Nell’ambito di EXPO IN CITTÀ, Comune di Milano - Cultura,
Polo Musei Storici e Musei Archeologici, la Fratelli Alinari Fondazione per la Storia
della Fotografia e l’Estate Brassaï, con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia e in collaborazione con Comune di Parigi, Dipartimento Mostre; Institut français Milano e Camera di Commercio e Industria francese in
Italia presentano
a Palazzo
Morando Costume Moda Immagine, in anteprima in Italia, la mostra a cura di Agnès de Gouvion Saint Cyr: “Brassaï.
Pour l’amour de Paris”, visitabile fino al 28
giugno 2015.
L’esposizione, una selezione di circa 260
fotografie originali, è
stata ideata per il Comune di Parigi da Philippe Ribeyrolles, nipote di Brassaï e gestore dell’omonimo
Archivio (Estate Brassaï), ed esposta all’Hotel de Ville dall’8 novembre 2013
al 29 marzo 2014.
“Brassaï. Pour l’amour de Paris”, dedicata all’opera intensa e luminosa di
uno dei più grandi fotografi del Novecento, racconta la storia eccezionale di una passione, quella che ha unito per
più di cinquant’anni il fotografo agli angoli e ai più nascosti recessi della
capitale francese, ma anche a tutti quegli intellettuali, artisti, grandi
famiglie, prostitute e mascalzoni, che hanno contribuito alla leggenda di
Parigi. Diviene, così, l’occasione di una vera e propria scoperta,
l’opportunità di conoscere l’intensa attività di questo straordinario autore
che approda a Parigi ancora bambino e che per tutta la vita
vivrà la capitale francese come fonte delle sue riflessioni e fil rouge del suo lavoro.
Nato nel 1899 a Brasso (l’attuale Braşov)
in Transilvania, Gyula
Halász (prende
il nome di Brassaï
quando
inizia a fotografare nel 1929) ha solo quattro anni quando suo padre lo porta
con sé a Parigi, dove è stato invitato, in qualità di professore di
letteratura, a trascorrere un anno sabbatico. Questo periodo affascina il
giovane e resta impresso nella sua memoria.
Il fascino per Parigi porta infatti
Brassaï a raggiungere la “Ville des lumières” nel 1924, dopo i suoi studi
d’arte a Berlino. Ben presto incontra Robert
Desnos e Jacques
Prévert, i quali lo inseriscono nell’ambiente
degli artisti e degli intellettuali che hanno contribuito a rinominare gli Anni Folli di Montparnasse e lo introducono al surrealismo. Brassaï
in quegli anni ricerca gli oggetti più ordinari e ne trasforma il significato,
osa giustapposizioni insolite e defamiliarizza la percezione, togliendo il
reale dal suo contesto. Il suo pensiero si concentra nel trasformare il
reale in decoro irreale. Ecco come nascerà la sua ostinata ricerca dei graffiti a partire dal 1929.
Allo
stesso tempo Brassaï inizia a inseguire, nella luce
notturna della città, una Parigi
insolita, sconosciuta e finora non degna di
attenzione.
Durante le sue lunghe passeggiate che lo portano solo o in compagnia di Henry
Miller, Blaise
Cendrars e Jacques
Prévert,
complici nell’alimentare le sue curiosità, rende visibili le umili prostitute
dei quartieri “caldi” o i lavoratori della notte alle Halles, trasforma il
rigore classico dell’architettura parigina in scene particolari e fissa
l’insolita bellezza delle silhouettes fuggitive, delle illuminazioni accecanti
o delle nebbie della Senna. Questo flaneur impenitente descrive la città seguendo i punti di vista che gli sono propri e che
la luce cittadina gli offre, come la visione panoramica di Parigi dall’alto
della torre di Notre Dame, il riflesso ripetuto all’infinito degli archi del
ponte sulla Senna, la pavimentazione dei Jardins des Tuileries disegnata
dall’ombra dei cancelli, i fiori del castagno che emergono dalla notte come un
bouquet nuziale o le apparizioni delle “belle di notte” nei portici oscuri.
Nel
1932 Picasso,
impressionato dal lavoro di Brassaï, gli affida il compito di fotografare la
sua opera scultorea,
fino ad allora sconosciuta e che deve essere pubblicata nel primo numero di una
nuova rivista d’arte: “Le Minotaure”. I
due artisti scoprono di avere gusti e affascinazioni in comune che hanno
segnato il loro lavoro: le atmosfere sensuali delle Folies Bergères, e non
è sorprendente per questi innamorati delle forme femminili o di quelle, sempre
misteriose, delle feste alle fiere in cui regnano cartomanti e indovini. Tra
tanti spettacoli, quello che attira maggiormente la loro attenzione è
certamente il circo. Qui vi ritrovano la bellezza dei corpi
umani e la virtuosità degli sforzi fisici, il dialogo tra la bestia e l’uomo,
il senso dell’equilibrio e il gusto per il mistero.
Scopritore infaticabile della Parigi
notturna, Brassaï non è insensibile al
fascino della capitale alla luce del giorno. Egli propone una visione del
tutto personale dei giardini del Luxembourg, una sedia abbandonata, un leone
minaccioso sotto la neve, piccoli artigiani - il gelataio, il venditore di
palloncini, un fotografo ambulante, il giardiniere che raccoglie le foglie o le
statue svestite.
Prova
la stessa naturale empatia per gli argini della Senna che egli percorre per
incontrare gli innamorati, i pescatori, i senza tetto e persino i cani. Passa da un quartiere all’altro – il
Quartiere Latino, Bercy, Auteuil – e analizza le specificità di ciascuno.
Mentre documenta la vita
reale di
questi spazi, sa anche catturare "lo spirito di ogni quartiere di Parigi:
la folla elegante di rue de Rivoli, i passanti davanti ai negozi dei Grands
Boulevards, i carbonai lungo la Senna a Bercy, ma anche l’imponenza dei
monumenti, la torre Eiffel, l’Arco di Trionfo e soprattutto Notre-Dame e i suoi
doccioni zoomorfi che rappresenta di giorno, come di notte. Così, da qualsiasi lato si guardi il suo
lavoro, vi si ritrova Parigi, sempre Parigi”.
Brassaï - Pour l’amour de Paris
Fino
al 28 giugno 2015
Palazzo
Morando Costume Moda Immagine, via Sant’Andrea 6,
Milano
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