Parlando di Chanel e di nero verrebbe subito in mente il mitico tubino. E invece
no…vi è un’importantissima parentesi dello stile di Mademoiselle che celebra la
semplicità delle forme, dando vita a un altro intramontabile capo
d’abbigliamento, un pezzo immancabile nel guardaroba di ogni donna
dall’indubbio gusto: la Little Black
Jacket, la Petite Veste Noire. Qualunque
sia la lingua utilizzata, non cambia il
significato racchiuso dalla giacchina nera di Chanel, divenuta, nel tempo, una
vera e propria icona mondiale. Nata
dall’estro anticonformista di Mademoiselle negli anni ’50 e disegnata oggi da
Karl Lagerfeld, la giacca Chanel, nonostante le evoluzioni in termini di stile
e gusto, rimane dritta, sfoderata, morbida. Una forma essenziale, pulita e
lineare, a testimonianza di un’eleganza
senza tempo, sofisticata e raffinata, versatile al punto tale da adattarsi
ad ogni look, senza però perdere le sue caratteristiche dominanti. Un capo trasversale, valido per ogni
occasione, ma, al tempo stesso,
fortemente connotativo, inconfondibile in termini di carattere e
personalità.
Un’icona di stile che oggi viene raccontata attraverso una serie
di immagini scattate dallo stesso Lagerfeld, eclettico direttore creativo della Maison di Rue Cambon,
in mostra fino al 20 aprile alla Rotonda
della Besana a Milano. Un racconto romanzato, che spazia nel tempo grazie
alle fotografie selezionate in collaborazione con l’ex direttore di Vogue
Paris, Carine Roitfeld, e protagonista di un’esposizione itinerante che ha già
toccato luoghi come New York, Parigi e Tokyo e approda ora in Italia, per
proseguire, poi, verso est, passando per Dubai e la Cina. Un viaggio del mondo,
svolto attraverso il linguaggio universale dello stile.
Le immagini in mostra, oltre 100, sono contenute nel volume “The Little Black Jacket: Chanel’s classic
revisited by Karl Lagerfled and Carine Roitfeld”: ritratti di personaggi famosi che, affezionati alla grande heritage
della maison francese e al modo in cui Lagerfeld la rilegge nella
contemporaneità, hanno scelto di
reinterpretare l'iconica giacca nera Chanel. Elisa Sednaoui la indossa
sopra un tutù in tulle bianco, mentre Uma Thurman la sfoggia sopra una camicia
in seta e pizzo dall'appeal anni ‘20. Donne, ma non solo: esposti anche i
ritratti di Gaspard Uilleil, testimonial di Bleu de Chanel, e Kanye West, che
reinterpreta la Little Black Jacket in chiave urbana, abbinandola a t-shirt e
pantaloni di pelle nera.
Un capo unico, che vanta la sua iconicità nella propria identità
rivoluzionaria: la giacca, infatti, è stata una delle grandi novità portate in
passerella da Mademoiselle. Correva l’anno 1954:
Coco Chanel, che aveva già trasformato radicalmente il guardaroba femminile,
interpretando con le sue creazioni le esigenze di una donna sempre più dinamica
e indipendente, a 71 anni - e con l'intenzione di rilanciare la propria Maison
– decide di rivisitare uno dei pezzi
chiave dell'abbigliamento da uomo. Complice una buona dose di pragmatismo e
ricercatezza allo stesso tempo, conquista immediatamente il favore di icone di
stile dell’epoca del calibro di Romy Schneider e Jacqueline Kennedy.
Un amore a prima vista, quello per la giacca Chanel, che rimane
immutato nel tempo, tanto da indurre la Maison a dedicarle il quarto capitolo
del progetto Inside Chanel, un insieme di video pensati per narrare via web, con immagini
storiche e interviste inedite, la storia del marchio. La giacca viene
raccontata da Lagerfeld come “il simbolo
di un'eleganza disinvolta, atemporale e intramontabile”. Fiera della sua heritage, la giacca è
arrivata ai giorni nostri intatta nel suo stile, complice l’inconfondibile
cifra stilistica di Kaiser Karl e il savoir-faire delle sarte che lavorano nei
laboratori di Rue Cambon. La Little Black Jacket è frutto di una dedizione artigianale
e di un’abilità manuale che la rendono un oggetto unico. Dal momento della consegna del bozzetto, firmato da Lagerfeld, al capo
dell’atelier, le fasi di realizzazione sono cinque. Nella prima, lo sketch
sembra prendere vita, nelle forme e nelle proporzioni: le cuciture vengono
tratteggiate sulla mussola di cotone; le sezioni di tessuto che vanno a
comporre la giacca vengono appuntate sul manichino di legno: una volta concluso
questo procedimento, le sarte riportano le sezioni della giacca sul tweed nero,
aiutandosi con le cuciture tratteggiate sulla mussola, e li tagliano; la giacca
è così pronta per essere assemblata: prima il busto, poi le maniche e infine le
tasche, le cuciture sono fatte in parte a mano e in parte a macchina; l'ultima
fase è il finissage: vengono applicati i bottoni e viene inserita una catena
metallica, dello stesso colore dei bottoni, che permette alla giacca di
adattarsi al meglio al corpo, in modo che il fit sia impeccabile. Una volta
finita, la giacca viene visionata da Lagerfeld con la stessa perizia che un
tempo è stata di Mademoiselle Coco.
Nel tempo, è stata protagonista di un graduale cambiamento,
soprattutto in termini di proporzioni. Il modello ritratto nel libro è il
più classico, in altre parole, quello che più si avvicina all’originale creato
da Mademoiselle Chanel.
La Little Black Jacket,
quindi, come un pezzo senza tempo, al pari del jeans o della t-shirt bianca. A
dimostrazione che per essere eleganti non c’è bisogno di sfoggi e sfarzi vari,
ma di semplici codici vestimentari in grado di mettere in risalto carattere e
personalità, evitando gli eccessi di anonimato e ostentazione.
“The Little Black Jacket:
Chanel’s classic revisited by Karl Lagerfled and Carine Roitfeld”
Rotonda della Besana, Milano
Fino al 20 aprile 2013
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