lunedì 11 febbraio 2013

LEISURE_Nella galleria del bottone






Spesso si sente dire che il dettaglio fa la differenza, attribuendo personalità e insostituibilità. Proprio in virtù di questa semplice considerazione, nel mondo della moda diviene un elemento per nulla trascurabile, in grado di contraddistinguere un capo o un accessorio, conferendogli quell’alone di eternità. Tanto che monsieur Christian Dior era solito asserire “Il dettaglio è importante quanto l’essenziale. Quando è infelice distrugge tutto l’insieme”. Ecco, pertanto, che il dettaglio nella storia della moda si è fatto sempre più strada, consapevole del proprio potenziale pratico e caratteriale.
In questo magico universo, ha assunto un’importanza indiscutibile il bottone: elemento funzionale ma, al tempo stesso, decoro estetico in grado di enfatizzare la cifra stilistica. Una duplice natura che l’ha proiettato in cima alla lista dei dettagli che non possono essere trascurati, bensì sono meritevoli di un’attenta e approfondita analisi che tenga presente l’ispirazione visionaria dello stilista e l’apparenza formale del capo/accessorio.
Un piccolo occhiello, che per Cristobal Balenciaga non doveva mai superare la dimensione dell’occhio femminile. Un dettaglio minuscolo, ma carico di significato e valore, che adesso viene celebrato di diritto con la mostra “Il bottone. Arte e moda”, visitabile ai Musei Mazzucchelli, a Ciliverghe di Mazzano (Bs), sino al 30 aprile 2013. Un’occasione per trasformare il bottone in un piccolo pezzo d’arte nonché in un mezzo per leggere la storia e i mutamenti della cultura attraverso l’evoluzione della moda. In tal modo, si crea tra il bottone e la moda un legame indissolubile, che contempla esigenze meramente funzionali (l’allacciatura di un capo) ad altre di carattere spiccatamente stilistico, creando una sorta di corrispondenza tra le sue forme e i suoi decori e il periodo storico in cui s’inserisce.
Per la prima volta, è esposta la collezione di bottoni di Franco Jacassi, che vanta oltre 7000 pezzi, a partire dal XVIII secolo fino ad arrivare agli anni ’90. La mostra ne ripercorre così la storia, ponendola in parallelo all’evoluzione della moda. In passato, infatti, vi erano alcuni marchi di riferimento ai quali si rifaceva il mondo di mercerie e sarte che riproduceva i pezzi di prestigiose Maison come Chanel, ponendo grande attenzione alla qualità. Con l’avvento del prêt-à-porter, vi è stata un’inversione di marcia volta a prediligere la quantità e a scardinare la liaison ispirazionale con le Maison d’alta moda: la produzione di bottoni, pertanto, percorre la propria strada, producendo collezioni che vengono vagliate di volta in volta dagli uffici stile.
Tra i pezzi esposti, pregiati bottoni antichi, pezzi unici di Eva Sabbatini, le storiche palline da golf di Hermès, le tartarughe di Valentino, i bottoni di Lanvin che riportano il marchio, quelli intrecciati con fili di seta colorata di Paul Poiret e le eccentriche creazioni di Elsa Schiaparelli.
La mostra, quindi, si pone come un tributo all’Italia e alla sua prestigiosa filiera produttiva nel settore moda.
Un bottone che assume sempre più versatilità, slegandosi dalla sua intrinseca natura funzionale, alla volta di un’esaltazione concertata dei suoi elementi estetici e di stile con i quali adattarsi alle più euforiche e svariate interpretazioni di moda. 

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