Ogni
volta che mi concentro sulla bellezza di un viso, sulla perfezione di ogni
singolo dettaglio, è come se non potessi cogliere cosa ho di fronte, sedotto
dallo standard di bellezza dell’altro o dalla sua opinione su quali siano le
sue migliori qualità. E di solito questo non è mai auspicabile. Così ogni
sessione diventa una sfida. Una
sfida che Richard Avedon ha sempre
vissuto con caparbia e tenacia, arrivando a firmare alcuni tra gli scatti più
emblematici della storia fotografica. Al suo estro, alle sue più celebri
immagini di moda e a molti dei suoi iconici ritratti femminili la Gagosian
Gallery di Roma dedica la mostra “Avedon: Beyond Beauty”, visitabile
sino all’11 aprile 2015.
Giovane
assistente fotografo della Marina Mercantile Americana durante la Seconda
Guerra Mondiale, il primo compito di Avedon era scattare foto identificative. Un’esperienza sulla quale disse: “Penso di aver ritratto centomila volti prima
di diventare un fotografo”. Successivamente
e fin dall’inizio della sua carriera da professionista, la padronanza della
composizione, dell’ambientazione, delle circostanze e il rifiuto di distinguere
tra fotografia artistica e commerciale, hanno dato vita ad un corpus di lavori
di grande effetto sia che si trattasse di ritratti di personaggi famosi, scatti
pubblicitari di marchi commerciali o, ancora, intensi reportage culturali e
politici sulla povertà, la guerra, le questioni razziali.
Come
fotografo di moda dalla metà degli anni ‘40, Avedon si è distinto per un immaginario
talmente peculiare e innovativo da sfidare i canoni della bellezza
convenzionale.
Nell’arco di sessant’anni, l’artista ha immortalato con originalità, umorismo
ed intuizione sia donne famose che sconosciute, celebrità e modelle, ma anche
parenti ed amici. Affascinato dalla capacità della fotografia di evocare la
personalità e raccontare la vita del soggetto, considerava pose, atteggiamenti,
capi d’abbigliamento e accessori come caratteristiche vitali e rivelatrici di
un’immagine.
“Avedon: Beyond Beauty” sottolinea la forza della rappresentazione, creativa e a volte
scioccante, che il fotografo faceva delle donne, dai ritratti intimi alle
celebri fotografie di moda realizzate per Harper’s Bazaar, Vogue, The New
Yorker e altre importanti pubblicazioni. Ritraeva modelle in movimento
provocandole perché apparissero curiose, ribelli, esuberanti e sicure di sé. In mostra anche l’Early Paris Fashion
Portfolio, undici immagini commissionate da Harper’s Bazaar tra il 1947 e
il 1957, scattate “en plein air” fuori dallo studio immortalando la vita nelle
strade parigine: ombrello in mano, una figura appare sospesa mentre salta su un
ciottolato; Marlene Dietrich al Ritz si accende fascinosamente una sigaretta
indossando un turbante di Dior; una slanciata Dorian Leigh si specchia nel
camerino di Helena Rubenstein.
La fiducia e la complicità tra Avedon e i
suoi soggetti, ingredienti fondamentali di questa audace sperimentazione, sono
ancora più evidenti negli scatti realizzati nello studio, ambiente neutro ed
essenziale: da una Gloria Vanderbilt in posa come un cigno (1953), al viso
d’angelo di Cheryl Crane, la figlia dell’attrice Lana Turner, che Avedon aveva
fotografato nel 1963 dopo che era stata scagionata dall’accusa di omicidio;
alla forza aggressiva di Tina Turner (1971). In un’immagine del 1967 Veruschka
sulle punte sembra librarsi verso l’alto mentre un abito invernale di Bill
Blass fluttua intorno a lei. Jean Shrimpton fa un salto con un etereo vestito
da sera di Pierre Cardin (1970); trenta anni più tardi Malgosia Bela e Gisele
Bundchen si abbracciano avvolte in un provocatorio Dior couture. In contrasto
con questo materiale, sono le 24 immagini a colori, macabre e noir, pubblicate
dal New Yorker e intitolate In Memory of
the Late Mr. And Mrs. Comfort (1995), nelle quali bellezza perversa e lusso
eccentrico si scontrano con l’idea della mortalità. Mescolando design e
coreografia con un’acuta consapevolezza compositiva e una verve assoluta, le
immagini di Avedon hanno stabilito nuovi riferimenti storico-artistici. I
ritratti indimenticabili, gli scatti all’aperto, e le fotografie di moda
attribuiscono alla sua carriera un carattere di testimonianza sociale e
innovazione stilistica di influenza e rilevanza ineguagliabili.
Richard
Avedon
(1923–2004) è ampiamente noto come uno degli artisti più influenti del
ventesimo secolo. Nato a New York, inizia la sua carriera come fotografo per
Harper's Bazaar nel 1945, per poi collaborare con la rivista rivale Vogue, dove
rimase fino al 1988. Nel 1992 è stato nominato primo fotografo del The New
Yorker. Il suo lavoro fa parte delle collezioni del MoMA, dello Smithsonian, e
del Metropolitan Museum of Art, e di innumerevoli altri musei e istituzioni
internazionali. La prima retrospettiva museale di Avedon risale al 1962 presso la
Smithsonian Institution. Seguirono molte mostre nei maggiori musei, tra cui il
Whitney Museum of American Art (1994) e al Metropolitan Museum of Art (1978 e
2002). Nel 2007 una retrospettiva itinerante organizzata dal Louisiana Museum
of Modern Art in Danimarca è stata allestita anche a Milano, Parigi, Berlino,
Amsterdam e San Francisco. “Richard Avedon: People” è stata presentata alla
National Portrait Gallery, Canberra nel 2013 e successivamente alla Art Gallery
of Western Australia, Perth nel 2014 e si è conclusa presso lo Ian Potter
Museum of Art, Melbourne.
Avedon: Beyond Beauty
Fino
all’11 aprile 2015
Gagosian
Gallery, via Francesco Crispi 16, Roma
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