giovedì 15 dicembre 2011

BOOK_Hermès. L'avventura del lusso


Parigi, 1837. Thierry Hermès, sellaio, apre a Parigi una bottega di bardature e finimenti da cavallo. È l’inizio della storia del lusso. Del lusso quello vero, che permeando ogni ambito dell’esistenza umana si è astratto fino a divenire un vero e proprio concetto di vita. Le testimonianze dell’epoca attestano la qualità eccelsa delle lavorazioni e dei materiali: un destino segnato per una condizione che diverrà il dna della dinastia, tramandandosi gelosamente intatta ad ogni passaggio generazionale. Eh già, perché la storia di Hermès non è soltanto una bellissima fiaba di moda dal lieto fine, addirittura è la saga di una famiglia che ha sempre saputo mantenere al suo interno il controllo della società, non cedendo alle lusinghe e ai corteggiamenti dei gradi gruppi e preservando al contempo i suoi tratti indelebili di bellezza senza tempo. Cinque le generazioni dopo Thierry che si sono succedute negli anni: Charles-Emile, Emile-Maurice, i cognati Robert Dumas, Jean-René Guerrand e Francio Puech, Jean-Louis Dumas, Pierre-Alexis Dumas. Il senso di appartenenza alla famiglia è stata sicuramente una delle carte vincenti di Hermès per solcare con successo secoli di storia, rimanendo un’impresa famigliare in un mondo dominato dall’alta finanza. Complici la sottile specializzazione nelle lavorazioni, la serietà professionale, l’abnegazione, la professionalità e il senso del dovere, la maison è giunta ai giorni nostri mantenendo inalterata la sua eccellenza in termini di bellezza ed eleganza. Oggi come allora rappresenta una realtà unica nel mondo della moda di alto livello: senza nulla togliere ad altri celebri griffes made in France, Hermès è uno scrigno di gusto, sapienza artigianale, inesausta ricerca del meglio. Hermès non è moda in senso stretto: va oltre le mode e gli status symbol per divenire uno stile senza tempo. Una storia senza fine la sua, di cui certa è sola la data di inizio e comunque sempre contraddistinta dallo slancio vitale al futuro, portato avanti però con un piede ben ancorato nel passato. Per recuperare quanto di eccellente vi è e portarselo nel domani, interpretandolo in chiave contemporanea e lussuosa, ça va sans dire. Per Hermès ogni angolo del mondo conserva know-how millenari: la sfida consiste proprio nel trovarli e utilizzarli, attualizzandoli alle esigenze e alla cultura di un’epoca. Un approccio che ha nel rispetto profondo e nella salvaguardia dei saperi, che vengono di volta in volta riscoperti, uno dei suoi comandamenti imprescindibili. Un approccio per così dire multilocal nel bel mezzo del dilagare della globalizzazione: un ulteriore distinguo con le altre griffes.
Ma ripercorrere l’avventura di Hermès significa anche rileggere la storia di quegli anni - dal 1837 ad oggi - che con ogni loro accadimento hanno influenzato le sorti della maison, come per esempio quando durante la seconda Guerra Mondiale, causa la ristrettezza delle importazioni delle materie prime, la maison per necessità ha dovuto adattare vecchie scatole arancioni custodite in magazzino per confezionare i propri articoli: uno scherzo del destino divenuto poi simbolo inconfondibile dello stile targato Hermès, nonché oggetto di collezionismo da parte dei più grandi estimatori. Passando dalla Repubblica all’Impero e poi per le due Guerre del ‘900, il tracciato di Hermès risulta indissolubilmente legato al suo tempo. Un tempo di cui ha vissuto le difficoltà, cavalcato le opportunità, interpretato le istanze, celebrato le grandezze. Ma soprattutto di cui ha portato con sé un’eredità di saperi, tradizioni, magie, sogni.
La stessa eredità sulla quale ha fondato il suo modello di business - attento al valore piuttosto che al volume – e in considerazione della quale ha allargato gradualmente il suo raggio d’azione, passando dai soli prodotti per l’equitazione a una linea completa di abbigliamento e accessori che comprende sciarpe, cravatte, abiti, calzature, profumi, orologi, bijoux, porcellane, argenti, cristalli. Senza dimenticare gli oggetti di culto come i celebri carré di seta e le due borse mitiche: la Kelly e la Birkin.
Jean-Louis Dumas amava affermare “il nostro primo cliente è il cavallo, il secondo il cavaliere”. Poche parole che ben sintetizzano lo spirito evolutivo della maison, nata dalla felice intuizione di Monsieur Thierry Hermès, portata avanti con una grande passione per il viaggio - tema imperante anche nelle campagne comunicazionali – e per la scoperta di nuovi saperi e culture, e consacrata dalla conquista del podio della bellezza senza tempo.

“Hermès. L’avventura del lusso” di Federico Rocca, Lindau editore

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