Giuliana
Cella firma il progetto di
poe-style La stanza di Zanzotto. La creatrice ha selezionato 24 versi di
7 composizioni del grande poeta dialettale, dedicati alle dimore e al
paesaggio: “sublimerie” fondamentali nella poetica e nella prosa di questo
grande del ‘900, all’avanguardia per la sensibilità e l’attenzione al rapporto
tra l’uomo, le sue stanze e l’ambiente. (“Il disastro ambientale fa emergere un
mondo post umano, post significante e significativo”…..)
Per gentile concessione della vedova di
Zanzotto, Marisa Michieli,
discendente del doge Michieli, le rime sono state riprodotte su cotone
finissato, ecrù-nero/nero-ecrù per rivestimenti da interni: dalle poltrone alle
tende. Motivi che tornano anche sul cadì di seta per una capsule di
abbigliamento scandita dagli archetipi di Giuliana Cella.
Le opere saranno illustrate l’11 aprile in
un brunch accompagnato da versi di Zanzotto messi in musica mentre, il
compositore-artista Alfredo Rapetti
Mogol presenterà l’opera “Poesia – omaggio ad Andrea Zanzotto”. Nella tela
dell’artista, grazie ad una tecnica particolare, detta impuntura,
l'azione del dipingere si fonde con l'atto dello scrivere.
Segni, tracce,
graffiti di
un’umanità creativa e consapevole, le opere di Rapetti proseguono quell'ideale
tragitto di una scrittura pittorica che tanto più è universale, quanto più sa
frantumarsi e confrontarsi con i secoli della storia dell'arte, dalle
avanguardie storiche al concettuale.
Da questi “ammassi di elementi eterogenei”,
moda, design, arte e musica, la parola chiave dell’operazione “poe-style”.
Come afferma la stessa Giuliana Cella "Si respira un grande ritorno alla poesia: se
ne sente un’estrema necessità in tempi eccessivamente prosaici. Per una sorta
di paradosso, proprio nell'epoca dei messaggini, sta fiorendo una produzione
poetica su Instagram che corre online. Tanto, che il sociologo Frédéric Martel
sottolinea una resurrezione di questo genere”. Complice, forse, la
democrazia di Internet, che, come dichiara Tomaso Kemeny del movimento
mitomodernista, “implica un fruitore
elitario molto dotato di senso critico, quindi in grado di separare il grano
dal loglio”.
E proprio sulla scia di queste considerazioni
nasce la capsule Poe-style di Giuliana Cella, un percorso/viaggio nella parola.
“Lettera impunturata, parola dipinta, parola
ricamata”: l’esegesi della poesia di Zanzotto, calza alla perfezione con questa
collezione. Nei capi di cadì i versi dell’autore sono riprodotti con tutte le
differenti tecniche su caftani, kimono, tute intere e pijama. Questa
sperimentazione, che sviluppa la precedente collezione Casamondo, è solo il primo passo di un progetto destinato ad ampliarsi.
All’esplorazione delle etnie, grazie alla quale Giuliana Cella è stata riconosciuta
dal New York Times “regina dell’etno chic”, si affianca ora un viaggio nella
poesia e nella letteratura. Rigorosamente made in Italy.
Giuliana Cella
Via Bigli 24, Milano
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