La borsa: dettaglio del codice vestimentario
femminile e, al tempo stesso, pietra miliare nella definizione dello stile.
Protagonista dello stilismo, mutevole come la moda stessa, si fa ascendere alla
nascita del denaro e alle monete l’origine di quella che i Greci chiamavano byrsa, ossia cuoio.
La borsa, come ogni oggetto legato alla
moda dell’abito, riflette nei secoli l’evoluzione del costume e,
conseguentemente, della vita quotidiana: dalla aumonière venuta dalla Francia dopo le Crociate, in panno ma anche
in seta e velluto, ricamata a mano dalle dame, alle scarselle, ai marsupi
maschili, tempestati d’oro e gemme, fino alle borse rinascimentali,
caratterizzate per il tessuto raffinato. In ogni caso, qualunque sia
l’appartenenza, la foggia e il materiale, si tratta di borsa.
Nel ‘600, complici gli abiti ampi, dotati
di maniche vaste e aperte, le sue apparizioni pubbliche vanno via via
diradandosi, per poi ricomparire nel ‘700 nella versione piatta, appesa alla
cintura, aperta in altezza e direttamente accessibile dall’abito.
Sotto
l’epoca del Direttorio francese, la
borsa ricompare in tutto il suo splendore come accessorio indispensabile per la donna alla moda: linea affusolata,
appesa al braccio con nastri di seta.
Nel 1800, in un susseguirsi di apparizioni,
sparizioni, recuperi preziosi, comincia a differenziarsi secondo l’uso: per
abiti da pomeriggio, viaggio, spese.
La sua consacrazione, tuttavia, è cosa
relativamente recente: siamo negli anni ’20 del ‘900. Nascono forme
destinate a durare nel tempo, quasi sempre rettangolari, in vari pellami
(marocchino, capretto, ecc.), piccole, sobrie, curate negli interni. Se per la sera è d’obbligo la trousse in
tartaruga, in argento (vero necessaire per il ritocco), per il giorno la borsa riceve
l’investitura di accessorio di punta.
Passeranno
alla storia: la borsa Chanel (busta
minuta in nappa, satin, con il manico in catenella dorata, interamente percorsa
dalle caratteristiche impunture a losanga); la serie per il giorno, la sera e il viaggio di Hermès, con tanto di
dettagli ispirati alla selleria; le
borse di Gucci e Gherardini.
Negli anni ’30 nascono alcune delle borse
icona, che hanno fatto la storia del genere, traghettando fino ai giorni nostri
ideali di stile ed eleganza unici e incomparabili: nel 1935 Hermès crea quella che a distanza di vent’anni piacerà
talmente tanto a Grace Kelly da battezzarla col proprio nome; nel 1936 Elsa
Schiaparelli lancia il secchiello cilindrico in pelle, provvisto di una
lunga cinghia da portare a spalla, lasciando così le mani libere; nel 1937 Gucci propone il secchiello in
cinghiale con banda in tela verde e rosso, che diventerà un classico.
In quel decennio la borsa è un continuo
divenire di visioni, ispirazioni e rese formali: eccola a palla, a
conchiglia, a orologio; ecco i colori marrone bruciato, avana, rosso cuoio di
Russia nelle diverse gradazioni che tingono anche pellami pregiati come il
coccodrillo, sogno di ogni donna prima del secondo conflitto mondiale, durante
il quale, in mancanza di pelli, si usarono le borse in felpa, tessuto o velluto
come quelle che Giuliana di Camerino, rifugiatasi in Svizzera, inventò,
conquistando, a guerra conclusa, un enorme successo.
Accessorio importante, sia portata in
parure con scarpe e guanti che non, la borsa degli anni ’50 è libera e formale.
Saranno però gli anni ’60 i più
effervescenti per i molti temi, la raffinatezza dei dettagli in modelli che
convivono con la moda e l’accendono: dalla pochette in nappa al bauletto in
vernice, dalla sacca alla tracolla. Et voilà anche le borse hippie, sformate
bisacce sfrangiate, orientaleggianti, decorate. Negli anni ’70 è la volta delle
morbide, leggere e pregiate borse di Borbonese,
in pelle trattata in modo da apparire cosparsa di piccoli occhi di pernice e di
quelle di Louis Vuitton segno
d’élite.
Con
l’affermarsi del prêt-à-porter italiano, dagli anni
’70 in poi, la borsa si caratterizza da un lato per le novità nella concia dei
pellami tradizionali, per la fantasia nella loro trasformazione, per
l’affermazione di lavorazioni sostitutive del coccodrillo e della lucertola,
per la vastità e la bellezza della gamma cromatica e i materiali spesso
sorprendenti come il nylon indistruttibile, sigillo delle borse Prada che dagli anni ’80 vedono un
successo planetario, dall’altro per il coinvolgimento sempre maggiore degli
stilisti, simbolo dell’importanza dell’accessorio borsa nella definizione
finale di uno stile.
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