Si è
concluso ieri il Salone del Mobile e con esso il Fuorisalone, appuntamento che
più di ogni altro anima e riempie le vie di Milano di intenditori, cultori o
semplici estimatori del design e, più in generale, del senso del bello. Un
appuntamento in cui, in molti casi, il design incontra la moda, dando vita a un
connubio dall’ineguagliabile originalità e creatività, nell’esaltazione
concertata di qualità, artigianalità e made in Italy.
Ripensando
alle installazioni viste, una di quelle che maggiormente mi ha colpita è Missoni Mirroring,
ospitata nello showroom di via Solferino 9 del celeberrimo marchio di moda
italiano. Un’esperienza di cui amo parlare al presente per l’emozionalità
trasmessa e per i valori – nonché i significati – di cui si è fatta portavoce. La capacità evocativa del colore associata
alla forza della luce, il tutto al ritmo di intense note musicali: un gioco
di rimandi e suggestioni, che catturano l’anima in un’affascinante esplorazione
dalla quale tornare arricchiti.
Missoni
Mirroring è gioco di specchi. Riflessi di colore e di pattern. Sdoppiamenti,
capovolgimenti, rotazioni, rifrazioni di superfici e di forme. Un
caleidoscopico incontrarsi, incastrarsi e compenetrarsi di spazi e di tempi,
evocazioni e innovazioni. Oggi e memoria, moda e museo, fiammati e zigzag,
nuovi vasi ellittici, specchiere e arazzi patchwork d’epoca compongono un
fluido continuum di suggestioni.
Un
patchwork in scala ambientale, multimediale, che rispecchia l’attualità e la
storia, l’estetica e le tecniche della maison di Sumirago. Un’illusione ottica
che proietta il passato oltre il presente. E diventa trama virtuale e tattile,
tessuto d’immagini bi e tri-dimensionali, rassegna antologica di video
d’artista, che Missoni, la sua storia e la sua oltre sessantennale ricerca
fanno confluire in questa speciale installazione.
Un
progetto che riprende e prelude alla mostra “Missoni,
l’Arte, il Colore”, inaugurata al MA*GA di Gallarate ieri e che
rende omaggio all’inventiva di Ottavio e Rosita Missoni. Storici arazzi
patchwork appartenenti alla famiglia parlano con modelli emblematici delle
collezioni della Maison, realizzate a partire dagli anni ’60. Una
contaminazione tra arte, cultura e moda che trova validazione nell’esposizione
di esemplari opere d’arte visiva del nostro Novecento. Dipinti e opere
plastiche di maestri come Burri e Delaunay, Balla e Depero, Kandinsky e Klee,
Severini e Prampolini, Fontana, Munari e Veronesi, Dorazio, Vedova e Accardi e
molti altri pionieri della modernità. Maestri italiani ed europei che hanno
rotto con il passato e la tradizione, astraendo la figura fino a renderla una
forma o una composizione di forme geometriche semplici e colori, frutto di una
ricerca non di rado sorprendentemente affine a quella compiuta dai capostipiti
Missoni nell’ambito della maglia, del tessuto, della moda.
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