Erwin Blumenfeld approda alla Galleria Carla Sozzani con la
mostra “Blumefeld Studio – New York
1941-1960”, incentrata sui lavori realizzati nello studio di Central Park a
New York durante la Seconda Guerra Mondiale e i successivi anni del boom
economico: dalla fotografia
di moda alle campagne pubblicitarie, dai ritratti di personalità, ai manifesti
della propaganda, fino ai lavori sperimentali che oggi sono stati riconosciuti
come significativi e determinanti per lo sviluppo della fotografia
contemporanea. Curata da Nadia
Blumenfeld Charbit, François Cheval e Ute Eskildsen e originariamente concepita
per il Musée Nicéphore Niépce di Chalon-sur-Saône, in Francia, la mostra presenta
oltre un centinaio di stampe
perfettamente restaurate nei colori, riviste originali e alcuni ritagli di
pubblicazioni storiche.
Erwin Blumenfeld è tra le figure più
influenti e innovative della fotografia del ventesimo secolo. Un artista con una percezione dell’arte,
della moda, della pubblicità unica nel suo genere, caratterizzata da una
continua sperimentazione.
Se la biografia europea di Erwin Blumenfeld è nota
– l’origine ebraica, il suo soggiorno ad Amsterdam, l'esperienza delle avant-gardes
parigine – poco si conosce del suo periodo americano e del suo studio di
New York.
Dopo essere fuggito dalla
Francia occupata nel 1941 e stabilitosi a New York, Blumenfeld inizia
immediatamente a lavorare per la rivista Harper’s Bazaar e collabora con Carmel
Snow e Diana Vreeland alla realizzazione di servizi di moda.
È proprio in questo clima di crescita
economica e con una stampa in piena espansione, che il lavoro creativo,
provocatorio e personale di Blumenfeld fiorisce. Dopo soli tre anni negli Stati
Uniti, è già uno dei più famosi e ben pagati fotografi del settore, così lo
definisce il New York Times "una
guida eccezionale dell’immaginario fotografico”.
La sua collaborazione con Vogue e con l’allora direttore
Alexander Liberman, durata 15 anni, segna il culmine della sua carriera in
America. Realizza oltre cinquanta
copertine per Vogue US tra cui i ritratti di modelle famose e donne dell'alta
società del tempo, Babe Paley, Dovima, Jean Patchett e Carmen Dell'Orefice.
Negli stessi anni lavora regolarmente con altre riviste americane come Life Magazine e Cosmopolitan (per la quale ritrae Grace Kelly nel 1955); inoltre realizza importanti campagne pubblicitarie
per alcuni clienti, tra cui Dior, Elizabeth Arden, Max Factor, L'Oréal e Helena
Rubenstein.
Profondamente inventivo, sperimentatore e
spesso in opposizione ai codici convenzionali, Blumenfeld sviluppa uno stile proprio, utilizzando il fotomontaggio, la
solarizzazione, le diapositive a colori e un’infinità di tecniche ibride.
Fin
dall'inizio è influenzato dall'idea della fotografia
come arte. Volendo essere considerato come un artista d'avanguardia piuttosto che come un fotografo di moda,
introduce un’“arte di contrabbando”
nei progetti commerciali. Blumenfeld, infatti, traeva spesso ispirazione dalla storia dell'arte, dal suo interesse per
la grafica, e trovava il modo di citare i grandi pittori, ad esempio
reinterpretando con un tocco di modernità l’opera di Vermeer La ragazza con
l'orecchino di perla per Vogue US o rifacendosi all’opera di Manet Bar
des Folies Bergères per un servizio pubblicato su Harper’s Bazaar nel 1941.
Blumenfeld Studio – New York, 1941-1960
Fino al 30 marzo 2014
Orari: tutti i giorni, ore 10.30 – 19.30; mercoledì
e giovedì, ore 10.30 – 21.00
Mostra co-prodotta dal Museo Nicéphore
Niépce, Chalon-sur-Saône e dal Museo Folkwang, Essen
Galleria Carla
Sozzani, Corso Como 10, Milano; tel. 02.65353
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