È un Bonatti al lavoro quello
che emerge dalle pagine di Giorno per giorno, l’avventura. Appunti
radiofonici. Scorrendo il volume si rivivono gli eventi, i nomi e
luoghi che il grande alpinista teneva a rievocare raccontando a braccio sulla
base dei suoi appunti o scegliendo le pagine migliori dei suoi libri, e si
leggono le domande che avrebbe fatto agli ospiti invitati in trasmissione.
Chiamato all’inedita “avventura” radiofonica, per la prima volta Bonatti si
trova a poter usare solo la voce per suscitare nel pubblico le emozioni da lui
provate e per ricreare nella fantasia degli ascoltatori le immagini da lui
raccolte nei luoghi più inesplorati della Terra. Frammenti di memoria,
itinerari, appunti, quindi; ma anche note scritte nelle pause tra un intervento
e l'altro: il libro diviene così lo sguardo nel pensiero e nella memoria
del grande personaggio, rappresentando una sorta di “making of”, di dietro le
quinte dell’avventura targata Walter Bonatti. Un’avventura comunicativa,
preparata con dedizione, passione e impegno, quintessenza di montagna, mondo e
pensieri privati che in questa forma non hanno mai trovato validazione. Perché
come affermava lo stesso Bonatti, scoprire se stessi è indubbiamente la più
stimolante delle avventure, ma lo è ancor più se questa ricerca ha per sfondo
la grande natura intatta, rimasta fuori dalla portata di chi troppo spesso non
sa, o non vuole, coglierne la preziosità. La natura è vita ed è la nostra
stessa salvezza, non soltanto fisica.
Il libro si inserisce nel
filone che celebra la figura di Walter Bonatti, affiancandosi alla mostra
Walter Bonatti. Fotografie di grandi spazi, visitabile sino all’8 marzo 2015 a
Palazzo della Ragione Fotografia di Milano.
Walter Bonatti nasce a Bergamo nel 1930.
Del 1951 è la sua prima grande impresa alpinistica: con Luciano Ghigo scala la
parete est del Grand Capucin nel gruppo del Monte Bianco. Nel 1954 Bonatti è il
più giovane partecipante alla spedizione capitanata da Ardito Desio, che
porterà Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sulla cima del K2. Nel 1955 scala
in solitaria e per la prima volta assoluta il pilastro sud-ovest del Petit Dru,
nel massiccio del Monte Bianco. Nell’inverno del 1965 scala in solitaria la
parete nord del Cervino aprendo una nuova via. È la sua ultima impresa di
alpinista estremo. Successivamente si dedicherà all’esplorazione e
all’avventura come inviato del settimanale Epoca, fino al 1979. A partire dagli
anni Sessanta pubblica numerosi libri che narrano le sue avventure in montagna
e negli angoli più sperduti del pianeta. Muore a Roma il 13 settembre 2011,
all’età di 81 anni.
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