giovedì 27 settembre 2012

STYLE_Sergei Grinko e le donne Solaris























Inutile negare i legami esistenti tra cinema e moda. Indubbiamente, infatti, rappresentano una delle liaisons artistiche più affascinanti degli ultimi tempi, che ha dato vita a veri e propri fenomeni di stile, mettendo ben in evidenza quanto sia importante la commistione tra forme espressive che, seppur diversamente, parlano il medesimo linguaggio. Tuttavia non è questa la sede per indagare e spiegare, nei limiti del possibile, le loro rispettive reciprocità e influenze, bensì per soffermarsi con piacevole incanto a una nuova contaminazione di queste due entità, fil rouge di una delle più eleganti e sofisticate collezioni per la prossima primavera/estate.
Stiamo parlando di Sergei Grinko e della sua linea donna denominata “Solaris”. Una definizione che già a pronunciarla dischiude un mondo fatto di visioni, rimandi ed emozioni, aprendo le porte a un universo magico e al tempo stesso glamour, dominato da note di raffinata eleganza e devoto senso del bello.
Andando più a fondo, senza troppi giochi di formalismi o similitudini, si scopre che “Solaris” è un chiaro tributo al celebre romanzo di S. Lem (1961), adattato per il grande schermo in ben due occasioni, a distanza di trent’anni l’una dall’altra, interpretate da due tra i più pregnanti e innovativi registi cinematografici della seconda metà del ‘900: il russo Andrej Tarkvskij (1972) da un lato e lo statunitense Steven Soderbergh (2002) dall’altro. Due rappresentazioni diverse per epoca, firma, impostazione scenica, contestualizzazione sociale e culturale, ma volte alla resa cinematografica di un romanzo che pone al centro dell’attenzione l’intrinseca consonanza tra l’essere umano e il suo luogo d’origine: la natura. Quella stessa natura tanto cara a Sergei Grinko, che ritorna con ardore in ogni sua collezione - vuoi sotto forma degli elementi che la compongono, vuoi come semplici rimandi o visioni - portando con sé la forza che la contraddistingue e, di riflesso, ne caratterizza la cifra stilistica nei volumi così come nei tagli, nei colori e nelle forme. Romanzo-film e collezione corrono paralleli, in una sorta di storia per immagini che corre veloce davanti agli occhi del pubblico. Tutto comincia da un’attenta e accurata osservazione di una piccola zona verde di campagna: qui il protagonista pare perdersi nei propri pensieri durante la contemplazione di uno stagno carico di mistero. Ecco la prima parte della collezione, realizzata in tessuti impalpabili color acquamarina: outfit preziosi che sembrano ridare vita a mitologiche creature marine, avvolte da meravigliose creazioni che sottolineano la sinuosità della silhouette, accompagnandola in ogni suo movimento e carezzandone leggiadramente ogni piccolo passo. Creature sospese a mezz’aria, in attesa di raggiungere la stazione orbitante attorno al pianeta Solaris e incontrare gli strani fenomeni provocati dall’oceano pensante, sostanza in grado di materializzare persone presenti soltanto nella mente dei tre scienziati rimasti sul luogo: una tappa obbligata per risolvere il grande mistero interiore generato dalla precedente visione. La trama prosegue con lo scorrere della collezione, i colori si fanno caldi, alternando a combinazioni visuali il bianco e il nero, vivificati nella loro essenza formale e semantica, nel rispetto di una corrispondenza biunivoca tra aspetto e contenuto, apparenza e concetto. Gli outfit si caricano di forza emotiva, accompagnano in modo scivolato il corpo, ma questa volta con forza e intrigo. Evocano in modo chiaro e definito, senza possibilità di doppie interpretazioni, ma con la sola energia dirompente tipica della natura. Filosofia, cinema e stile cantano all’unisono in una resa formale che rispecchia fedelmente il copione romanzato di un mondo artistico in cui tutto accade lentamente, proprio come in natura.
Un elemento, quest’ultimo, che ritorna nella poesia stilosa di Sergei Grinko, fiera di portare con sé i suoi elementi più affascinanti – la flora e la fauna – estetizzati nelle stampe esclusive su seta, tripudio di un’accurata enfatizzazione tridimensionale. La delicatezza è resa da un attento utilizzo delle nuances, che, in modo tenue ma caldo, spaziano dalla lavanda al pesco, al verde chiarissimo, fino all’indaco, intervallandosi per lasciare spazio a due grandi classi della tavolozza cromatica: il bianco e il nero.
La donna Sergei Grinko della primavera/estate 2013, quindi, ama vivere e muoversi in una dimensione elegante e raffinata, con capi dai tagli precisi e dalla silhouette definita, sulle note di uno stile bon ton ma al tempo stesso femminile. Una sofisticata sensualità la accompagna nel suo incedere quotidiano, complice un’orgogliosa consapevolezza della sua personalità. In una commistione di tempi e luoghi, un’allure da Belle Epoque sembra fondersi con tagli volumi futuristici e spaziali, che, insieme alle alte cinture e alle chiusure gioiello, configurano una vestibilità precisa ed elegante, prendendo ampi spunti da un grande classico del guardaroba femminile, il pigiama palazzo. 
A corollario, pregiati accessori completano gli outfit, nel rispetto di una resa evocata sempre in bilico tra forma e contenuto, a spasso nel tempo: spille e collane rivisitano in chiave futuristica il gioiello decò e ornano non solo gli stessi abiti ma anche le incantevoli borse e pochette. Grandi bijoux ed elementi applicati in polipropilene o metacrilato, inoltre, impreziosiscono le creazioni così come i 15 modelli di calzature, realizzati per l’esclusiva capsule collection Sergei Grinko for Pakerson e prodotti in Toscana dal notissimo marchio Pakerson®, sulla scia di quella tradizione squisitamente artigianale e dall’autentico retrogusto made in Italy.
Una collezione preziosa nei suoi significati così come nei suoi modelli, resi tali dall’eccellenza dei tessuti e dei materiali utilizzati: a farla da padrone, le sete con stampe esclusive, il tulle, l’organza, i cotoni doppiati e ammorbiditi dalla fibra di seta, ma anche la pelle sotto forma di impalpabile e leggerissima nappa.
Un tripudio di preziosità e artigianalità, di senso del bello e autentica devozione all’eleganza per Sergei Grinko, lo stlista russo dal cuore italiano, quintessenza di creatività, gusto estetico e trascendenza culturale

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