mercoledì 1 giugno 2016

ART & CULTURE_City After the City



Fino al 12 settembre la Triennale di Milano è esposizione internazionale. In particolare, ospita la XXI Esposizione Internazionale dal titolo “21st Century. Design After Design”, dislocata in 12 sedi diverse, per un totale di 20 mostre: un modo per conoscere ed esplorare il mondo dell’arte e della cultura e, indirettamente, vivere la città di Milano. Molti gli appuntamenti in programma – dagli eventi ai festival, dalle esposizioni ai convegni - che ambiscono non tanto a dare visioni sul futuro, bensì cercano di decodificare il nuovo millennio, individuandone i cambiamenti che coinvolgono l’idea stessa di progettualità.
In particolare, al centro della riflessione sul futuro dell’urbanistica del XXI secolo, vi è il concetto che la città debba oltrepassare la combinazione di valori e motivazioni che la costituiscono attualmente. Questo il fil rouge che accomuna il gruppo di mostre dl titolo “City After The City”, ospitate nell’area di Expo Milano 2015, che per l’occasione è diventata Experience.
“City After The City” – un vero e proprio necklace of exhibitions – presenta una successione di situazioni rappresentative delle aspirazioni per una città diversa senza cadere nella nostalgia di una mitica città ideale e senza pretendere di raggiungere il luogo del radicamento nelle proprie origini.
“City after the city” indaga i sintomi di una tendenza planetaria all’andare oltre la città convenzionale, sintomi presentati al grande pubblico con metodi espositivi adeguati.
Nei due padiglioni del sito Expo prospicienti la piazza di ingresso al Cardo dalla passerella di Cascina Merlata, è allestito l’ambiente di “City After the City” con le mostre:

Lanscape Urbanism
A cura di
Gaia Piccarolo
Una trama narrativa inedita e una grande videoproiezione, accompagnano il visitatore in un paesaggio fatto di immagini e suoni. Un affresco ibrido fatto di rappresentazioni e prefigurazioni urbane, vedute panoramiche e progetti recenti, immergono il visitatore in un paesaggio visivo e sonoro evocativo di un nuovo orizzonte.

Urban Orchard
A cura di
Maite Garcia Sanchis
“Urban Orchard” mette in mostra l’immagine dei movimenti degli orti urbani a partire da una documentazione eterogenea. L’allestimento prevede 25 tavoli sui quali vengono disposti i materiali come in un archivio aperto. Ogni tavolo racconta un episodio particolare, un fatto artistico o un progetto attraverso riproduzioni, originali e oggetti.

Expanded Housing
A cura di
Matteo Vercelloni
La mostra è formata dalla selezione di una serie di prodotti d’arredo di varia scala e natura, di aziende italiane e internazionali. I pezzi, in bilico tra microarchitettura e pezzi di design, sono stati selezionati per la lorocapacità nel “generare spazio” al di là dalla loro collocazione e alludono a un’idea dell’abitare esterno, nei diversi paesaggi e nella natura che ci circondano.

People in Motion
A cura di
Michele Nastasi
La mostra è suddivisa in tre sezioni. La prima è dedicata alle Mappe di Ali-ghiero Boetti, i celebri planisferi che l’artista faceva tessere e ricamare in Afghanistan e che assumono qui la valenza di un programmatico scambio di culture e identità, in un mondo in cui i confini e le bandiere sono in continuo mutamento. La seconda sezione è dedicata al dramma delle migrazioni e degli esodi che avviene oggi quotidianamente via mare e via terra, rappresentato nella forma di una narrazione visiva realizzata con fotografie di attualità di grande valore iconico. Ad esse sono accostate le immagini di altre sofferenze e lotte, per ribadire la continuità nella storia. La terza presenta le immagini di tre campi profughi in Africa e in Medio Oriente, nei quali è in corso o è già avvenuto il passaggio dal campo alla città.

Street Art
A cura di
Nina Bassoli
La Street art, diffusa nelle metropoli di tutto il mondo, risveglia un’attenzione speciale nei confronti della comunicazione sociale e visiva della strada. Per la sua natura effimera e fenomenologica la Street art è una lente privilegiata attraverso cui osservare le dinamiche vitali della città contemporanea.  Il layout della mostra riconduce ogni immagine all’oggetto di un poster, strumento tipico della comunicazione della strada, per comporre la loro varietà in un collage a più layer che si compone “dal vivo” durante la mostra. I poster, sovrapposti uno sull’altro attraverso un’azione-performance esprimono il continuo movimento della pelle della città, che cambia il proprio volto al contatto con gli interventi e con l’interazione da parte degli abitanti.

A corollario, l’Orto Planetario, un’installazione posta tra i padiglioni che ospitano le mostre. Novemila piante tra  specie di ogni genere, varietà cerealicole particolari, ortaggi ed erbe aromatiche, che saranno sostituite ogni mese e mezzo, in modo da rispettare i loro cicli vitali. Un’idea nata dall’architetto Pierluigi Nicolin e sviluppata dall’architetto paesaggista Maria Teresa D’Agostino. L’orto misura 1130 metri quadrati e si sviluppa su un’area di 3mila metri quadrati totali con, al centro, una vasca di fito-depurazione con tanto di  giardino acquatico. L’ingresso è costituito da un prato con alcuni platani: una sorta di percorso iniziatico alle esposizioni.

City After The City
Fino al 12 settembre 2016

Area Expo, Milano

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