È un talentuoso creatore di accessori, ma
anche un eclettico artista dell’immagine che, oltre ad aver studiato danza,
insegna scenografia all’Ecole Supérieure d’Arts Appliqués Duperré, disegna
illustrazioni per riviste come Vogue Homme International e Vanity Fair e ha
diretto le sfilate di moda al Festival di Hyères nel sud della Francia. Pierre Hardy è
questo e molto altro ancora. Per quattro anni è stato creativo della linea scarpe chez Christian Dior, un ruolo ricoperto
diversi anni prima da Roger Vivier; nel
1990, invece, è diventato shoes creative director per la maison Hermès,
allargando nel 2001 l’incarico alla collezione gioielleria. Con l’inizio
degli anni Zero, comincia a collaborare
anche con Nicholas Ghesquière per le futuristiche scarpe Balenciaga, mentre
dal 1999 Pierre Hardy esiste anche come
marchio a sé stante di calzature femminili, accessori maschili e borse.
È
oggi considerato un maestro delle fashion shoes, complice una creatività sempre nuova e sorprendente,
ma anche una coerenza di stile e qualità
perseguita con attenzione e devozione. Prima di iniziare a disegnare ogni
collezione, Pierre Hardy si prende il giusto tempo per mettere a punto il design, lavorando sulle strutture e sui volumi,
focalizzandosi sulle immagini e traendo
ispirazione dall’architettura e dall’arte, mai dalle tendenze in corso. Il suo approccio alle forme è radicale:
punte affilate e tacchi taglienti come rasoi, silhouette lunghe e slanciate,
suole arcuate, fasciature bondage ma senza esasperazioni. Le sue pump sono
senza mezze misure, assertive e dominanti; i suoi stivali sono corazze di lusso
con cui cavalcare la frenesia metropolitana. Il black & white è un classico
dello stile Hardy, anche se nelle ultime stagioni si è concesso una palette più
ampia, che ha toccato colori saturi e vinilici, dall’azzurro al rosso fuoco. Ma Hardy è andato oltre, dedicandosi con la
stessa meticolosità a due grandi classici di sempre come il desert boot, che ha
disegnato in colori inediti, e la sneaker, ispirata all’old school style. Rigore
grafico e funzionalità, poi, per le
borse, prive di loghi, massima preziosità per le boutique parigine, concepite
come veri e propri jewellery box monocromatici, contesti esperienziali lontani
dalla concezione del negozio tradizionale, con pavimenti in linoleum nero,
pareti in tessuti cangianti e, al centro, una parete in perspex che di stagione
in stagione ospita la grafica simbolo delle nuove collezioni.
Se
ai piedi di Nicole Kidman lo
stilista è arrivato al red carpet degli Oscar cinematografici, con Sarah Jessica Parker ha attraversato le
strade di New York e con Kate Moss
quelle di Londra, adattando di volta in volta il design della calzatura alla
personalità della celeb che la indossava.
Agli onori socio-mondani, nel 2009 se ne è
aggiunto uno più istituzionale: Pierre Hardy, infatti, è entrato a far parte
del Comité Colbert, un’associazione di 75 luxury brand fondata nel 1954 per
promuovere, tutelare e valorizzare l’eccellenza, la tradizione e l’innovazione
della moda francese.
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