Arte e moda. Due universi,
un connubio. Due anime dalla vocazione soltanto in apparenza diversa, che danno
vita a sodalizi in grado di imprimere il tempo. Innumerevoli sono i casi in
passato di reciproche contaminazioni che hanno portato all’enfatizzazione di
uno spirito comune: l’esaltazione della bellezza autentica.
A questi se ne
aggiunge di diritto un altro con la mostra Azzedine Alaïa. COUTURE / SCULPTURE ospitata alla Galleria Borghese
di Roma fino al 25 ottobre 2015.
Un’esposizione collocata nell’ampio progetto intrapreso dal Museo che
pone la scultura di periodi e materiali diversi, nonché di artisti di
differenti epoche, a confronto con la collezione di “statue” della Villa che è,
per antonomasia, la casa della scultura. Negli anni, infatti, la fisionomia stessa
della Galleria ha assunto la personalità di luogo principe dell’opera
scultorea. E quest’ultima come un’entità in sé, un magma in attesa di forme,
lungo un tempo storico che prosegue nella contemporaneità.
Con la mostra Azzedine Alaïa. COUTURE / SCULPTURE questa vocazione
scultorea si arricchisce della variante del tutto inedita della “scultura
soffice”.
Su questa scena di materia modellata in scultura quale è la Galleria
Borghese, fatta di marmi dai bianchi molteplici e colori diversi, pietre, anch’esse
di varia cromia, gessi, bronzi variamente patinati e cromati, irrompe la couture sculpture di Azzedine Alaïa.
Le creazioni
sono collocate all’interno delle sale in coerenza tematica, coloristica,
formale, con le opere presenti nelle sale stesse, in modo da realizzare una
continuità tra esse e il racconto della collezione: un inserimento che suscita
molte inedite attinenze.
Nella Galleria, quindi, si realizza
una messa in scena della couture di Alaïa che si accorda col tempo anomalo e potenziale del Museo, che è un po’ come il tempo del teatro: sospeso, in attesa del
proprio avvio, potenziale, dormiente e silenziosamente sonoro in attesa della
propria vita scenica. La mostra ne
diviene la trasformazione in atto, assumendo il tempo rapido o lento dei
modelli di Alaïa e mettendo in scena l’intero museo.
Centrale diviene la celebrazione
che il couturier da sempre fa della materia (tessile o cuoi e pellami
nonché metalli accessori), unica e vera protagonista di forme immaginifiche.
L’attenzione posta nei confronti di questi due elementi – materia e
forma – fa sì che la Galleria Borghese
risulti la sede ideale per enfatizzare tutto ciò, in quanto luogo storico di
prodezze continuamente nuove delle tecniche che trasformano le materie della
scultura.
Ciascun autore presente in Galleria, nella celebrazione del corpo
implicita nella scultura, dall’antichità a Canova, fa girare un tessuto di marmo, o quale che sia la pietra,
attorno a un corpo, maschile o femminile, plasmandone la nudità, scolpendo
pieghe di vesti, seducendo l’osservatore. In altre parole, ciascun autore sa
fare “craquer les hommes”, così come Alaïa, con l’effetto dei suoi abiti indossati dal suo
mito femminile, fa schiantare gli uomini.
La “scultura soffice” del couturier, quindi, accende l’attenzione su
come ogni poetica di uno scultore barocco e post barocco contorca lo sguardo
dell’osservatore con la propria novità e il proprio effetto, lo ribalti e lo
evolva in seduzione, tramite l’individuale maniera dei dettagli stilistici, come
i personali modi di rilevare in riccioli la capigliatura, o di piegare le
vesti, o contrastarle con le carni, o esaltare la curva delle reni, la
pressione di una mano sulla carne, la plastica dei glutei.
Una mostra, quindi, che va aldilà della semplice esposizione e pone in continuo parallelismo le creazioni
ospitate con le opere che abitano gli spazi espositivi, rivelando molto della
tecnica stilistica e creativa del couturier. Lo sguardo di Alaïa, vivace, fulminante, instancabilmente inventivo,
non si sposta mai dal corpo e dall’immaginazione della donna reale, al fine di
ricercarne la seduzione e modellarne la sembianza in idolo. Allo stesso
modo l’effetto della Galleria, dei suoi
spazi e della sua scultura, diviene invenzione seduttiva, esaltazione della
donna ed immaginazione di plasmare al suo corpo tutte le risorse del materiale,
che sia tradizionale o sperimentale, nobile o modesto.
La scultura diviene così una sorta di mitizzazione del corpo e l’arte
scultorea un modo, progressivo nel tempo, di scoprire il corpo e liberarlo
dall’ombra: un modo altrettanto sovversivo di quel lavoro di seconda pelle del
corpo che per il couturier è l’abito.
Questo il processo che ha determinato la scelta dei modelli esposti e
l’invenzione di quelli specialmente eseguiti per la mostra.
L’estro di Alaïa
nel modificare corpi e profili col suo gioco di taglio configura, qui, un
contrasto di forbici contro scalpello.
Un rapporto, quello tra gli abiti di Alaïa e le innumerevoli sculture
esposte nella collezione della Galleria giocato al meglio, che enfatizza agli
occhi dello spettatore i tratti distintivi sia delle creazioni esposte sia
delle opere d’arte che abitano gli spazi espositivi.
Azzedine Alaïa. COUTURE / SCULPTURE
Galleria Borghese, Piazzale del Museo
Borghese 5, Roma
Fino al 25 ottobre 2015
Nessun commento:
Posta un commento