mercoledì 20 febbraio 2013

LEISURE_Alfa Castaldi in mostra a Milano







Fotografo curioso, completo e colto, Alfa Castaldi nella sua carriera professionale ha esplorato vari generi con grande passione e competenza. Arriva, però, alla fotografia attraverso un percorso formativo particolare, che vede nello studio della storia dell’arte e nella presenza di Roberto Longhi - colui al quale va riconosciuto il merito d’aver rivoluzionato la critica d’arte in Italia -, due capisaldi fondamentali per lo sviluppo della sua inconfondibile cifra stilistica.
Giovane brillante, di origini milanesi, è solito recarsi al Bar Giamaica di via Brera, ritrovo obbligato per coloro che diventeranno i migliori fotografi di un’epoca: da Ugo Mulas a Mario Dondero a Carlo Bavagnoli, passando per pittori, scrittori e giornalisti, è un crocevia di idee, interpretazioni, ispirazioni e visioni che daranno vita al rinnovamento della cultura milanese.
Alfa Castaldi, da subito, subisce il fascino della fotografia, per la quale decide addirittura di abbandonare gli studi d’arte tradizionali, destinando tempo, risorse ed energie a questa nuova espressione artistica, tutta da scoprire e apprezzare.
Si dedica dapprima ai reportages nel sud del l’Italia per poi volare verso Parigi, Londra e l’Algeria, e infine alla moda, declinando il suo stile in still life, ritratti e sperimentazioni.
Tutto questo – e molto altro ancora – in mostra dal 17 febbraio alla Galleria Carla Sozzani con un’esauriente retrospettiva che indaga gli aspetti meno noti e più intimi di Alfa Castaldi, complice l’allestimento composto da alcune immagini di nudo inedite e una sezione personale di fotografie scattate alla moglie Anna Piaggi, importante giornalista di moda.
Un omaggio, prima ancora che al fotografo, alla stessa Piaggi, scomparsa di recente: compagna di vita oltre che musa ispiratrice, con la quale Alfa Castaldi ha condiviso l’amore per una cultura autentica, fatta di sane contaminazioni tra discipline assai dissimili, ma determinanti per contemplare e affinare una visione estetica ricca e multiforme con la quale approcciare la bellezza nella sua quotidiana straordinarietà.
Proprio per merito di Anna Piaggi, Alfa Castaldi si avvicina al mondo della moda, dedicandosi appieno fino a diventarne uno dei più versatili e inventivi interpreti.
Il suo stile si caratterizza per la ricerca quasi spasmodica di tutti quei dettagli che spingono l’occhio oltre la mera resa formale. Alfa Castaldi non si accontenta di riprendere abiti e modelle nel rispetto dei canoni tradizionali, bensì è un ricercatore. Di tutta quella meraviglia che non trapela nell’immediato, ma va colta con una scrupolosa meticolosità, frutto di un esemplare sodalizio tra la tecnica più sofisticata e la passionale proveniente dall’interiorità. Alfa Castaldi esce dagli schemi pre condizionati per creare uno stile tutto suo: unico, inconfondibile e irripetibile. Devoto alla contaminazione tra le arti, nei suoi scatti rivela l’amore per un’espressione culturale multi sfaccettata, tripudio di tempi e luoghi diversi, e che trova in una dirompente visione unificante la validazione della sua ragione d’essere. Alfa Castaldi è proprio questa visione unificante, capace di raggruppare in sé stimoli ed espressioni, rimandi e suggestioni, dando loro una nuova interpretazione che conta delle rispettive reminiscenze e, al contempo, dona uno slancio vitale a una lettura che contempli una singolare e inedita armonia tra realtà fino ad allora inesplorate.
Correva l’anno 1968 quando, con Anna Piaggi, realizza un servizio a Praga con gli abiti di Walter Albini, Ken Scott, Krizia, Jean-Baptiste Caumont, ambientandoli fra monumenti e dimore storiche come la casa natale di Franz Kafka. E’ la prima volta che un servizio di moda per una rivista italiana viene realizzato nell’Europa dell’Est.
Negli anni Ottanta svolge, per l’Uomo Vogue, quello che appare come un reportage antropologico sulle radici popolari dello stile maschile, la “Compagnia di Stile Popolare”.
Si delinea così nel tempo l’unione sempre più forte tra moda e analisi del quotidiano, due elementi solo in apparenza inconciliabili, ma tra i quali Alfa Castaldi riesce a creare un’autentica sintonia, caratterizzata dalle note dominanti di entrambi e dalla loro assonanza.
La sua curiosità non ha limiti, tanto da indurlo a riprendere il "dietro le quinte" nelle redazioni di Donna, Mondo Uomo e Vanity; il backstage delle sfilate; i pranzi di lavoro tra stilisti, buyers e giornalisti, ma anche le fasi di produzione delle collezioni; ritratti di protagonisti del mondo della moda e del design come Giorgio Armani, Laura Biagiotti, Andrea Branzi, Michele De Lucchi, le sorelle Fendi, Gianfranco Ferré, Karl Lagerfeld, Ottavio e Rosita Missoni, Cinzia Ruggeri, Ettore Sottsass e molti altri.  E, come se non bastasse, i graffiti sui muri di Parigi.
Il suo occhio indagatore si spinge sempre oltre, non si ferma mai alle apparenze, andando a scovare, nella quotidianità delle situazioni, l’eccezionalità della cultura e dell’arte. Una sorta di ordinaria meraviglia che enfatizza come in ogni piccola sfumatura vi sia racchiuso un valore enorme: per coglierlo, è sufficiente armarsi di curiosità, alimentando lo spirito critico con cui approcciarsi alla vita intesa in ogni suo piccolo dettaglio e il desiderio di vedere, sapere e conoscere. Una sete infinita che, conquista dopo conquista, stimola a intraprendere un nuovo viaggio alla scoperta di tutto quanto di inesplorato si cela nel mondo e nella società. Nulla è scontato, al contrario porta con sé un carico di significati per nulla banale, ma profondamente legato a una super dimensione dove tutto regna e ha ragione d’esistere.
Uno spirito libero ed eclettico, incapace di fermarsi o rimanere imprigionato dentro specifici e standardizzati ranghi, ma sempre devoto alla ricerca: le sue scelte si affinano col tempo, divenendo sofisticate. Una raffinatezza che non si scorda mai dello scorrere del tempo, coniugandosi con la sapiente osservazione dei segni della fugacità esistenziale.

Biografia

Alfa Castaldi nasce a Milano nel 1926. Gli anni ’40 rappresentano il periodo della sua formazione: consegue la maturità al liceo classico Berchet di Milano e compie studi universitari, senza laurearsi, presso la facoltà di architettura, sempre a Milano. Decide poi di trasferirsi a Firenze dove frequenta la facoltà di lettere e filosofia, diventando allievo dello storico dell’arte Roberto Longhi.
Gli anni ’50 sono quelli delle frequentazioni del Bar Jamaica, l’ambiente intellettuale e artistico per antonomasia del quartiere di Brera, dove comincia a svilupparsi il rinnovamento culturale della seconda metà del ‘900. Proprio in questi anni avviene l’incontro con la fotografia, di cui rimane folgorato: inizia, così, a dedicarsi ai reportages e a collaborare con L'Illustrazione Italiana, Settimo Giorno e Annabella, pubblicando servizi sulla vita sociale milanese e sui personaggi della cultura e del cinema. Sulle medesime riviste appaiono anche reportage sul sud italiano, l'Europa del nord, la Francia e l’Inghilterra.
Nel 1958 l’incontro con la donna che diventerà, oltre che musa ispiratrice, compagna di vita: Anna Piaggi. Un legame che rafforza ulteriormente il suo eclettismo e lo avvicina al mondo della moda. negli anni ’60 collabora con le riviste Arianna, Linea Italiana e Novità anche dopo la sua trasformazione in Vogue Italia nel 1966. Un culto per il costume che lo porta ad ampliare la sua collaborazione con Vogue Italia: servizi, campagne pubblicitarie e gli appunti fotografici della rubrica intitolata "Box", l'antesignana di "D.P." – le doppie pagine di Anna Piaggi per Vogue – collage creativi, realizzate accostando frammenti di carta, tessuti e fotografie di oggetti scattate da Castaldi. Contemporaneamente, apre il proprio studio a Milano.
Negli anni ’70, pubblica l’immagine degli hot pants di Krizia, scelta come copertina per il catalogo della retrospettiva "Krizia, una storia" (1995).
Le sue collaborazioni si infittiscono sempre di più: L'Uomo Vogue, Vanity, Vogue Bambini, Vogue Sposa, Amica, Panorama e L'Espresso. Un impegno che non gli proibisce, però, di pubblicare libri come "I mass-moda: Fatti e personaggi dell'Italian look" (1979), con testo di Adriana Mulassano e prefazione di Anna Piaggi, e "L'Italia della moda" (1984), con testo di Silvia Giacomoni.
Negli anni ’80, il suo lavoro per Vogue è esposto a Milano con l’esposizione “20 anni di Vogue Italia 1964-1984”. Nel 1994, L'Associazione fotografi italiani professionisti gli assegna il premio per la ricerca e gli dedica il libro "Per la fotografia di ricerca: Premio AFIP/ADCL 1996”. Queste le motivazioni: "Attraverso un lungo percorso fotografico, Alfa Castaldi diventò una figura chiave della fotografia italiana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, restandone al tempo stesso un consapevole outsider”. Nel 1995 muore a Milano. Tra le sue grandi qualità ricordiamo lo spirito libero e intellettuale delle origini, un’istintiva curiosità per l’immagine, sense of humour e un grande piacere personale per la fotografia di ricerca. La storia della fotografia di moda si era aggiunta, nel corso della sua carriera ai molteplici interessi culturali e negli ultimi anni era diventata per lui materia di insegnamento. Rivisitando le immagini dei grandi protagonisti della fotografia di moda, Alfa sapeva trasmettere ai suoi allievi un patrimonio di conoscenza, di esperienza personale e di gusto per l’immagine. Le sue analisi critiche e la sua profonda cultura fotografica sono state, per i suoi giovani allievi, altrettanti stimoli a portare avanti nuovi messaggi creativi”.
Il suo archivio è raccolto e conservato dal figlio Paolo presso la Blue Box di Certaldo, in provincia di Firenze. Le immagini, consultabili all’indirizzo www.alfacastaldi.com, sono una selezione dalle circa 12.000 immagini archiviate negli ultimi anni.


Alfa Castaldi
fino al 30 marzo 2013
martedì, venerdì, sabato e domenica, ore 10.30 – 19.30
mercoledì e giovedì, ore 10.30 – 21.00
lunedì, ore 15.30 – 19.30

Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 – 20154 Milano, Italia
tel. +39 02.653531 - fax +39 02.29004080 - press@galleriacarlasozzani.org

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