Cosa
succede quando un marchio e un territorio si scoprono indissolubilmente legati
tra loro al punto tale da richiamarsi a vicenda nella comune categoria
d’appartenenza – quella calzaturiera -, rafforzando la loro inossidabile
liaison? È presto detto…divengono una coppia d’assi che non teme eguali e si
pone nel firmamento delle supernovae, brillando di luce propria.
I
due protagonisti di questo magnifico –quasi fiabesco – sodalizio sono Caovilla e
la Riviera del
Brenta, alle porte di Venezia: due attori protagonisti della storia
e dell’evoluzione dell’attività calzaturiera italiana.
Nata
negli anni ’50 come una piccola bottega artigiana, viene trasformata da René Caovilla
in una maison de couture tutta dedicata al culto delle souliers più
sofisticate, preziose ed eleganti che si possano immaginare. René Caovilla dimostra da subito
un’attitudine più da scultore e da gioielliere che da semplice calzolaio. Per
lui la cura del dettaglio, l’utilizzo di materiali preziosi, l’abilità manuale
e l’eccellenza produttiva divengono i comandamenti sui quali sviluppare
un’attività unica nel suo genere, progenitrice di “oggetti d’arte chiamati scarpe” come vengono definiti ben presto a
ragion veduta. Un’espressione che diviene il leitmotiv del brand e
sintetizza in maniera emblematica lo spirito alla base delle sublimi calzature
firmate Caovilla. Calzature che da subito attraggono l’attenzione dei grandi
sarti, complice la volontà dell’artista di collocarsi nella fascia alta del
mercato, con scarpe da sera, ultra preziose, da red carpet e prime ultra
mondane.
Un mondo, quello di Caovilla, che risente
ampiamente delle influenze veneziane alle quali rimanda in continuazione vuoi
per le forme vuoi per i materiali. Non è strano, quindi, che ammirando le
sue calzature rivivano ai giorni nostri atmosfere goldoniane, di gran duchi e
nobildonne, costellate di preziosità, sfarzi e opulenze, volti a manifestare un
lusso aristocratico, quasi d’antan.
Un’atmosfera che si respira a pieni polmoni
anche nelle sue boutique sparse in giro per il mondo nelle città più glamour:
arredate come antichi boudoir, impreziosite da drappi, broccati, tendaggi e
tappezzerie, creano la giusta ambientazione per presentare con successo le sue collezioni, veri e propri voli
pindarici in un universo fantasioso, dominato da un incanto principesco.
Nel 1970 per Caovilla inizia il sodalizio
artistico con il couturier Valentino Garavani, per il quale per vent’anni crea
collezioni di scarpe siglate Valentino by
René Caovilla. Un marchio per veri e propri intenditori, devoti al
culto della calzatura così come degli accessori nati dall’incontro tra i due. Seguono altre importanti collaborazioni con
il mondo dell’alta moda, come, per esempio, quella con la Maison Dior sotto
l’egida di John Galliano, dal 1990 al 1995, che vanta creazioni oniriche e
immaginifiche, in bilico tra fiaba e realtà. E via scorrendo…Gianfranco Ferré, Ralph Lauren, Chanel sono
gli altri prestigiosi marchi che hanno visto la partecipazione di Caovilla.
In particolare, l’esperienza con Karl Lagerfeld, deus ex machina di Chanel, chiude nel 2000 l’era delle partnership
con il fashion world: da allora in poi
Caovilla si dedica esclusivamente alle calzature gioiello che portano il suo
nome, con l’aiuto della moglie Paola Caovilla Buratto, autrice, tra
l’altro, di libri sul mondo del lusso e responsabile della comunicazione del
marchio.
L’icona assoluta della Maison è
rappresentata dallo Snake Sandal, il
sandalo serpente: un modello da sera, caratterizzato da un filo tempestato di
cristalli che cinge a spirale la caviglia come un bracciale, lo stesso
utilizzato come simbolo del marchio.
Ad
avvalorare questo spirito esclusivo, le decorazioni floreali in tessuti diversi,
le lavorazioni con cristalli Swarovski, le inclusioni di perle di vetro,
elaborati e filiformi intrecci in pelle o velluto, pizzi preziosi come quelli
di Burano: un utilizzo scrupoloso di
materiali unici e pregiati, spesso legati alla storia e alla cultura del
territorio, reinterpretati in chiave contemporanea per creazioni al sapor di gioiello.
L’emozione nell’indossarle è impareggiabile, per un attimo l’evocazione di
tempi andati e luoghi lontani pervade l’atmosfera, imponendosi prepotentemente
nell’attuale giungla consumistica, il più delle volte attenta alle tendenze e
meno alle istanze associate a un qualsiasi capo o accessorio.
Caovilla non ha mancato d’incantare il
mondo delle celebrities. Sono cadute vittime del fascino e dell’eleganza
delle sue calzature donne appartenenti a mondi alquanto differenti, come la
rockstar Madonna e la principessa Caroline di Monaco, ma anche attrici del
calibro di Sharon Stone e Sophia Loren.
I
suoi modelli – prodotti in circa 200 paia al giorno nella sede
dell’azienda-atelier di Stra – sono caratterizzati dalla scelta di materiali inusuali e molto preziosi (requisititi che
concorrono alla realizzazione di creazioni uniche, come i sandali da 90mila
euro custoditi in una teca da Harrods a Londra) e dall’impiego di tecniche artigianali, ormai una vera e propria rarità. Sulla
scia di queste considerazioni, una
distribuzione selettiva e controllata in pochi negozi al mondo (monomarca o
shop in shop presso esclusivi mall center), preserva e accresce l’esclusività
del marchio. Venezia, Milano, Parigi, Londra, Dubai, Hong Kong, Shangai, Tokyo
sono le zone presidiate.
Ça va sans dire, molti i riconoscimenti
ricevuti, come quello assegnato dal magazine americano del lusso Robb Report e
consistente in un importante premio per la categoria “Best Evening Shoes”.
Una
fiaba dal retrogusto di realtà o viceversa che dir si voglia. In ogni caso una
storia che sa di eccellenza, storia, cultura e passione. Che ha fatto della
moda e dell’arte un’unica cosa, apprezzabile quotidianamente in oggetti unici
pronti per essere indossati e viaggiare con la mente in un mondo onirico, con i
piedi però ben saldati a terra.
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