venerdì 8 aprile 2016

ART & CULTURE_La stanza di Zanzotto



Giuliana Cella firma il progetto di poe-style La stanza di Zanzotto. La creatrice ha selezionato 24 versi di 7 composizioni del grande poeta dialettale, dedicati alle dimore e al paesaggio: “sublimerie” fondamentali nella poetica e nella prosa di questo grande del ‘900, all’avanguardia per la sensibilità e l’attenzione al rapporto tra l’uomo, le sue stanze e l’ambiente. (“Il disastro ambientale fa emergere un mondo post umano, post significante e significativo”…..)
Per gentile concessione della vedova di Zanzotto, Marisa Michieli, discendente del doge Michieli, le rime sono state riprodotte su cotone finissato, ecrù-nero/nero-ecrù per rivestimenti da interni: dalle poltrone alle tende. Motivi che tornano anche sul cadì di seta per una capsule di abbigliamento scandita dagli archetipi di Giuliana Cella.
Le opere saranno illustrate l’11 aprile in un brunch accompagnato da versi di Zanzotto messi in musica mentre, il compositore-artista Alfredo Rapetti Mogol presenterà l’opera “Poesia – omaggio ad Andrea Zanzotto”. Nella tela dell’artista, grazie ad una tecnica particolare, detta impuntura, l'azione del dipingere si fonde con l'atto dello scrivere.
Segni, tracce, graffiti di un’umanità creativa e consapevole, le opere di Rapetti proseguono quell'ideale tragitto di una scrittura pittorica che tanto più è universale, quanto più sa frantumarsi e confrontarsi con i secoli della storia dell'arte, dalle avanguardie storiche al concettuale.
Da questi “ammassi di elementi eterogenei”, moda, design, arte e musica, la parola chiave dell’operazione poe-style”.  
Come afferma la stessa Giuliana Cella "Si respira un grande ritorno alla poesia: se ne sente un’estrema necessità in tempi eccessivamente prosaici. Per una sorta di paradosso, proprio nell'epoca dei messaggini, sta fiorendo una produzione poetica su Instagram che corre online. Tanto, che il sociologo Frédéric Martel sottolinea una resurrezione di questo genere”. Complice, forse, la democrazia di Internet, che, come dichiara Tomaso Kemeny del movimento mitomodernista, “implica un fruitore elitario molto dotato di senso critico, quindi in grado di separare il grano dal loglio”.
E proprio sulla scia di queste considerazioni nasce la capsule Poe-style di Giuliana Cella, un percorso/viaggio nella parola. “Lettera impunturata, parola dipinta, parola ricamata”: l’esegesi della poesia di Zanzotto, calza alla perfezione con questa collezione. Nei capi di cadì i versi dell’autore sono riprodotti con tutte le differenti tecniche su caftani, kimono, tute intere e pijama. Questa sperimentazione, che sviluppa la precedente collezione Casamondo, è solo il primo passo di un progetto destinato ad ampliarsi. All’esplorazione delle etnie, grazie alla quale Giuliana Cella è stata riconosciuta dal New York Times “regina dell’etno chic”, si affianca ora un viaggio nella poesia e nella letteratura. Rigorosamente made in Italy.

Giuliana Cella

Via Bigli 24, Milano

Nessun commento:

Posta un commento