lunedì 16 marzo 2015

ART & CULTURE. Gianfranco Ferré in mostra a Milano







L’estro creativo di Gianfranco Ferré, uno dei padri fondatori del prêt-à-porter italiano, viene celebrato con la mostra “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré” che, dopo aver esordito al Museo del Tessuto a Prato, viene ora accolta nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano. Un tributo doveroso a un indimenticato stilista ma, prima ancora, a un grande uomo, che con la sua sensibilità ha valorizzato la femminilità nella sua accezione più autentica ed elegante. Per farlo, sono esposti 27 modelli di camicia bianca, caposaldo per antonomasia dello stile, della cultura progettuale e della creatività di Gianfranco Ferré: non un semplice capo d’abbigliamento, bensì un concentrato di raffinatezza e unicità, di maestria e compostezza, di ricerca e dedizione. La camicia bianca per Gianfranco Ferré, infatti, era qualcosa di irrinunciabile. Come la definiva lui stesso “un termine di uso universale nel lessico contemporaneo dell’eleganza. Che però ognuno pronuncia come vuole”.
La mostra, promossa dal Comune di Milano, Assessorato alle Politiche per il Lavoro, Moda e Design e Assessorato alla Cultura, organizzata e prodotta da Palazzo Reale e Fondazione Gianfranco Ferré, in collaborazione con la Fondazione Museo del Tessuto di Prato e curata da Daniela Degl’Innocenti, si caratterizza per un percorso espositivo ricco di disegni preparatori, bozzetti, fotografie, capi sartoriali, che pone al centro la camicia bianca.
Il visitatore è così condotto alla scoperta del capo icona dello stile Ferré attraverso diverse forme di lettura che ne evidenziano gli elementi progettuali più innovativi nonché le infinite e affascinanti interpretazioni.
L’incipit della mostra è affidato ad un passaggio attraverso teli di tulle su cui scorrono macro-immagini dei disegni autografi di Ferré, che permettono di cogliere segni delineanti la sua visione creativa e rappresentanti un mezzo per accedere al progetto di tutti i capi esposti. Da qui si passa al cuore dell’esposizione nel centro della grande Sala delle Cariatidi, dove domina la plastica e affascinante presenza delle camicie bianche: sculture bagnate da una luce pensata per consentire al bianco di accendersi in diverse tonalità e alle ombre di fare da contrappunto, per ottenere un effetto suggestivo. Taffettà, crêpe de chine, organza, raso, tulle, stoffe di seta o di cotone, merletti e ricami meccanici, impunture eseguite a mano, macro- e micro-elementi si susseguono in un crescendo di maestria ed equilibrio.
Ai lati della grande sala espositiva, sono presenti i diversi materiali provenienti dell’Archivio della Fondazione Ferré. Particolare interesse suscitano i disegni originali che illustrano l’incredibile capacità di dare vita ad ogni creazione, sintetizzando tutti gli elementi necessari alla realizzazione del modello: silhouette, volumi, dettagli, leggerezza o corposità della materia, sono già descritti nel tratto più o meno marcato, elegante e velocissimo.
A soffitto, un insieme di immagini di grande forza onirica: proiezioni fotografiche (simulazioni indagine rx di Leonardo Salvini) offrono una lettura tecnica e suggestiva allo stesso tempo, restituendo l’impalcatura formale e materica di ciascuna camicia e mettendo in evidenza texture e stratificazioni. Soprattutto suggeriscono levità, dolcezza e poesia.
A chiudere il percorso, le immagini realizzate da Luca Stoppini sottolineano ancora una volta come la leggerezza e la trasparenza siano una precisa chiave di lettura dell’intero progetto.
A corollario, un libro-catalogo, edito da Skira, la cui direzione artistica è di Luca Stoppini. Il volume approfondisce i temi dell’esibizione con il saggio introduttivo di Daniela Degl’Innocenti e gli interessanti contributi di personaggi e protagonisti dello stile, della moda e dell’architettura italiana quali Quirino Conti, Anna Maria Stillo Castro, Margherita Palli, Daniela Puppa e Franco Raggi, che raccontano ed interpretano la visione creativa e progettuale del grande stilista-architetto. Chiude un intervento di Alessandra Arezzi Boza sul significato dell’heritage nelle attività della Fondazione Gianfranco Ferré.
Una mostra unica nel suo genere, volta a celebrare un uomo e un grande professionista al tempo stesso, che fece della discrezione e della garbatezza gli elementi irrinunciabili di una vita dedicata alla ricerca e alla consacrazione dello stile e della raffinatezza. Un’occasione imperdibile per ricordarne la preziosità e per avvicinare i giovani a una delle figure emblematiche della storia della moda italiana.

La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré
Sala delle Cariatidi, Palazzo Reale, Milano

Fino all’1 aprile 2015

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