Il verso della famosa canzone
dei Beatles, che hanno molto influenzato la carriera di art-director
prima e di artista poi di Flavio Lucchini, autore di visionarie
innovazioni sia che progettasse i giornali che hanno fatto epoca nell’editoria
di moda (come Amica, Vogue Italia, L’Uomo Vogue, Donna, Moda e molti altri) sia
che, per primo, affrontasse le interferenze tra arte e moda con la sua
ampissima e variegata ricerca artistica volta a togliere caducità e
frivolezza all’abito femminile.
Costante ricorrente nelle sue
opere, siano dipinti, disegni, sculture, altorilievi o digital-painting che
spaziano dall’haute couture ai burqa, l’uso del bianco, nei materiali
più disparati. Resina catalizzata, gesso, colori acrilici, materiali
tessili, acciaio dipinto, elaborazione pittorica di fotografie, sono gli
“strumenti” da piegare in drappeggi, volants, texture, volute, forme
geometriche o tracce di donna da scoprire nei volti incompiuti o nelle folle di
figure velate in cui il colore è solo un dettaglio superfluo.
Bianco come pagina da riempire
di emozioni, come lezione di purezza, come base per ogni sfumatura suggerita
dalla mente, come sintesi di scelte di vita sempre anticipatrici, creative e
calviniste.
Flavio Lucchini, art-director, editore,
artista e imprenditore, attività intraprese con la stessa passione e dedizione
in momenti diversi della sua vita, ha esposto in diverse mostre personali e
collettive, tra cui la 54° Biennale d’Arte di Venezia e la grande
antologica a lui dedicata nell’intero Palazzo Ducale di Sabbioneta, meta
culturale sotto il segno dell’Unesco.
Flavio Lucchini vive tra
Milano, Parigi e Dubai.
E’ anche fondatore e
presidente di Superstudio Group.
Per vedere il video: https://www.youtube.com/watch?v=6cF1WHT5kzQ
Fino al 31 luglio 2015
Ingresso libero
Superstudio, via Tortona 27, Milano.
Mar / Dom: 14.00 - 20.00
Chiuso tutti i lunedì.
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