Come per ogni capo, vale sempre la
medesima regola basilare: indossarlo con disinvoltura. Se non lo si
sente in sintonia con la propria personalità, meglio evitarlo e optare, ad
esempio, per un altro classico dell’universo jacket quale il blazer. Una
nonchalance accompagnata da un pizzico d’ironia e voglia d’osare: infatti,
essendo corto alla vita, quest’ultima deve essere bene in vista. Lo
spencer, d’altra parte, proprio in considerazione della sua lunghezza midi, diviene strumento esaltatore
per antonomasia del punto vita, dove la silhouette converge nelle sue due
estremità – superiore e inferiore – sprigionando tutta la sua sensualità. Via
libera, quindi, a interpretazioni e rivisitazioni di look, ispirazioni e tendenze,
per rievocare uno stile d’impronta militare o impreziosire un jeans, così come
sdrammatizzare un long dress da soirée o rendere glamour un paio di fit pants.
A ciascuna il suo gusto e la sua versione, nella libera esaltazione della
femminilità che – come insegna la cultura figurativa dei popoli - proprio nel
punto vita vede il suo simbolo evocatore per eccellenza.
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