L’arte
fotografica di Giovanni
Gastel protagonista di una spettacolare mostra ospitata a Palazzo
della Ragione Fotografia di Milano fino al 13 novembre 2016. “Giovanni
Gastel”, questo il titolo dell’esposizione, realizzata a cura di Germano Celant, è promossa e prodotta
dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo
della Ragione, Image Service ed in collaborazione con Civita, Contrasto e GAmm
Giunti. Esposta, un’ampia antologica del ricco percorso del fotografo, dai
suoi esordi negli anni ’70 ad oggi, che mira a presentare la complessità della
sua ricerca nell’ambito della moda, dell’informazione e della sperimentazione
visiva. Un viaggio per immagini nell’universo di Giovanni Gastel, che consente
di tracciarne l’evoluzione stilistica e la formazione teatrale, il rapporto con
la poesia e il profondo legame con il mondo della moda e del design. Un
percorso creativo che trova nella commistione delle forme d’arte e nel dialogo
le sue ragioni d’essere. Ed è così che emerge un ritratto vero e proprio di
Giovanni Gastel, in cui si intrecciano le vicende biografiche, famigliari e professionali
nonché il metodo di lavoro, basato sull’analisi e la proposta seriale del
soggetto trattato. Una lettura inedita, che contestualizza le sequenze
fotografiche, prodotte per riviste e settimanali, quale proposta narrativa e
poetica, composta di diversi capitoli. Un modo di “scrivere” per immagini,
riflesso delle parole che appaiono nelle sue poesie e nella sua scrittura
autobiografica. Il corpus espositivo comprende
un intreccio tra materiali relativi alle vicende biografiche quanto documenti
che testimoniano la classicità e la varietà della sperimentazione del
fotografo-artista.
Per
capire il profilo culturale di Giovanni Gastel è importante rapportarlo al
contesto in cui sviluppa la sua formazione. Nato a Milano nel 1955 da Ida Pace
Visconti di Modrone, detta Nane, appartenente alla famiglia Visconti che risale
all’undicesimo secolo e dal 1277 al 1447 ha governato il Ducato di Milano, e da
Giuseppe Gastel, imprenditore, ha sapientemente combinato due mondi differenti
ma fonti di grandi ispirazioni quali quello dell’alta aristocrazia italiana e
quello dell’imprenditoria borghese. Un magico sodalizio, enfatizzato dal boom
culturale ed industriale degli anni ’70, che ha accompagnato Giovanni nella sua
prima formazione estetica e artistica in ambito teatrale, influenzato dallo zio
Luchino Visconti. Il legame con la parola si consolida poi nella scrittura
poetica, che sin dagli anni del liceo lo appassiona al punto da pubblicare nel
1971, a soli 16 anni, una prima raccolta di liriche, Kasbah. Dal 1972, durante
i viaggi in Africa e sulla costa del Mediterraneo, comincia a scattare
immagini, come ricerca autonoma del medium fotografico. Nello stesso anno vende
la sua prima fotografia, anche se solo in seguito capirà il suo valore
professionale. Tra il 1975 e 1976 comincia a produrre still life per la casa
d’aste Christie’s ed elabora l’identità visiva di diverse aziende italiane.
Nei
primi anni ’80 l’incontro con la sua agente Carla Ghiglieri lo porta alle prime
importanti collaborazioni con il mondo della moda, in particolare, con Vogue
Italia ed Edimoda, editore di “Donna” e “Mondo Uomo”, dove forma il suo
immaginario, legato al fenomeno dell’esplosione globale del Made in Italy. È il
periodo in cui scatta servizi nei quali diversifica il suo punto di vista:
dall’indossato di 4 Colori Almeno,
“Donna”, 1982, allo still life di Design
Mare, “Mondo Uomo”, 1985. Questo periodo lo porta anche a sviluppare legami
con stilisti e maison quali Capucci, Krizia, Versace. Dal 1987 al 1997, anni
passati tra Parigi e Milano, elabora con Dior e Guerlain il rinnovamento della
loro immagine, lavorando sia sui cataloghi di collezione sia su specifici
oggetti come i profumi Samsara (1989) o Miss Dior (1992) o i gioielli Chopard
(2002). Al contempo, sia il modo di interpretare lo still life in una visione
ironica e personale, sia la qualità delle immagini scattate in studio o in
esterno per la moda, trovano riconoscimento anche nel mondo della fotografia.
Sono dedicate al suo lavoro diverse esposizioni personali, tra cui Convergenze
di Stili, Trussardi – Gastel, 1982-1987 (1987) e Gastel per Donna (1991) fino a Giovanni Gastel. La fotografia
velata (1997) che fa il punto sul suo lavoro d’informazione e immaginazione nell’universo
della moda e del design e che permette al fotografo-artista di aprirsi
maggiormente alla sperimentazione e alla ricerca visiva a 360 gradi. Dai primi
anni ’80 a oggi Gastel ha collaborato con più di 50 testate italiane e
internazionali e pubblicato circa 130 copertine; ha prodotto più di 500 tra
campagne e cataloghi per diverse case di moda e grandi firme di beauty,
gioiello e design; ha scattato più di 300 ritratti in bianco e nero e a colori.
In
40 anni la ricchezza della sua arte fotografica si è sviluppata attraverso
l’uso privilegiato del banco ottico e delle lastre Polaroid 20x25, aprendosi
alla tecnologia digitale non appena ne ha intuito le potenzialità.
Un
display labirintico espone tutto ciò, che passa in rassegna il carattere della sua
narrativa, la modalità personale dell’uso della luce e il confronto con i
soggetti. È un ininterrotto scambio tra la sua formazione e la sua professione,
il suo muoversi nel mondo imprenditoriale e dei media contemporanei, sempre
coltivando la sua passione poetica. Il dedalo,
ideato dallo studio Lissoni Architettura, amplifica la creatività molteplice di
Gastel che si muove tra fashion e design, ritratto e still life, senza
dimenticare di estendere sempre di più il limite estetico e tecnico del
fotografare.
A corollario
dell’esposizione, una monografia pubblicata da Silvana Editoriale S.p.A., a
cura di Germano Celant e con progetto grafico dello studio GraphX. Un viaggio
per immagini che solca le tappe fondamentali della vita artistica di Gastel: le
riviste, le campagne pubblicitarie, le mostre.
Giovanni
Gastel
Palazzo della Ragione Fotografia
Piazza Mercanti 1, Milano
Fino al 13 novembre 2016
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