mercoledì 26 giugno 2013

ABOUT_Borsa mon amour:






La borsa: dettaglio del codice vestimentario femminile e, al tempo stesso, pietra miliare nella definizione dello stile. Protagonista dello stilismo, mutevole come la moda stessa, si fa ascendere alla nascita del denaro e alle monete l’origine di quella che i Greci chiamavano byrsa, ossia cuoio.
La borsa, come ogni oggetto legato alla moda dell’abito, riflette nei secoli l’evoluzione del costume e, conseguentemente, della vita quotidiana: dalla aumonière venuta dalla Francia dopo le Crociate, in panno ma anche in seta e velluto, ricamata a mano dalle dame, alle scarselle, ai marsupi maschili, tempestati d’oro e gemme, fino alle borse rinascimentali, caratterizzate per il tessuto raffinato. In ogni caso, qualunque sia l’appartenenza, la foggia e il materiale, si tratta di borsa.
Nel ‘600, complici gli abiti ampi, dotati di maniche vaste e aperte, le sue apparizioni pubbliche vanno via via diradandosi, per poi ricomparire nel ‘700 nella versione piatta, appesa alla cintura, aperta in altezza e direttamente accessibile dall’abito.
Sotto l’epoca del Direttorio francese, la borsa ricompare in tutto il suo splendore come accessorio indispensabile per la donna alla moda: linea affusolata, appesa al braccio con nastri di seta.
Nel 1800, in un susseguirsi di apparizioni, sparizioni, recuperi preziosi, comincia a differenziarsi secondo l’uso: per abiti da pomeriggio, viaggio, spese.
La sua consacrazione, tuttavia, è cosa relativamente recente: siamo negli anni ’20 del ‘900. Nascono forme destinate a durare nel tempo, quasi sempre rettangolari, in vari pellami (marocchino, capretto, ecc.), piccole, sobrie, curate negli interni.  Se per la sera è d’obbligo la trousse in tartaruga, in argento (vero necessaire per il ritocco), per il giorno la borsa riceve l’investitura di accessorio di punta.
Passeranno alla storia: la borsa Chanel (busta minuta in nappa, satin, con il manico in catenella dorata, interamente percorsa dalle caratteristiche impunture a losanga); la serie per il giorno, la sera e il viaggio di Hermès, con tanto di dettagli ispirati alla selleria; le borse di Gucci e Gherardini.
Negli anni ’30 nascono alcune delle borse icona, che hanno fatto la storia del genere, traghettando fino ai giorni nostri ideali di stile ed eleganza unici e incomparabili: nel 1935 Hermès crea quella che a distanza di vent’anni piacerà talmente tanto a Grace Kelly da battezzarla col proprio nome; nel 1936 Elsa Schiaparelli lancia il secchiello cilindrico in pelle, provvisto di una lunga cinghia da portare a spalla, lasciando così le mani libere; nel 1937 Gucci propone il secchiello in cinghiale con banda in tela verde e rosso, che diventerà un classico.
In quel decennio la borsa è un continuo divenire di visioni, ispirazioni e rese formali: eccola a palla, a conchiglia, a orologio; ecco i colori marrone bruciato, avana, rosso cuoio di Russia nelle diverse gradazioni che tingono anche pellami pregiati come il coccodrillo, sogno di ogni donna prima del secondo conflitto mondiale, durante il quale, in mancanza di pelli, si usarono le borse in felpa, tessuto o velluto come quelle che Giuliana di Camerino, rifugiatasi in Svizzera, inventò, conquistando, a guerra conclusa, un enorme successo.
Accessorio importante, sia portata in parure con scarpe e guanti che non, la borsa degli anni ’50 è libera e formale.
Saranno però gli anni ’60 i più effervescenti per i molti temi, la raffinatezza dei dettagli in modelli che convivono con la moda e l’accendono: dalla pochette in nappa al bauletto in vernice, dalla sacca alla tracolla. Et voilà anche le borse hippie, sformate bisacce sfrangiate, orientaleggianti, decorate. Negli anni ’70 è la volta delle morbide, leggere e pregiate borse di Borbonese, in pelle trattata in modo da apparire cosparsa di piccoli occhi di pernice e di quelle di Louis Vuitton segno d’élite.
Con l’affermarsi del prêt-à-porter italiano, dagli anni ’70 in poi, la borsa si caratterizza da un lato per le novità nella concia dei pellami tradizionali, per la fantasia nella loro trasformazione, per l’affermazione di lavorazioni sostitutive del coccodrillo e della lucertola, per la vastità e la bellezza della gamma cromatica e i materiali spesso sorprendenti come il nylon indistruttibile, sigillo delle borse Prada che dagli anni ’80 vedono un successo planetario, dall’altro per il coinvolgimento sempre maggiore degli stilisti, simbolo dell’importanza dell’accessorio borsa nella definizione finale di uno stile. 

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