Fino al 12 settembre la Triennale
di Milano è esposizione internazionale. In particolare, ospita la XXI
Esposizione Internazionale dal titolo “21st Century. Design After Design”,
dislocata in 12 sedi diverse, per un totale di 20 mostre: un modo per conoscere
ed esplorare il mondo dell’arte e della cultura e, indirettamente, vivere la
città di Milano. Molti gli appuntamenti in programma – dagli eventi ai
festival, dalle esposizioni ai convegni - che ambiscono non tanto a dare
visioni sul futuro, bensì cercano di decodificare il nuovo millennio,
individuandone i cambiamenti che coinvolgono l’idea stessa di progettualità.
In particolare, al centro della
riflessione sul futuro dell’urbanistica del XXI secolo, vi è il concetto che la
città debba oltrepassare la combinazione di valori e motivazioni che la
costituiscono attualmente. Questo il fil rouge che accomuna il gruppo di mostre
dl titolo “City After The City”,
ospitate nell’area di Expo Milano 2015, che per l’occasione è diventata
Experience.
“City After The City” – un vero e
proprio necklace of exhibitions – presenta una successione di situazioni
rappresentative delle aspirazioni per una città diversa senza cadere nella
nostalgia di una mitica città ideale e senza pretendere di raggiungere il luogo
del radicamento nelle proprie origini.
“City after the city” indaga
i sintomi di una tendenza planetaria all’andare oltre la città
convenzionale, sintomi presentati al grande pubblico con metodi espositivi
adeguati.
Nei due padiglioni del sito Expo
prospicienti la piazza di ingresso al Cardo dalla passerella di Cascina
Merlata, è allestito l’ambiente di “City After the City” con le mostre:
Lanscape
Urbanism
A cura di
Gaia Piccarolo
Una trama narrativa inedita e una
grande videoproiezione, accompagnano il visitatore in un paesaggio fatto di
immagini e suoni. Un affresco ibrido fatto di rappresentazioni e
prefigurazioni urbane, vedute panoramiche e progetti recenti, immergono il
visitatore in un paesaggio visivo e sonoro evocativo di un nuovo orizzonte.
Urban
Orchard
A cura di
Maite Garcia Sanchis
“Urban Orchard” mette in
mostra l’immagine dei movimenti degli orti urbani a partire da una
documentazione eterogenea. L’allestimento prevede 25 tavoli sui quali vengono
disposti i materiali come in un archivio aperto. Ogni tavolo racconta un
episodio particolare, un fatto artistico o un progetto attraverso riproduzioni,
originali e oggetti.
Expanded
Housing
A cura di
Matteo Vercelloni
La mostra è formata dalla
selezione di una serie di prodotti d’arredo di varia scala e natura, di aziende
italiane e internazionali. I pezzi, in bilico tra microarchitettura e pezzi di
design, sono stati selezionati per la lorocapacità nel “generare spazio” al di
là dalla loro collocazione e alludono a un’idea dell’abitare esterno, nei
diversi paesaggi e nella natura che ci circondano.
People
in Motion
A cura di
Michele Nastasi
La mostra è suddivisa in tre
sezioni. La prima è dedicata alle Mappe di Ali-ghiero Boetti, i celebri
planisferi che l’artista faceva tessere e ricamare in Afghanistan e che assumono
qui la valenza di un programmatico scambio di culture e identità, in un mondo
in cui i confini e le bandiere sono in continuo mutamento. La seconda sezione è
dedicata al dramma delle migrazioni e degli esodi che avviene oggi
quotidianamente via mare e via terra, rappresentato nella forma di una
narrazione visiva realizzata con fotografie di attualità di grande valore
iconico. Ad esse sono accostate le immagini di altre sofferenze e lotte, per
ribadire la continuità nella storia. La terza presenta le immagini di tre campi
profughi in Africa e in Medio Oriente, nei quali è in corso o è già avvenuto il
passaggio dal campo alla città.
Street
Art
A cura di
Nina Bassoli
La Street art, diffusa nelle
metropoli di tutto il mondo, risveglia un’attenzione speciale nei confronti
della comunicazione sociale e visiva della strada. Per la sua natura
effimera e fenomenologica la Street art è una lente privilegiata attraverso cui
osservare le dinamiche vitali della città contemporanea. Il layout della
mostra riconduce ogni immagine all’oggetto di un poster, strumento tipico
della comunicazione della strada, per comporre la loro varietà in un collage a
più layer che si compone “dal vivo” durante la mostra. I poster, sovrapposti
uno sull’altro attraverso un’azione-performance esprimono il continuo movimento
della pelle della città, che cambia il proprio volto al contatto con gli
interventi e con l’interazione da parte degli abitanti.
A corollario, l’Orto Planetario,
un’installazione posta tra i padiglioni che ospitano le mostre. Novemila piante
tra specie di ogni genere, varietà
cerealicole particolari, ortaggi ed erbe aromatiche, che saranno sostituite
ogni mese e mezzo, in modo da rispettare i loro cicli vitali. Un’idea nata
dall’architetto Pierluigi Nicolin e sviluppata dall’architetto paesaggista
Maria Teresa D’Agostino. L’orto misura 1130 metri quadrati e si sviluppa su
un’area di 3mila metri quadrati totali con, al centro, una vasca di fito-depurazione
con tanto di giardino acquatico.
L’ingresso è costituito da un prato con alcuni platani: una sorta di percorso
iniziatico alle esposizioni.
City After The City
Fino
al 12 settembre 2016
Area
Expo, Milano
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