lunedì 11 marzo 2013

STYLE_Mistero e voyeurismo per Louis Vuitton








Il viaggio, come vuole la tradizione, è un leitmotiv delle collezioni di Louis Vuitton, che stagione dopo stagione, propone nuove interpretazioni di una magica esplorazione di luoghi e tempi lontani, insoliti e ricchi di fascino. Protagonista di queste avventure, una donna etera nella sua eleganza, avvolta da un’aura incantatrice, attratta dall’inconnu e da una dimensione che comporta novità. Una viaggiatrice che non si ferma mai e, instancabile, continua in questo divenire di conoscenza e ammirazione, scoprendo nuovi orizzonti, lambendo terre lontane, facendo proprie reminiscenze, culture, idee e visioni. Per portare tutto con sé, nel meraviglioso scrigno dell’esperienza. Lo stesso scrigno dal quale Louis Vuitton scova, di volta in volta, stimoli e ispirazioni per le sue linee di abbigliamento e accessori.
Quella della collezione Autunno/Inverno 2013-2014, è una viaggiatrice misteriosa dal fascino sensuale, in bilico tra irrequietezza e fragilità, ma, al tempo stesso, consapevole e sicura della sua femminilità.
L'allestimento della sfilata riporta la mente nel corridoio di un vecchio hotel, su cui si affacciano 50 camere. Dietro ogni porta si celano altrettante donne con i loro segreti racchiusi in guardaroba Louis Vuitton. Ispirata ad una disinibita Liz Taylor nel film "Venere in visone" del 1960 di Daniel Mann, tratto dal romanzo del 1935 di John O'Hara, la donna Louis Vuitton per la stagione fredda che verrà esprime una lussuosa e cosciente sensualità.
Marc Jacobs, Direttore Artistico della Maison, ha dichiarato: “La collezione Autunno/Inverno 2013/2014 è una sublimazione del lusso, della qualità e del savoir-faire degli ateliers Louis Vuitton. L'intera collezione è pervasa da un'atmosfera voyeuristica, decadente e romantica. Sofisticati abiti da camera svelano il piacere di vestirsi solamente per scoprire che la destinazione più glamour è la propria camera d'hotel”.
In un solo apparente déshabillé, le modelle portano con eleganza e nonchalance pellicce indossate su abiti sottoveste, cappotti oversize su capi dalle stampe pijiama oppure osano fluide tuniche romantiche, ricamate da paillettes minuscole bordate di pelliccia di visone. Gli abiti giocano sul contrasto tra innocenza e malizia: sete stampate con i tipici disegni delle robe de chambre degli Anni ‘60 si alternano a pizzi trasparenti, i cui fiori e ricami sono realizzati da piccoli petali di piume. L’utilizzo dei tessuti maschili nei cappotti e negli abiti è ingentilito da dettagli in piume di marabù e paillettes degradé nei toni notturni. Vestaglie in seta foderate di piume stampate paisley si alternano a giacche e soprabiti in tweed o tartan, in una giustapposizione tra voyeurismo, intimità e esibizionismo. Decadenti pellicce di visone e astrakan arricchiscono anche i capi più semplici o foderano un lussuoso tailleur in coccodrillo spazzolato, mentre le palette dei colori virano su toni scure, quali il verde bosco o il blu notte, o polverose, rosa cipria e grigio in testa, come se i capi fossero in penombra, illuminati solo dalla luce fioca di un abat-jour.
Il lusso volutamente impolverato dei materiali del ready-to-wear Louis Vuitton viene riproposto anche nelle borse e negli accessori. Tre borse icona della Maison - la Pochette Accessoires, la Lockit e la Speedy - sono realizzate in pellami esotici, vitelli pregiati o rivestite in marabù e piume, tutte internamente foderate in pelliccia. Le tele Monogram e Damier non compaiono in passerella: la firma della Maison risiede nei virtuosismi delle lavorazioni e nella qualità estrema dei pellami, un omaggio al savoir-faire degli artigiani pellettieri Louis Vuitton. La Lockit, da portare ripiegata sotto la spalla come una maxi pochette, acquista forme più morbide e femminili; la Speedy è realizzata in nuvole di visone o in materiali esotici come coccodrillo, mentre i manici vengono proposti in legno esotico o corno; la maliziosa Pochette Accessoires, ingrandita nelle dimensioni, viene arricchita da pietre preziose sulla tracolla.
Anche le scarpe ricalcano il fil-rouge decadente che pervade l’intera collezione: i sandali, dalle forme sinuose e leggermente retrò, sono rivestiti da pellami esotici, come pitone e alligatore in colori naturali. I tacchi alti 12 centimetri e la punta aperta, donano il tocco finale di glamour, nostalgico e sensuale.
Una collezione regale, quintessenza di lusso ed eleganza, giocati però nelle loro declinazioni più tenui e voyeuristiche, senza ostentazioni né esasperazioni: tutto risplende di luce propria, vuoi per la preziosità dei materiali vuoi per il prestigio delle lavorazioni o per il recupero dell’heritage. In ogni caso, una collezione che parla per e della Maison, evocandone lo spirito autentico ed enfatizzandone i tratti più sofisticati; l’ennesima tappa del viaggio infinito di Louis Vuitton intorno al mondo, dove la cultura e la storia regnano sovrane, stimolando a un moto perpetuo quale chiave di volta per scoprire la perfezione della sua accezione più sublime. 

Nessun commento:

Posta un commento