Fotografo
americano, tra i più grandi nel panorama della moda, ha avuto il grande plauso
di rendere i modelli delle sue immagini – scattate a partire dagli anni ’40 –
attori di scenari inusuali per le
abitudini dell’epoca: zoo, circhi, piste di lancio, discariche di rifiuti.
Antesignano di quello che poi diventerà il moderno concetto di redazionale di
moda, Richard
Avedon fa uscire il set dallo studio, ambientandolo in luoghi sempre
diversi, originali e, proprio per questo, fascinosi. Uno sguardo visionario
sulla fotografia, autenticato dall’incoraggiamento
dei suoi soggetti a muoversi il più liberamente possibile, in modo da ottenere
immagini spontanee, veritiere e di grande naturalezza.
Dopo
aver studiato filosofia alla Columbia University, parte per la guerra. Al suo
ritorno, nel 1944, inizia a occuparsi di
fotografia e conosce Alexey Brodovitch, il direttore artistico di Harper’s
Bazaar, per cui inizia a lavorare nel 1945. Un’atmosfera dai toni
intellettuali, quella di Brodovitch, dalla quale Avedon non si distacca
più. La collaborazione con la rivista prosegue anche con i successivi
direttori, sino al 1984: un lavoro portato avanti in tandem – dal 1966 al 1990
- con Vogue.
Avedon nelle sue fotografie punta
l’obiettivo sulla “geografia emozionale” del viso e del corpo; utilizza
particolari ottiche grandangolari, profonde angolature e luci stroboscopiche.
Tratto distintivo del suo stile, lo sfondo: quasi sempre bianco, svuota
l’immagine, per privarla di qualsiasi riferimento.
Ha scoperto e lanciato le modelle più
importanti, da Dovina a Suzy Parker a Veruschka, da Twiggy a Penelope Tree,
passando per Lauren Hutton e Benedetta Barzini.
Al grande pubblico il suo lavoro è balzato
agli occhi attraverso campagne pubblicitarie e spot televisivi per Revlon,
Chanel, Dior e Versace nonché per oi calendari Pirelli del 1995 e del 1997.
Devoto alla novità in tout court intesa, è stato il primo a fotografare un uomo per la copertina di una rivista
femminile: si trattava di Steve McQueen.
Innumerevoli i suoi scatti così come le
rassegne a lui dedicate: nel 1974, i suoi ritratti del padre Jacob Jsrael
al Metropolitan of Modern Art (Moma); nel 1978, una retrospettiva delle sue
foto di moda al Metropolitan Museum of Art di New York; nel 1994, invece, una
grande mostra itinerante, intitolata Evidence,
1944-1994.
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