mercoledì 10 settembre 2014

PEOPLE_Robert Capa






Endre Friedman – forse più noto come Robert Capa - nasce a Budapest il 22 ottobre 1913. Esiliato dall'Ungheria nel 1931 per aver partecipato ad attività studentesche di sinistra, si trasferisce a Berlino dove si iscrive al corso di giornalismo della Deutsche Hochschule fur Politik. Alla fine dell’anno, però, problemi economici famigliari non gli consentono di ricevere più il sostentamento necessario per pagarsi gli studi. Inizia quindi a lavorare come fattorino presso Dephot, un’importante agenzia fotografica di Berlino. Ben presto, però, il direttore Simon Guttam scopre il talento di Capa e decide di affidargli piccoli servizi fotografici sulla cronaca locale. A dicembre già gli spetta il primo incarico importante: fotografare Lev Trotzki a Copenaghen durante una lezione agli studenti danesi.
Robert Capa, però, di lì a poco, nel 1933, è costretto ad abbandonare Berlino, a seguito dell’ascesa al potere di Hitler: si trasferisce a Vienna e poi ritorna a Budapest. Qui trascorre l'estate e, per sopravvivere, lavora ancora come fotografo. Un soggiorno breve, interrotto dalla partenza per Parigi. Nella capitale francese incontra Gerda Taro, una profuga tedesca, di cui si innamora. In quello stesso periodo, Simon Guttmann lo invia in Spagna per una serie di servizi fotogiornalistici. Nel 1936, con la complicità di Gerda, decide di inventarsi un personaggio di fantasia con il quale spacciare a tutti il proprio lavoro, attribuendolo a un fotografo americano di successo. in poco tempo, però, viene scoperto: da qui l’esigenza di cambiare il proprio nome, diventando, così, Robert Capa.
Fotografa i tumulti di Parigi nell'ambito delle elezioni della coalizione governativa di sinistra nota come Fronte Popolare; con Gerda immortala la guerra civile scoppiata in Spagna e la resistenza di Madrid; è presente su vari fronti spagnoli, da solo e con Gerda, diventata nel frattempo una fotogiornalista indipendente. Nel luglio del 1937, però, il destino gli riserva una dura prova: mentre si trovava a Parigi per lavoro, Gerda va a fotografare la battaglia di Brunete a ovest di Madrid e, durante una ritirata, nella confusione, muore schiacciata da un carro armato del governo spagnolo. Un colpo dal quale Robert Capa, che sperava di sposarla, non si risolleverà mai.
Seguono gli anni dei soggiorni in Cina, dove fotografa la resistenza contro l’invasione giapponese, e in Spagna, dove testimonia, nel 1939, la capitolazione di Barcellona; e ancora, degli scatti realizzati ai soldati lealisti sconfitti ed esiliati nei campi d’internamento francesi.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale s'imbarca per New York, dove comincia a realizzare vari servizi per conto di Life. Ben presto, però, decide di tornare in Europa per realizzare reportage sulle attività belliche degli alleati in Gran Bretagna. Seguono i servizi fotografici sulle vittorie degli alleati in Nord Africa e in Sicilia, sui combattimenti nell'Italia continentale e sulla liberazione di Napoli.
Gli avvenimenti sono convulsi e richiedono la sua testimonianza diretta e visiva: nel gennaio del 1944 partecipa allo sbarco alleato ad Anzio; mentre il 6 Giugno sbarca con il primo contingente delle forze americane a Omaha-Beach in Normandia. E' al seguito delle truppe americane e francesi durante la campagna che si conclude con la liberazione di Parigi il 25 agosto; mentre a dicembre fotografa la battaglia di Bulge. Lanciatosi con il paracadute insieme alle truppe americane in Germania, fotografa l'invasione degli alleati a Lipsia, Norimberga e Berlino. Nel mese di giugno dello stesso anno incontra Ingrid Bergman a Parigi e inizia una storia che durerà due anni.
Terminato il conflitto mondiale, diventa cittadino americano. Trascorre alcuni mesi a Hollywood dove scrive le sue memorie di guerra con l’intenzione di adattarle a  un copione. Ben presto, però, si rende conto che il mondo del cinema non fa per lui e parte da Hollywood alla volta della Turchia per effettuare le riprese di un documentario.
Nel 1947, insieme con gli amici Henri Cartier-Bresson, David Seymour (detto "Chim" ), George Rodger e William Vandivert fonda l'agenzia fotografica cooperativa "Magnum. Per un mese viaggia in Unione Sovietica in compagnia dell'amico John Steinbeck. Si reca anche in Cecoslovacchia e a Budapest e visita l'Ungheria, la Polonia e la Cecoslovacchia con Theodore H.White.
La sua opera di testimone del secolo è instancabile. Dal 1948 al 1950 effettua tre viaggi in Israele. Durante il primo realizza servizi fotografici sulla dichiarazione d'indipendenza e i combattimenti successivi; negli altri due si concentra invece sul problema dell'arrivo dei primi profughi. Trasferitosi nuovamente a Parigi, assume il ruolo di presidente della Magnum, dedicando molto tempo al lavoro dell'agenzia, promuovendo i giovani fotografi. Accusato di comunismo, gli Stati Uniti gli ritirano il passaporto, impedendogli per alcuni mesi di viaggiare e lavorare. Come se non bastasse, problemi di salute lo costringono al ricovero.
Nel 1954 parte per il Giappone. Giunge ad Hanoi come inviato di Life per fotografare la guerra dei francesi in Indocina. Il 25 maggio accompagna una missione militare francese da Namdinh al delta del Fiume Rosso: durante una sosta del convoglio lungo la strada, Capa si allontana in un campo insieme con un drappello di militari dove calpesta una mina anti-uomo, rimanendo ucciso.

L'anno successivo, Life e Overseas Press Club istituiscono il Premio annuale Robert Capa "per la fotografia di altissima qualità sostenuta da eccezionale coraggio e spirito d'iniziativa all'estero". Vent'anni dopo, spronato in parte dalla volontà di mantenere in vita l'opera di Robert Capa e di altri fotogiornalisti, Cornell Capa, fratello e collega di Robert, fonda l'International Center for Photography a New York.

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