Cosa
può venire in mente pensando a un bellissimo paio di scarpe dall’inconfondibile
fibbia squadrata in punta, con due celeberrime iniziali – R.V. – impresse con un carattere sì arzigogolato quanto femminile?
Senza troppe esitazioni, il pensiero corre a Monsieur Roger Vivier e alle sue mirabili
creazioni, quintessenza di un senso del bello e dello stile più autentico,
racchiuso in una raffinatezza e un’eleganza pressoché uniche.
Convinto
sostenitore del fatto che si debbano scoprire
le forme antiche per reinterpretarle alla luce del nostro tempo, Roger Vivier
ama attualizzare le sue calzature con quei piccoli accorgimenti legati a uno
stile di vita decisamente più dinamico, che impone un passo frenetico e un
utilizzo meno formale anche dei modelli più preziosi, un tempo riservati solo
alle rare occasioni cerimoniali.
Una
definizione piuttosto semplice di uno stile che ha contraddistinto la storia
della calzatura con modelli
inconfondibili alla vista così come impareggiabili
nel confort e, in ogni caso, perfetta summa
esplicativa del cuore delle sue creazioni.
Scultore della scarpa, indomito inventore e
fantasioso sperimentatore, nel corso della sua carriera artistica ha scritto le
pagine più importanti della storia della moda, realizzando creazioni divenute
icone ed entrate di diritto nell’Olimpo dei divini. Modelli che, oggi come
allora, godono di un fascino unico, reso tale dalle forme sublimi, dai materiali
di altissima qualità e dalla manifattura eccellente. Virgola, Cancan, Pulcinella, Guignol sono solo alcuni dei nomi di
battesimo - coniati dallo stesso Vivier - dati a creazioni talmente prestigiose
da essere accolte nelle sale del Victoria and Albert Museum di Londra, del
Metropolitan di New York, del Museo delle Arti e della Moda di Parigi.
Definito
a ragion veduta il “Fragonard” e il “Fabergé” delle calzature, Roger Vivier ha potuto vantare una
clientela prestigiosa, composta da dive cinematografiche del calibro di Ava
Gardner e Catherine Deneuve così come da teste coronate, tra le quali svetta la
Regina Elisabetta per la quale aveva realizzato uno speciale modello in
occasione della sua ascesa ufficiale al trono nel 1953.
Parigino
di nascita, respira sin da piccolo lo charme dell’estetica più nobile,
assaporandone le caratteristiche autentiche e plasmando su di esse uno stile
tutto suo, figlio di una naturale predisposizione al bello. Dopo aver
frequentato l’Ecole des Beaux Arts, quasi
casualmente scopre il mondo della calzatura, complice l’esortazione di
alcuni amici a disegnare una collezione stravagante. Inizia così una lunga carriera che lo porta a collaborare con Pinet e
Bally in Francia, con Rayne e Turnet in Gran Bretagna, con Miller e Delman
negli Stati Uniti. Ed è proprio una scarpa ortopedica, disegnata per Delman e
da lui scartata – per essere poi realizzata da Elsa Schiaparelli – a lanciare
negli anni ’40 la moda della zeppa. Rimasto in America durante la guerra, apre con Suzanne Remi, in Madison Avenue,
un negozio da modista, che ben presto diviene un punto di ritrovo immancabile
per tutti coloro che seguono la moda. Nel
1947 rientra a Parigi: l’incontro con Christian Dior si rivela cruciale per il
proprio destino. Il couturier, infatti, gli affida la parte stilistica dedicata
alle calzature. Nel tempo, dal “su
misura” Vivier passa a un concetto di moda allargata, realizzando linee di
prêt-à-porter. Dopo dieci anni di sodalizio con la
Maison Dior, nel 1957, decide di
mettersi in proprio, dando vita a quel marchio dalle inconfondibili sigle
puntate che ha calzato i piedi di dive e divine, facendo sentire un po’ tutte
principesse di un mondo incantato.
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