mercoledì 2 maggio 2012

Leisure_A Parigi una retrospettiva su Helmut Newton




"Se le mie foto sono esposte nelle gallerie o nei musei tanto meglio. Ma non è per questo che le ho realizzate". Così affermava senza mezze misure Helmut Newton, il cui lavoro si svolgeva solo su commissione, per riviste come "Elle", "Vogue", "Harper's Bazaar" e "Vanity Fair", o per grandi case di moda. A otto anni dalla sua morte, Parigi, nelle prestigiose sale del Grand Palais, rende omaggio al poliedrico fotografo – tedesco di nascita, con cittadinanza australiana e dalla lunga permanenza nella Ville Lumière - con la prima grande retrospettiva al mondo della sua opera: 250 scatti scelti dalla moglie e musa ispiratrice June Browne – alias Alice Springs - sui temi newtoniani, come i nudi, i ritratti, l'erotismo, l'humour. Immagini in bianco e nero o a colori, tra cui Polaroid, provini e opere editoriali, che raccontano di donne forti e sensuali, in bilico tra libertà, ricchezza, lusso e moda. Una visione realistica e a volte cruda, la sua, che ha cambiato il modo di vedere le cose, illustrando con un tocco d’ironia i giochi di soldi e di potere in una società decadente dove donne affascinanti e seduttrici sembrano dominare gli uomini, facendoli apparire quasi superflui. Una fotografia a tuttotondo che si colora di note fashion e glamour. Dalle pagine di Vogue, Harper’s Bazaar, Elle, Vanity Fair e Marie Claire, ecco uscire le immagini legate alle griffe internazionali più famose, Chanel e Yves Saint Laurent in testa. “Una buona fotografia di moda deve assomigliare a tutto tranne che a una fotografia di moda. A un ritratto, a una foto-ricordo, a uno scatto di paparazzi...”, sottolineava Newton: e quindi, foto espressive, alle volte provocatorie, spesso scandalose, ma che in ogni modo non sono mai passate inosservate né hanno lasciato indifferenti chi le ha guardate.
Anche i ritratti realizzati alle star e ai potenti del mondo – da Liz Taylor a Andy Warhol, da Paloma Picasso a Mick Jagger, da Margareth Thatcher all’Aga Khan, da Salvador Dalì a Catherine Deneuve – ne rivelano lo spirito dissacrante, sempre attento a immortalare divertito la forza e il significato evocativo, spingendosi oltre la notorietà e ogni qualsivoglia fraintendimento. “Mi piace fotografare le persone che amo, quelle che ammiro e quelle che sono celebri, soprattutto quando lo sono per delle cattive ragioni”, precisava Newton.
Che si trattasse d’immagini di moda piuttosto che di nudi o ritrattistica, per lui l’arte della fotografia voleva dire desiderio di scoprire, voglia di emozionare, gusto di catturare. Un intento perseguito e rispettato con successo grazie a scatti dalla sintesi sublime di maestria concettuale e spregiudicatezza estetica, rappresentativi di messaggi inequivocabili, diretti ed essenziali.
Il percorso della mostra è strutturato per aree tematiche - moda, nudi, campagne pubblicitarie, ritratti – che indagano e svelano i molteplici aspetti della carriera del fotografo. I visitatori hanno inoltre l’opportunità di conoscerne meglio la figura per mezzo di interviste e video che mettono in luce gli aspetti più intimi e meno noti al grande pubblico e di ripercorrere la storia del rapporto con la moglie grazie al film Helmut by June, prodotto dalla stessa June Brown. Un’unione nata da un matrimonio e proseguita con un sodalizio professionale che ha visto trasmigrare la compagna al mondo della fotografia (con lo pseudonimo Alice Springs), per diventarne il braccio destro - complice e onnipresente – nonché l’organizzatrice dei set dei suoi scatti, oltre che l’editrice dei suoi libri.
Helmut Newton
Fino al 17 giugno 2012
Grand Palais – Galerie Sud-Est

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