Gli stivali
hanno saputo conquistare l’immaginario collettivo, complice il supporto fornito
da personaggi di fantasia che in essi hanno trovato il loro segno di
riconoscimento: dal Gatto con gli Stivali, protagonista dell’omonima e
celebre fiaba popolare, a I Tre Moschettieri di Alexander Dumas. A dar manforte, una miriade di personaggi
cinematografici: per citarne qualcuno, John Wayne con i suoi camperos,
Robert Redford con gli inseparabili stivaletti da aviatore nel film “La mia Africa”, Catherine Deneuve con
fiammanti gambali appuntiti e tagliati a V sotto il ginocchio ne “La ragazza con gli stivali rossi” di
Jean Louis Buñuel, Jane Fonda e l’interpretazione di Barbarella divenuta celeberrima anche
grazie ai cuissardes quasi inguinali, quintessenza di audacia e sensualità.
Dal grande schermo al guardaroba di noi altri, il passo è
stato breve. E così, gli stivali sono
divenuti protagonisti indiscussi sia del côté
femminile che di quello maschile: utili e indispensabili nella stagione invernale,
dimostrano di possedere una versatilità a tutto tondo se visti nel loro
approccio con la moda. Un legame che si è consolidato nel tempo, tanto da
trasformare gli stivali in un must have
perfetto in ogni stagione, complice l’elevata qualità dell’italian style.
Parlando proprio di
made in Italy, gli stivali femminili e maschili prodotti nel nostro Paese
occupano un posto di rilievo in tutte le vetrine del mondo, evocando i valori
classicamente associati alle produzioni italiane. Eccellenza tecnica e ricerca stilistica sono i fattori chiave di
successo con i quali vincere le sfide con i competitors. Un giusto mix che ha
consentito nel tempo di coniugare la
tradizione artigianale con l’innovazione in termini di stile. Un percorso
non semplice, reso possibile dalla cura
riposta nella scelta dei materiali, spesso ricercati, a volte inusuali, e
dall’attenzione per la modellistica, che tende a privilegiare il comfort ad
ogni costo. La realizzazione di un
paio di stivali parte da una meticolosa valutazione delle forme, della suola e
dei tacchi oltre che dei materiali certificati da utilizzare per ottenere una
comodità che non sacrifica la bellezza estetica.
Dal canto loro gli stivali vantano una storia di tutto rispetto:
molte, infatti, sono le tappe che li hanno portati dagli antichi Greci, quando
coprivano solo la caviglia, ai giorni nostri. A metà
polpaccio nel 1500 e fino al ginocchio nel 1700, erano prerogativa degli uomini
di potere o dei militari; con i lacci e i bottoni nel 1800 conquistano anche le
donne. Nel 1900, divenuti oramai una consuetudine, vestono dame eleganti e
signore bon ton. Ma è negli anni ’70
che vedono una nuova vita. Correva il tempo di Mary Quant e delle sue gonne ben
sopra il ginocchio: gli stivali escono così allo scoperto. Si mettono in mostra e mostrano le gambe,
senza pudori né esitazioni, bensì con un pizzico di ironia. Questo è il
primo passo della scalata nell’olimpo della moda e della creazione con essa di
un legame indissolubile. Un legame consolidato nel tempo, che ha reso gli
stivali i protagonisti di un processo creativo e stilistico inarrestabile e li
ha introdotti nei guardaroba di dive, celebreties e semplici estimatrici dello
stile. Sono così andati ben oltre il
concetto di stagionalità, diventando un passe-partout valido tutto l’anno:
complici personaggi come Miranda Kerr e Kate Moss che li indossano anche
d’estate, gli stivali hanno subito un’ulteriore interpretazione, assumendo i
tratti di summer boots, realizzati
in pelle sfoderata, camoscio o tela, da indossare con shorts e abiti leggeri.
Materiali: cuoio, suede, vernice, pelle. Quest’ultima anche stampata o
invecchiata. E poi, cavas, denim, velluto, rete, tulle, raso, pelliccia, lana
tricottata. Con ricami e decorazioni di perline, cristalli, paillettes,
borchie, piume, nastri.
Forme: largo, dritto e comodo, fino al ginocchio o a metà polpaccio,
nei modelli unisex. Aderente, persino a calza; morbido, quasi afflosciato; con
bordo in contrasto di colore o con risvolto; chiuso in alto da un cinturino o
stretto da una coulisse; chiuso dietro da lacci o fibbiette.
Suole: di diversi materiali, a seconda del look e dello stile. Il
classico e super intramontabile vero cuoio, eccellenza tutta italiana: leggero
e flessibile. La gomma carrarmato o la para nei modelli destinati all’inverno.
Non da ultimo, la sperimentazione della
corda, della plastica, persino del camoscio e del sughero.
Colori: il marrone e il cuoio, il nero e il grigio, il blu e il
bordeaux. Ma anche il rosso rubino e il verde bottiglia o militare; tutta la
gamma dei pastello, fino al bianco; i fluorescenti; i metallizzati e i
marmorizzati. E perché no, un mix multicolor o grafismi optical.
Tacchi: basso e squadrato, solido e rientrante. A stiletto e a spillo; a
rocchetto e da gattina; a cono rovesciato o a parallelepipedo; a banana e a
virgola; scultoreo e di design. Sì anche a zeppa e plateaux interni. Dai 2
centimetri si arriva in un battibaleno ai 15 centimetri di altezza.
Modelli: camperos e texani, da cavallo e da biker, Beatles e doposci.
Stringati alla russa o alla Belle Epoque; con le frange da squaw; con la fibbia
alla Richelieu; cut-off, bondage, a gabbia. La nuova tendenza: open toe e
slingback. Classici evergreen: i cuissardes.
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