Arte
e cinema dialogano tra di loro al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano
con la collettiva GLITCH, che riunisce opere di artisti italiani delle
ultime generazioni con le quali esplorare le relazioni di linguaggio e contesto
tra due diversi mondi. La mostra è la
più ampia panoramica dedicata finora in Italia ad uno dei temi centrali
dell'arte contemporanea.
Promossa e prodotta dal Comune di Milano –
Cultura, PAC e CIVITA, l’esposizione introduce il visitatore in un
percorso affascinante che si addentra nel mondo immaginario situato all’esatta
intersezione tra tecnologia e arte. Complice di questa magica esplorazione, il
linguaggio più attuale in assoluto: quello dell’immagine in movimento. Viene così a crearsi un luogo tutto italiano dove Milano si
trova perfettamente a suo agio, essendo la capitale della creatività italiana
e, al tempo stesso, dell’industria e dell’innovazione tecnologica.
La mostra partecipa a Milano Cuore
d’Europa, il palinsesto culturale multidisciplinare dell’Assessorato alla
Cultura del Comune di Milano dedicato all'identità europea del capoluogo
lombardo anche attraverso le figure e i movimenti che, con la propria storia e
la propria produzione artistica, hanno contribuito a costruirne la cittadinanza
europea e la dimensione culturale.
Commissionata dal nuovo Comitato
Scientifico del PAC - alla sua seconda mostra - e curata da Davide Giannella, GLITCH
presenta una selezione di opere tra film, installazioni, fotografia e
performance, realizzate da artisti italiani negli ultimi quindici anni, dal
2000 al 2015, con pochissime eccezioni che suggeriscono antecedenti e
contrappunti.
Il
titolo della mostra si rifà al linguaggio dell’elettronica e del digitale: il glitch è una
distorsione, un’interferenza non prevista all’interno di una riproduzione audio
o video, un’onda breve e improvvisa che dura un istante e poi si stabilizza. Un
momento inatteso che può diventare rivelatore, come possono esserlo le opere in
mostra: tracce di un territorio i cui confini sono in costante via di
definizione, tesi e sfumati tra diversi sistemi critici, di produzione,
distribuzione e fruizione.
Filo
conduttore è l’idea di storytelling, di rifrazione tra narrativa lineare e
non lineare, verità e finzione, ma anche di ricerca attorno all’atto di
guardare e di montare storie: elementi fondanti del cinema e trame dell’arte
recente, ma soprattutto strumenti nella creazione di miti e immaginari
attraverso differenti linguaggi.
Il passaggio definitivo al digitale ha
portato allo snellimento degli strumenti e all'assottigliamento dei costi nella
produzione e distribuzione di immagini in movimento. Quelle che sino a pochi
anni fa erano, per qualità formale e costi, produzioni esclusive dell’industria
cinematografica, sono oggi alla portata di un sempre più ampio numero di
autori. L’episodio dell’11 Settembre 2001 ha decretato in maniera definitiva
quanto la creazione e rielaborazione di immagini sia dominio di tutti e come i
racconti, per quanto frammentati, siano generatori di immaginari prima ancora
che testimonianze di realtà, rendendo il reale fittizio e materializzando
finzioni.
A questo si è aggiunta nel 2003 la nascita
di youtube.com: sempre più artisti visivi - anche in
Italia - si sono avvicinati alla sperimentazione nell’ambito delle immagini in
movimento, superando o discostandosi della videoarte per avvicinarsi al
linguaggio più narrativo del cinema e all'immediatezza di internet. Il
risultato è l’allargamento di quell’area di confine in continua evoluzione,
l’interstizio tra territori attigui, ma ancora distinti, chiamato Art Cinema.
GLITCH
si sviluppa su tre livelli principali, tre aree che si muovono intorno
all'idea di opera filmica.
Il
primo livello, quello cinematografico,
trasforma il PAC in un multisala: 64 film d’artista sono stati suddivisi in due programmi, che verranno proiettati a giorni alterni all’interno di
tre mini-cinema realizzati ad
hoc per la mostra. Le opere, raccolte in serie e per temi, avranno soprattutto
carattere narrativo: produzioni di artisti che lavorano nella cornice dell’arte
contemporanea o meta-film, appartenenti all’ampia categoria del cinema
sperimentale.
Il
secondo livello, quello delle installazioni, contiene opere che
instaurano relazioni con il linguaggio e l’immaginario cinematografico e
funzionano come declinazioni, traduzioni o presupposti dei lavori filmici.
Il
terzo livello, quello performativo, propone
performance come dispositivi dal vivo di immagini in movimento, presentando progetti che sfondano la
dimensione dello schermo, oppure creano relazioni multimediali o ancora
analizzano e sottolineano, reinterpretandoli, elementi specifici del cinema.
La mostra è realizzata con il sostegno di TOD’S, sponsor dell’attività espositiva annuale del PAC, e con il supporto
di Vulcano. L’allestimento dei
mini cinema è realizzato con materiale Alcantara prodotto in
due speciali versioni.
Seguendo una precisa volontà di
collaborare con altri progetti e istituzioni attive sul territorio, in
occasione della mostra il PAC collabora con Careof DOCVA, che
presenta all’interno del proprio spazio espositivo in via Procaccini Diamanti: una mostra di approfondimento che ripercorre la filmografia e la
produzione degli artisti italiani selezionati per Glitch, attraverso i preziosi materiali conservati nell’archivio video.
GLITCH
Interferenze
tra arte e cinema in Italia
a
cura di Davide Giannella
PAC
Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano
Fino
al 6 gennaio 2015
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