mercoledì 21 dicembre 2011

STYLE_Animal print: un istinto felino dal passato glorioso








Leopardato, tigrato ma anche zebrato. Il maculato - rivendica il ruolo da protagonista che gli spetta d’onore nel guardaroba femminile. Un must intramontabile che, a dispetto degli inflazionati e spesso troppo azzardati utilizzi attuali, vanta storiche e nobili origini: nell’antichità era infatti simbolo d’appartenenza al comando e di discendenza aristocratica. Era indossato da principi, magistrati e sacerdoti; le donne dell’antico Egitto se lo dipingevano sulle tuniche utilizzando una tecnica simile allo stencil. Nei ritratti rinascimentali dei potenti era elemento di decoro di abiti e manti. Maculati anche il trono di Napoleone e i cappotti bordati di Gabriele D’Annunzio, Esteta per eccellenza del XX secolo.
In tempi a noi più vicini, entra a far parte dell’Olimpo glam nel 1947 quando Christian Dior lo propone in veste total look. La strada a simbolo di lusso estremo è breve e per anni resta dettaglio di stile ed eleganza accesile a pochi. Negli anni ’80 è protagonista di un’insolita quanto superlativa “democratizzazione” che lo porta ad essere chiccoso corollario di look iperfemminili. Nomi del calibro di Valentino, Gianni Versace, Roberto Cavalli, Alexander McQueen, John Galliano, Azzedine Alaïa e Jean Paul Gaultier nel corso della loro evoluzione stilistica non hanno saputo resistere al fascino del maculato e all’ideale evocato di femminilità felina, tipica di una donna preda-predatrice. Anna Molinari, alias Blumarine, gli ha addirittura dedicato una collezione speciale – Blumarine Urban Wild – fatta di tubini, abiti da cocktail, soprabiti e giacchine avvitate. Tutte rigorosamente a macchie, ça va sans dire! Una fascinazione che li ha portati a realizzare capi di rara bellezza, nobilitandolo al rango di sovrano dello stile femminile.
Consacrato di diritto nell’Olimpo degli immancabili da guardaroba, tutto si tinge di animalier: semplici inserti, vezzose calzature, interi outfit. Il segreto è saper osare con garbo ed eleganza, intuendo il punto di equilibrio stabile tra rigore ed estro.

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