Mecca dello shopping made in Milano e di
desiderata lussuosi o comunque denotanti il gusto e lo stile italiani, la Rinascente vanta una storia di tutto rispetto che
affonda le radici nel lontano 7 dicembre 1918, quando all’ombra del Duomo,
grazie all’intraprendenza del senatore Borletti, apre i battenti, in segno
– tra le altre cose – di fiducia verso nel sorti di un Paese appena uscito
dalla grande guerra, vittorioso nella morale ma economicamente a pezzi. Recuperando gli spazi dei locali ormai
decadenti dell’emporio Aux Villes d’Italie, voluto da Ferdinando Bocconi nel
1865, deve il suo nome, subliminale invito a una “rinascita” della vitalità
economica italiana, a Gabriele d’Annunzio di
cui Borletti è mecenate. Una rinascita che però pare essere stoppata da una
malasorte fatale: diciotto giorni dopo l’inaugurazione, infatti, il magazzino
va a fuoco. Un incidente che non ferma in alcun modo la frenesia e il desiderio
di rimettere in piedi i fasti del Belpaese, tanto che in pochissimo tempo riprende la sua piena attività, all’insegna dello
slogan “portare la moda a tutti”,
complice l’innovativa realizzazione di un catalogo mensile da inviare per posta
e in cui rappresentare le tendenze di stile dettate dal momento. Proprio
così, in quegli anni La Rinascente forse
più di ogni altro attore rappresenta un fattore di modernità e
democratizzazione, volto a rendere fruibili a chiunque aspetti fino ad
allora appannaggio delle classi più abbienti. Un approccio rivoluzionario per
l’epoca che pone a mettere sullo stesso piano i diversi ceti sociali, nel
rispetto di un principio di uguaglianza che mina la ferree discriminazioni,
eredità di una società fortemente ancorata a una clusterizzazione praticata
sulla base di criteri d’appartenenza. In un documentario realizzato dalla Rai
Tv sugli anni ’30, nel quale La Rinascente viene presa come azienda simbolo,
Gaetano Afeltra – grande firma del Corriere della Sera – racconta che ad
Amalfi, il suo paese natale, la gente
aspetta con ansia il catalogo mensile del magazzino milanese e lo sfoglia come
se svelasse il favoloso mondo della moda. Anche nel Nord, fino agli anni ’50-’60, quando le boutique sono ancora
rare e troppo esclusive e le catene dei grandi magazzini d’abbigliamento
presentano prodotti medio-bassi, è numeroso il pubblico femminile che
stagionalmente e nel periodo natalizio approda a Milano per recarsi alla
Rinascente a vedere la moda: gli abiti e gli accessori esposti già da
allora possiedono quel tocco in più che fa la differenza. Ricostruita dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, continua nel
‘900 a fare la moda, divulgandone stili e tendenze, nell’ottica di una
democratizzazione sempre più sensibile, che mira a coinvolgere con gusto e
glamour tutti i ceti sociali. Antesignana tra i punti vendita
d’abbigliamento nel presentare il cosiddetto pronto moda, nel 1963 suscita
scalpore con la realizzazione di un elegante corner dedicato alle creazioni di Pierre Cardin: per la prima volta nella storia, la moda firmata da un grande couturier
viene presentata dalla grande distribuzione e a prezzi accessibili. Altro
che le ben più recenti capsule collection
firmate da celebri stilisti e vendute da catene low cost! Sulla scia di Cardin
seguono altri prestigiosi nomi – tra i quali svetta Lanvin - con collezioni dedicate però all’uomo. In
virtù del coordinamento e dell’omogeneità dell’offerta, in modo da poter
incontrare esigenze diverse e vestire completamente i propri clienti,
avvalendosi di un’equipe stilistica strutturata e di designer qualificati (tra
cui Biki Louis de Hidalgo, Alma Filippini, proprietaria dell’omonima griffe,
Adriana Botti e un giovanissimo Giorgio Armani), la Rinascente ha sempre svolto un ruolo determinante per la moda,
presente e puntuale nel momento preciso in cui evolvono e prendono forma le
tendenze, assurgendo all’autenticazione di vero e proprio canone estetico.
Nel tempo ha realizzato grandi
manifestazioni monotematiche, come la mostra mercato sul Messico e Seta + Seta
(invero 1985/1986), riuscitissimo connubio tra moda, cultura, tradizione e
etnie. Ha collaborato inoltre con la
Triennale, sperimentando soluzioni innovative nell’ambito della grafica,
dell’arredamento, dell’oggettistica con il supporto di nomi eccellenti quali
Giò Ponti, Bruno Munari, MAx Huber, Tomàs Maldonado, Robert Sambonet e Albe
Stenier.
In
perfetta simbiosi con i mutamenti storico-sociali, la Rinascente ha sempre mantenuto intatto il suo ruolo di ribalta per
grandi firme della moda pronta, ospitando nei suoi spazi i più emblematici nomi
dello stile italiano e del lusso internazionale, da Valentino a Zegna, da Dolce
& Gabbana a Versace a Ralph Lauren. Nel 2007 è periodo di restyling e dopo mesi di lavoro riapre al
pubblico con un’immagine tutta nuova: un progetto che la porta ad avere una
splendida terazza all’ultimp piano che si affaccia sulle guglie del Duomo.
L’architetto – Lifschutz
Davidson Sandilands si è ispirato ai grandi shopping mall d’Europa,
da Harrods a Galeries Lafayette. La Rinascente è nuova, è “rinata”: è sempre più
luogo di culto in cui poter dilettarsi in uno shopping dedicato che ora contempla
anche le eccellenze food made in Italy. Per un’esperienza d’acquisto emozionale
e a tuttotondo, che mira a coinvolgere ogni aspetto della quotidianità, ponendo
– come sempre – al centro di tutto il cliente. Un’esperienza che dal 2016 si
arricchisce di un ulteriore elemento come il riconoscimento quale miglior
department store nel mondo.
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