mercoledì 14 novembre 2012

PEOPLE_Roger Vivier: e la calzatura divenne opera d'arte








Cosa può venire in mente pensando a un bellissimo paio di scarpe dall’inconfondibile fibbia squadrata in punta, con due celeberrime iniziali – R.V. – impresse con un carattere sì arzigogolato quanto femminile? Senza troppe esitazioni, il pensiero corre a Monsieur Roger Vivier e alle sue mirabili creazioni, quintessenza di un senso del bello e dello stile più autentico, racchiuso in una raffinatezza e un’eleganza pressoché uniche.
Convinto sostenitore del fatto che si debbano scoprire le forme antiche per reinterpretarle alla luce del nostro tempo, Roger Vivier ama attualizzare le sue calzature con quei piccoli accorgimenti legati a uno stile di vita decisamente più dinamico, che impone un passo frenetico e un utilizzo meno formale anche dei modelli più preziosi, un tempo riservati solo alle rare occasioni cerimoniali.
Una definizione piuttosto semplice di uno stile che ha contraddistinto la storia della calzatura con modelli inconfondibili alla vista così come impareggiabili nel confort e, in ogni caso, perfetta summa esplicativa del cuore delle sue creazioni.
Scultore della scarpa, indomito inventore e fantasioso sperimentatore, nel corso della sua carriera artistica ha scritto le pagine più importanti della storia della moda, realizzando creazioni divenute icone ed entrate di diritto nell’Olimpo dei divini. Modelli che, oggi come allora, godono di un fascino unico, reso tale dalle forme sublimi, dai materiali di altissima qualità e dalla manifattura eccellente. Virgola, Cancan, Pulcinella, Guignol sono solo alcuni dei nomi di battesimo - coniati dallo stesso Vivier - dati a creazioni talmente prestigiose da essere accolte nelle sale del Victoria and Albert Museum di Londra, del Metropolitan di New York, del Museo delle Arti e della Moda di Parigi.
Definito a ragion veduta il “Fragonard” e il “Fabergé” delle calzature, Roger Vivier ha potuto vantare una clientela prestigiosa, composta da dive cinematografiche del calibro di Ava Gardner e Catherine Deneuve così come da teste coronate, tra le quali svetta la Regina Elisabetta per la quale aveva realizzato uno speciale modello in occasione della sua ascesa ufficiale al trono nel 1953.
Parigino di nascita, respira sin da piccolo lo charme dell’estetica più nobile, assaporandone le caratteristiche autentiche e plasmando su di esse uno stile tutto suo, figlio di una naturale predisposizione al bello. Dopo aver frequentato l’Ecole des Beaux Arts, quasi casualmente scopre il mondo della calzatura, complice l’esortazione di alcuni amici a disegnare una collezione stravagante. Inizia così una lunga carriera che lo porta a collaborare con Pinet e Bally in Francia, con Rayne e Turnet in Gran Bretagna, con Miller e Delman negli Stati Uniti. Ed è proprio una scarpa ortopedica, disegnata per Delman e da lui scartata – per essere poi realizzata da Elsa Schiaparelli – a lanciare negli anni ’40 la moda della zeppa. Rimasto in America durante la guerra, apre con Suzanne Remi, in Madison Avenue, un negozio da modista, che ben presto diviene un punto di ritrovo immancabile per tutti coloro che seguono la moda. Nel 1947 rientra a Parigi: l’incontro con Christian Dior si rivela cruciale per il proprio destino. Il couturier, infatti, gli affida la parte stilistica dedicata alle calzature. Nel tempo, dal “su misura” Vivier passa a un concetto di moda allargata, realizzando linee di prêt-à-porter. Dopo dieci anni di sodalizio con la Maison Dior, nel 1957, decide di mettersi in proprio, dando vita a quel marchio dalle inconfondibili sigle puntate che ha calzato i piedi di dive e divine, facendo sentire un po’ tutte principesse di un mondo incantato. 

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