mercoledì 5 giugno 2013

PEOPLE_Tom Ford: esteta, stilista e cultore dell'arte














Il 18 settembre 2011, in occasione della London Fashion Week, ha “debuttato” in passerella col suo marchio, presentando la collezione donna. Un debutto, se così si può definire, atteso. Sì perché Tom Ford ben abituato è a calcare le scene del glamour internazionale. Golden man che negli anni ’90 ha reinventato Gucci, facendone la più alta e completa espressione di desiderio modaiolo; anima creativa di Yves Saint Laurent; Re Mida negli anni zero della sua omonima label; spirito eclettico alla scoperta di nuovi orizzonti, devoto alla multidisciplinarità tanto da definire la moda come “il tutto” e quindi non solo vestiti ma arte, musica, design, grafica, trucco, acconciature, architettura, auto.
Texano di nascita ma newyorchese e parigino di formazione, con tanto di Studio 54 come scuola, ha vissuto il periodo più eccitante della Grande Mela, la fine dei 70s, quello dell’edonismo esclusivo di Warhol e Halston, che tanto lo hanno ispirato nei primi schizzi così come nelle collezioni future.
Innamorato del lusso e del bello, con quell’aria da divo quel tanto che basta perché posi personalmente per molte delle sue pubblicità, Tom Ford possiede quella dote innata di capire e anticipare l’evoluzione del gusto con linee, materiali, colori e suggestioni che diventano tendenza. Il suo indiscusso valore aggiunto è racchiuso nella capacità di guardare al passato per reinterpretare e mescolare le fonti in chiave moderna, ottenendo il nuovo dall’esistente. A sigillo di garanzia il suo imprinting creativo, come dimostrato dal mocassino col morsetto di Gucci riletto in versione plateau e dalla campagna pubblicitaria del profumo YSL M7 in cui il campione di arti marziali Samuel de Cubber posa nudo indossando un paio di occhiali da vista, evocando una foto del ’71 di Saint Laurent ritratto in modo analogo per il lancio di una fragranza maschile. Una lungimiranza creativa con un occhio al passato per creare sogno, desiderio, aspirazione, edonismo modernista.
Per Tom Ford bello fa rima con lusso, ma un lusso circondato da un alone élitario ed esclusivo e a cui tutto tende, comunicazione compresa: a lui il merito di aver compreso l’importanza di campagne pubblicitarie mirate, dal messaggio forte e seducente. Da qui le collaborazioni con Mario Testino, Richard Avedon, Steven Meisel, Helmut Newton, Herb Ritts.
Una carriera quella di Ford iniziata nel 1988 da Perry Ellis, sotto la direzione di Marc Jacobs, e proseguita a tambur battente con Gucci (1990-2004) e Yves Saint Laurent (2000-2004), per arrivare nel 2007 nella costellazione dei grandi nomi col proprio marchio, nato inizialmente come linea di profumi, cosmesi e eyewear: di quell’anno il profumo Black Orchid. Fatale, sensuale e ammaliante, avvolgente come un abbraccio, persistente ma non invasivo, con una nota dominante di orchidea nera (di cui possiede appositamente una piantagione), evoca lussi e atmosfere da elegante boudoir, tripudio di sete, damaschi e velluti. Presto si aggiungono le linee uomo (2007) e donna (2010) e il gioco è fatto, complice anche la creazione di pochi, selezionati e opulenti monomarca che molto dicono del suo universo lussuoso.
Comprare Tom Ford significa spingersi oltre un modello d’eleganza a cui ispirarsi e sposare uno stile di vita, fatto di ricerca del bello in ogni ambito di esclusiva quotidianità, per e far respirare eleganza.
La moda gli ha dato molto ma, forte del suo eclettismo culturale, nel 2009 si dedica alla settima arte e, ça va sans dire, è successo. Con la regia di “A single man”, tratto dall’omonimo romanzo di Christopher Ischerwood, presentato alla 66a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e interpretato da Colin Firth (vincitore della Coppa Volpi per la miglior interpretazione), Tom Ford esprime il suo senso estetico, in cui tutto è somma espressione di perfezione e desiderio.

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