lunedì 11 giugno 2012

ABOUT_La Rinascente: tra shopping, storia e innovazione













Mecca dello shopping made in Milano e di desiderata lussuosi o comunque denotanti il gusto e lo stile italiani, la Rinascente vanta una storia di tutto rispetto che affonda le radici nel lontano 7 dicembre 1918, quando all’ombra del Duomo, grazie all’intraprendenza del senatore Borletti, apre i battenti, in segno – tra le altre cose – di fiducia verso nel sorti di un Paese appena uscito dalla grande guerra, vittorioso nella morale ma economicamente a pezzi. Recuperando gli spazi dei locali ormai decadenti dell’emporio Aux Villes d’Italie, voluto da Ferdinando Bocconi nel 1865, deve il suo nome, subliminale invito a una “rinascita” della vitalità economica italiana, a Gabriele d’Annunzio di cui Borletti è mecenate. Una rinascita che però pare essere stoppata da una malasorte fatale: diciotto giorni dopo l’inaugurazione, infatti, il magazzino va a fuoco. Un incidente che non ferma in alcun modo la frenesia e il desiderio di rimettere in piedi i fasti del Belpaese, tanto che in pochissimo tempo riprende la sua piena attività, all’insegna dello slogan “portare la moda a tutti”, complice l’innovativa realizzazione di un catalogo mensile da inviare per posta e in cui rappresentare le tendenze di stile dettate dal momento. Proprio così, in quegli anni La Rinascente forse più di ogni altro attore rappresenta un fattore di modernità e democratizzazione, volto a rendere fruibili a chiunque aspetti fino ad allora appannaggio delle classi più abbienti. Un approccio rivoluzionario per l’epoca che pone a mettere sullo stesso piano i diversi ceti sociali, nel rispetto di un principio di uguaglianza che mina la ferree discriminazioni, eredità di una società fortemente ancorata a una clusterizzazione praticata sulla base di criteri d’appartenenza. In un documentario realizzato dalla Rai Tv sugli anni ’30, nel quale La Rinascente viene presa come azienda simbolo, Gaetano Afeltra – grande firma del Corriere della Sera – racconta che ad Amalfi, il suo paese natale, la gente aspetta con ansia il catalogo mensile del magazzino milanese e lo sfoglia come se svelasse il favoloso mondo della moda. Anche nel Nord, fino agli anni ’50-’60, quando le boutique sono ancora rare e troppo esclusive e le catene dei grandi magazzini d’abbigliamento presentano prodotti medio-bassi, è numeroso il pubblico femminile che stagionalmente e nel periodo natalizio approda a Milano per recarsi alla Rinascente a vedere la moda: gli abiti e gli accessori esposti già da allora possiedono quel tocco in più che fa la differenza. Ricostruita dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, continua nel ‘900 a fare la moda, divulgandone stili e tendenze, nell’ottica di una democratizzazione sempre più sensibile, che mira a coinvolgere con gusto e glamour tutti i ceti sociali.  Antesignana tra i punti vendita d’abbigliamento nel presentare il cosiddetto pronto moda, nel 1963 suscita scalpore con la realizzazione di un elegante corner dedicato alle creazioni di Pierre Cardin: per la prima volta nella storia, la moda firmata da un grande couturier viene presentata dalla grande distribuzione e a prezzi accessibili. Altro che le ben più recenti capsule collection firmate da celebri stilisti e vendute da catene low cost! Sulla scia di Cardin seguono altri prestigiosi nomi – tra i quali svetta Lanvin -  con collezioni dedicate però all’uomo. In virtù del coordinamento e dell’omogeneità dell’offerta, in modo da poter incontrare esigenze diverse e vestire completamente i propri clienti, avvalendosi di un’equipe stilistica strutturata e di designer qualificati (tra cui Biki Louis de Hidalgo, Alma Filippini, proprietaria dell’omonima griffe, Adriana Botti e un giovanissimo Giorgio Armani), la Rinascente ha sempre svolto un ruolo determinante per la moda, presente e puntuale nel momento preciso in cui evolvono e prendono forma le tendenze, assurgendo all’autenticazione di vero e proprio canone estetico.
Nel tempo ha realizzato grandi manifestazioni monotematiche, come la mostra mercato sul Messico e Seta + Seta (invero 1985/1986), riuscitissimo connubio tra moda, cultura, tradizione e etnie. Ha collaborato inoltre con la Triennale, sperimentando soluzioni innovative nell’ambito della grafica, dell’arredamento, dell’oggettistica con il supporto di nomi eccellenti quali Giò Ponti, Bruno Munari, Max Huber, Tomàs Maldonado, Robert Sambonet e Albe Stenier.
In perfetta simbiosi con i mutamenti storico-sociali, la Rinascente ha sempre mantenuto intatto il suo ruolo di ribalta per grandi firme della moda pronta, ospitando nei suoi spazi i più emblematici nomi dello stile italiano e del lusso internazionale, da Valentino a Zegna, da Dolce & Gabbana a Versace a Ralph Lauren. Nel 2007 è periodo di restyling e dopo mesi di lavoro riapre al pubblico on un’immagine tutta nuova: un progetto che la porta ad avere una splendida terazza all’ultimp piano che si affaccia sulle guglie del Duomo. L’architetto – Lifschutz Davidson Sandilands si è ispirato ai grandi shopping mall d’Europa, da Harrods a Galeries Lafayette. La Rinascente è nuova, è “rinata”: è sempre più luogo di culto in cui poter dilettarsi in uno shopping dedicato che ora contempla anche le eccellenze food made in Italy. Per un’esperienza d’acquisto emozionale e a tuttotondo, che mira a coinvolgere ogni aspetto della quotidianità, ponendo – come sempre – al centro di tutto il cliente. 

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