mercoledì 27 luglio 2016

ABOUT_L'arte del nodo




Il nodo, punto focale della cravatta, è frutto di una creazione personale, di un gesto quotidiano che, seppur compiuto attenendosi ad un preciso schema, origina ogni volta una cravatta unica ma identica a se stessa nella sua essenza di accessorio per antonomasia dell’abbigliamento maschile. 
Attraverso il modo di annodare la cravatta l'uomo manifesta, seppur involontariamente, la sua personalità. Ma non solo…ogni nodo, infatti, ha il proprio nome e la propria storia. Durante il secolo scorso, diviene talmente importante da stampare piccoli trattati nei quali si disserta dei vari modi di annodare la cravatta. La storia narra che il gesto di annodare personalmente la cravatta è sempre stato tenuto in gran considerazione fin dagli albori dell’approdo della cravatta nelle abitudini vestimentarie di un gentleman che si rispetti. Luigi XIV, per esempio, amava annodare di persona la propria cravatta, scegliendola tra quelle che ogni mattina il cravatier gli porgeva su un vassoio. 
Anche Lord Brummel, il gentiluomo inglese al quale va attribuito il nuovo modo di concepire l'eleganza maschile, ogni mattina si dedicava con estrema perizia ad annodare personalmente la cravatta e se il nodo non gli riusciva alla perfezione al primo tentativo, era solito buttar via la cravatta utilizzata e prenderne un'altra, fino a quando il nodo non gli sembrava fatto a regola d’arte.
Il nodo più diffuso oggigiorno è comparso nella seconda metà dell'800 ed ha cominciato ad aver successo quando il colletto rigido è stato sostituito da quello morbido. 
Probabilmente, è stato utilizzato dapprima negli ambienti sportivi, quasi sicuramente a Londra dai frequentatori del "four in hand club" che si divertivano a lanciare nuove mode. Forse proprio lì è nata l'idea di annodare le cravatte come le briglie del tiro a quattro, da cui il nome di nodo "four in hand" (tiro a quattro). 
In Francia, questo stesso tipo di nodo, ha preso il nome di régate, poiché era usato soprattutto da coloro che partecipavano alle gare veliche. Un appellativo appropriato dal momento che, altro non è, se non una variante di un nodo molto comune in mare, il parlato, usato spesso per gli ormeggi provvisori. 
L'origine sportiva del nodo, inoltre, sarebbe più che verosimile dato che nel secolo scorso, anche quando si praticava sport, bisognava indossare la cravatta: pertanto, soprattutto in questo ambiente, si era alla ricerca di nuovi modi di annodare, secondo soluzioni il più possibile pratiche e durature.
Con il passare degli anni e delle mode, i nodi si sono moltiplicati, diventando, alle volte, vere e proprie pratiche di disinvoltura manuale, da realizzarsi con un’abile maestria dei gesti. In particolare, 
ogni nodo è frutto di una piccola invenzione compiuta da personaggi più o meno famosi, in una tale varietà di nodi esistenti. Dire quale sia migliore di un altro è un’ardua decisione, piuttosto si può affermare con certezza che ve ne sono alcuni che hanno più personalità di altri.

Nodo americano
"L'Americano" è un nodo consistente, adatto alle cravatte larghe ed imbottite. Gli americani avevano accolto con favore l'avvento della cravatta larga ed il primo personaggio celebre che l'aveva adottata è stato Nixon, imitato poi da Ford e da Carter. Mentre negli Stati Uniti "l'Americano" viene eseguito quasi esclusivamente su cravatte larghe, in Europa lo si adopera con cravatte di ogni tipo. Risalta maggiormente se si portano camicie “button down”, cioè dal colletto fermato da due bottoncini.

Nodo bluff
Il "Bluff" è forse il più comune degli Ascot montati. È di dimensioni maggiori rispetto all'Ascot regolare e sarebbe quindi più complicato da preparare a mano. Apparentemente manca il nodo che in realtà è nascosto dalle gambe mantenute lievemente sollevate da una cucitura ed incrociate.
La cravatta montata è una cravatta artificiale, posticcia, un puro espediente che da una vita ad una cravatta già annodata, il cui nodo è cucito.

Nodo classico
Le varianti dei nodi di papillon sono di competenza di pochi specialisti. Ad un occhio esperto fiocchi e nastri non sembrano cambiare di molto. Ciò che cambia è la natura stessa del papillon che viene annodato ogni volta in modo diverso: questo crea sottili differenze, quasi impercettibili.
Il "Classico" è un nodo particolarmente composto, adatto ai papillon già pronti da indossare, dato che una volta preparato è piuttosto difficile da sciogliere. Per questo viene utilizzato dai cravattai soprattutto per i papillon da vendere già annodati.

Nodo diagonale
Questo nodo è caratterizzato da un taglio diagonale che crea una linea di sbieco sul nodo. Può essere preparato quasi esclusivamente con cravatta di cashmere. Nel "Diagonale" il nodo si scopre e lascia in vista la piega. Essa crea un gioco di chiaro-scuro al centro del nodo stesso. Per valorizzare questo nodo è preferibile usare una cravatta chiara, in tinta unita a piccoli disegni.

Nodo inglese
"L'inglese" è il nodo classico per eccellenza. Fino agli anni Sessanta era questo il nodo portato dalla maggior parte della popolazione inglese. Usato inizialmente dalla classe dominante, è stato in un secondo momento imitato dal resto della popolazione. Lo stesso Edoardo VIII, prima di passare al "Windsor", portava solitamente questo tipo di nodo.
Per realizzarlo occorre una cravatta che non superi i 6/7 cm di larghezza ed il nodo non deve essere più alto di 3 cm. È un nodo neutro ed equilibrato: né troppo largo, né troppo stretto

Nodo puff
È questo un Ascot montato che ha però una forma molto simile ad una cravatta annodata. Esso è un normale Ascot che viene cucito al nodo.
Le gambe sono lievemente bombate all'uscita dal nodo. Talvolta per la bombatura si ricorre anche all'uso di un'imbottitura. Generalmente il Puff Ascott si completa con l'applicazione di una spilla.

Nodo scappino
"L'Half Windsor" è un nodo molto simile al "Windsor" ma si differenzia da esso per il fatto che nella preparazione è previsto un passaggio in meno. Ciò lo rende meno conico del Windsor.
È un nodo non troppo grande che può essere adoperato sia per dare più corposità al nodo di una cravatta troppo stretta, sia per appiattire il nodo di una cravatta particolarmente larga. Non è adatto alle cravatte di maglia.

Nodo semplicissimo
Come dice il nome stesso è un nodo ancora più semplice da preparare di quello normale. Risulta più piatto e sottile e rispetto alla sequenza normale risparmia un passaggio.
Per ottenere l'effetto del "Semplicissimo" il segreto sta nell'imprimere alla parte larga una torsione di 180° nella prima fase. Questo nodo ha un'ottima tenuta e benché sia molto semplice da preparare si scioglie con maggiore difficoltà rispetto al normale.

Nodo windsor

Di gran moda negli anni trenta, prende il nome dai duchi di Windsor in modo particolare da Edoardo VIII. Si tratta di un nodo simmetrico a struttura conica, adatto ai colli molto aperti, come quelli delle camicie italiane.

Nessun commento:

Posta un commento