giovedì 12 aprile 2012

ABOUT_Il feltro e i suoi segreti. Nel segno della tradizione firmata Borsalino








I cultori del cappello sono soliti dire di Giuseppe Borsalino: “Le sue mani erano le più abili mani da cappellaio che si fossero mai viste”.
Cappelli pregiati, lavorati rigorosamente a mano con i materiali migliori. Il ciclo produttivo del feltro si è sviluppato nel tempo, ma l’artigianalità è ancora quella degli inizi.
Il vero segreto dei “Borsalino” sta, per l’appunto, nelle mani di chi lo produce: mani forti e al tempo stesso sensibilissime, capaci non solo di sentire le minime imperfezioni, ma anche di riconoscere al tatto la qualità e il tipo di pelo.
Dalla soffiatura alla spedizione, ecco come nasce un vero Borsalino
La soffiatura, in altre parole l’avvio della produzione, permette di definire la qualità del melangio e quindi del futuro cappello, prodotto in varie qualità di pelo - garenne, lepre, coniglio e rat mousquet – che viene mescolato e soffiato in una speciale macchina, chiamata appunto soffiatrice. Dopodiché si passa all’imbastitura, processo di aspirazione che avviene tramite macchine “imbastitrici”: il pelo in caduta si attacca al cono che rotea all’interno di una campana e viene fissato definitivamente grazie a un getto di acqua calda. Una volta terminata la campana di feltro, si procede a un primo rafforzamento tramite le “gheise” e “rollettine”: queste macchine, sfruttando il movimento meccanico, permettono alle fibre si saldarsi efficacemente tra di loro e quindi di ottenere un feltro più compatto. Nella successiva fase di visitaggio ogni cloche viene sottoposta a un accurato controllo per scoprire eventuali difetti: quelle che non rispondono ai rigorosi criteri di qualità vengono scartate e non più riutilizzate. Si procede quindi alla prima riduzione della cloche tramite il bagnaggio. Ulteriormente ridotta, la cloche raggiunge le dimensioni desiderate grazie a un passaggio attraverso tre differenti macchine (per feltri particolarmente pesanti si utilizza una speciale apparecchiatura detta follane a martelli, la quale sintetizza in un’unica operazione i passaggi nelle follatrici). Dopo l’asciugatura, i feltri vengono passati nel “Magazzino in bianco” in cui avviene l’assemblaggio e la suddivisione per qualità e colore. Si passa quindi alla tintura, eseguita in macchine a pressione atmosferica, alla temperatura di ebollizione, in un tempo variabile dai 90 a i 240 minuti in base al peso. I feltri passano quindi alle macchinette per un’ulteriore fase di riduzione delle dimensioni, con un processo analogo a quello del bagnaggio. La produzione prosegue con l’apprettatura per mezzo di una sostanza naturale (gommalacca) e il cosiddetto sbridaggio (la prima informatura). Al feltro vengono date la forma e la misura desiderate grazie all’ausilio di calchi in alluminio posizionati in una macchina funzionante a vapore e ad aria compressa. Il cappello così ottenuto viene sottoposto ad ulteriori fasi di lavorazione che consentono il conseguimento di quella qualità eccelsa che contraddistingue un Borsalino: nella pomiciatura viene lavorata la superficie del feltro attraverso macchine speciali e particolari carte smerigliate (in alcuni casi viene utilizzata anche la pelle di pescecane); nell’informatura di seconda, invece, viene data la forma definitiva alla cloche. Il feltro viene quindi sottoposto ad un ulteriore controllo visitato di qualità per rilevare eventuali difetti sfuggiti in precedenza. Superato il test, è pronto per ricevere la forma definitiva del cerchio (bridaggio). La fase finale – finissaggio – racchiude gli ultimi passaggi: guarnizione, cucitura della fodera, del marocchino e del canneté, applicazione di altri accessori eventualmente richiesti dal cliente, stiratura, ulteriore visitaggio, collaudo finale, imballo e spedizione.
Un lavoro meticoloso che richiede circa sette settimane, ma alla fine del quale un Borsalino in tutto il suo splendore è pronto per essere indossato con charme ed eleganza, aplomb e compostezza stilosa. 

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