L’estro creativo
di Gianfranco
Ferré, uno dei padri fondatori del prêt-à-porter italiano, viene
celebrato con la mostra “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré”
che, dopo aver esordito al Museo del Tessuto a Prato, viene ora accolta nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a
Milano. Un tributo doveroso a un indimenticato stilista ma, prima ancora, a
un grande uomo, che con la sua sensibilità ha valorizzato la femminilità nella
sua accezione più autentica ed elegante. Per farlo, sono esposti 27 modelli di camicia bianca, caposaldo per antonomasia
dello stile, della cultura progettuale e della creatività di Gianfranco Ferré:
non un semplice capo d’abbigliamento, bensì un concentrato di raffinatezza e unicità, di maestria e compostezza, di
ricerca e dedizione. La camicia bianca per Gianfranco Ferré, infatti, era
qualcosa di irrinunciabile. Come la definiva lui stesso “un termine di uso universale nel
lessico contemporaneo dell’eleganza. Che
però ognuno pronuncia come vuole”.
La mostra, promossa dal Comune
di Milano, Assessorato alle Politiche per il Lavoro, Moda e Design e
Assessorato alla Cultura, organizzata e prodotta da Palazzo Reale e Fondazione
Gianfranco Ferré, in collaborazione con la Fondazione Museo del Tessuto di Prato
e curata da Daniela Degl’Innocenti, si caratterizza per un percorso espositivo ricco di disegni preparatori, bozzetti,
fotografie, capi sartoriali, che pone al centro la camicia bianca.
Il visitatore è così condotto alla scoperta del capo icona dello
stile Ferré attraverso diverse forme di lettura che ne evidenziano gli
elementi progettuali più innovativi nonché le infinite e affascinanti
interpretazioni.
L’incipit della mostra è affidato ad un passaggio attraverso
teli di tulle su cui scorrono macro-immagini dei disegni autografi di Ferré, che permettono di cogliere
segni delineanti la sua visione creativa e rappresentanti un mezzo per accedere
al progetto di tutti i capi esposti. Da
qui si passa al cuore dell’esposizione nel centro della grande Sala delle
Cariatidi, dove domina la plastica e affascinante presenza delle camicie
bianche: sculture bagnate da una luce pensata per consentire al bianco di
accendersi in diverse tonalità e alle ombre di fare da contrappunto, per
ottenere un effetto suggestivo.
Taffettà, crêpe de chine, organza, raso, tulle, stoffe di seta o di cotone,
merletti e ricami meccanici, impunture eseguite a mano, macro- e micro-elementi
si susseguono in un crescendo di maestria ed equilibrio.
Ai lati della grande sala espositiva, sono presenti i diversi
materiali provenienti dell’Archivio della Fondazione Ferré. Particolare interesse
suscitano i disegni originali che
illustrano l’incredibile capacità di dare vita ad ogni creazione, sintetizzando
tutti gli elementi necessari alla realizzazione del modello: silhouette,
volumi, dettagli, leggerezza o corposità della materia, sono già descritti nel
tratto più o meno marcato, elegante e velocissimo.
A soffitto, un insieme di immagini di grande forza onirica: proiezioni fotografiche
(simulazioni indagine rx di Leonardo Salvini) offrono una lettura tecnica e
suggestiva allo stesso tempo, restituendo l’impalcatura formale e materica di
ciascuna camicia e mettendo in evidenza texture e stratificazioni. Soprattutto
suggeriscono levità, dolcezza e poesia.
A chiudere il percorso, le immagini realizzate da Luca Stoppini
sottolineano ancora una volta come la leggerezza e la trasparenza siano una
precisa chiave di lettura dell’intero progetto.
A corollario, un libro-catalogo, edito da Skira, la cui direzione artistica è
di Luca Stoppini. Il volume approfondisce i temi dell’esibizione con il saggio
introduttivo di Daniela Degl’Innocenti e gli interessanti contributi di
personaggi e protagonisti dello stile, della moda e dell’architettura italiana
quali Quirino Conti, Anna Maria Stillo Castro, Margherita Palli, Daniela Puppa
e Franco Raggi, che raccontano ed interpretano la visione creativa e
progettuale del grande stilista-architetto. Chiude un intervento di Alessandra
Arezzi Boza sul significato dell’heritage nelle attività della Fondazione
Gianfranco Ferré.
Una
mostra unica nel suo genere, volta a celebrare un uomo e un grande
professionista al tempo stesso, che fece della discrezione e della garbatezza
gli elementi irrinunciabili di una vita dedicata alla ricerca e alla
consacrazione dello stile e della raffinatezza. Un’occasione imperdibile per ricordarne
la preziosità e per avvicinare i giovani a una delle figure emblematiche della
storia della moda italiana.
La
camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré
Sala delle Cariatidi, Palazzo Reale, Milano
Fino all’1 aprile 2015
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