lunedì 9 gennaio 2012

LEISURE_Il mio "incontro" con Madeleine Vionnet



È bastato un semplice sguardo, in una calda giornata milanese come tante, perché mi innamorassi a prima vista di loro. Di quel paio di scarpe che era in vetrina in tutta la sua incantevole meraviglia: ho capito che si trattava della classica folgorazione che raramente mi capita, ma che una volta avvenuta porta sempre a lieti e duraturi sodalizi. Nello stesso istante che le ho viste ho compreso che sarebbero state mie: l’innamoramento non sarebbe stato passeggero e avrebbe portato a un corteggiamento serrato alla fine del quale le avrei avute nella mia scarpiera. E così è stato! Con tanto di approvazione anche da parte dello staff del negozio, di una cordialità e disponibilità semplicemente adorabili.
Così è avvenuto il mio incontro con lei – Madeleine Vionnetmadame dallo stile sofisticato e dalla classe innata, quintessenza dell’eleganza più autentica e della femminilità sensuale ma discreta. Caratteristiche dall’allure très française che, oggi come allora, mantengono intatti l’esclusività e il prestigio del marchio, strizzando l’occhio con fedeltà devota a un passato di gloria e successi. Un’avventura dal retrogusto di leggenda, iniziata nella Francia di cento anni fa (nel 2012 ricorre infatti questo importante anniversario) e, dopo un periodo di relativo silenzio, riportata agli antichi splendori nell’Italia di oggi per mano ed opera nientepopodimeno che di Matteo Marzotto. A lui il plauso di aver compreso a fondo – valorizzandolo - il prestigio associato al marchio e averlo quindi mantenuto inalterato se non per reinterpretarlo in base ai gusti e alle esigenze contemporanei. Quasi a dare nuova linfa a un’heritage che vi è stata e che vi è tuttora, forse più radicata di prima. Un idillio quello della maison francese con l’anima italiana iniziato nel 2009, rivelandosi un successo annunciato, confermato dall’apertura lo scorso dicembre del primo store milanese in Corso Monforte, al piano terra di Palazzo Premoli dove risiedono anche l’headquarter, lo showroom e l’atelier.
Ma torniamo all’oggetto del desiderio...l’opera calzaturiera di Madeleine Vionnet – e qui viene il bello – a firma del celeberrimo shoes designer delle star Giuseppe Zanotti. Per una partita ad armi pari, anzi, giocata dalla stessa parte, tra Francia e Italia, cugine nello spirito, alle volte “avversarie” di sane competizioni in tutti quei settori del bien vivre (nemmeno a farlo apposta) e ora invece arruolate ufficialmente nella medesima impresa. Fine ultimo: rendere il bello in tutte le sue forme possibili. Dove per bello s’intende l’estro più creativo unito all’eleganza più raffinata. Un’alchimia dai poteri magici: ecco cosa è nato dalla combinazione armonica tra la creatività italiana e il gusto francese. Un paio di calzature parafrasabile come un capolavoro del pensiero, in un convergere di fantasia e tradizione, immaginazione e memoria, genialità e cultura. Tutto quanto insieme in una resa equilibrata e armoniosa, per un presente coniugabile tanto al passato – complici le forme e le linee dal gusto tipicamente d’antan – quanto al futuro – opera di una combinazione fantasiosa di questi stessi elementi. Non è quindi difficile immaginare queste stesse calzature pensate e realizzate da Madame Vionnet in persona nel suo atelier parigino di Avenue Montaigne. Ed ecco svelato il segreto: aver mantenuto il più fedelmente possibile i tratti che evocano il tempo passato, trasportandoli ai giorni nostri. Per moderne mesdemoiselles e mesdames glamour e chic, ma ancor più per calzature che alla vista sanno di Vionnet e calzate di Zanotti. Il tutto nell’incontro mesmerico di classicità e trasgressione. Una classicità data dalla forma e dai materiali e una trasgressione conferita dall’abbinamento anche forte di questi ultimi - suède, nappa e pitone - e dalla presenza massiccia del color oro, che va a sottolineare dettagli importanti come il tacco e il tallone - tra loro uniti, il cinturino alla caviglia e i lacci sul collo del piede. Fatto sta che una volta infilate respiri la magia alternata di questi due universi. In un attimo un viaggio nel tempo all’epoca di Madeleine Vionnet, contemporanea di Coco Chanel ma dall’immagine molto meno gridata per sua stessa volontà: lei che ha sempre preferito starsene ritirata nel suo privato nella ricerca meticolosa di un’eleganza perfetta da ogni punto di vista. Assapori con calma tutta l’esclusività di quella Parigi lontana dall’attuale modernità urbana ma già caratterizzata dai fasti grandiosi, della haute couture e della raffinatezza originale. Cammini indisturbata per la Ville Lumière d’allora, lungo la Rive Gauche, per le vie delle boutique quali rue du Faubourg Saint-Honoré e Avenue Montagne, facendo tappa nei circoli in e all’Hotel Ritz per l’immancabile tè pomeridiano, dirigendoti poi verso Saint-Germain-des-Prés. A descriverlo ora pare un altro mondo: anni in cui le donne erano eleganti nel vero senso della parola, sapevano come vestire e amavano il bello nella sua accezione più veritiera, non contaminato da ostentazioni di impronta meramente commerciale. Anni in cui sembrava esistere un “protocollo dell’eleganza e del vivere sociale”, aspetti questi ultimi che risultavano proporzionalmente legati tra loro. Calzature alla mano (sarebbe forse meglio dire ai piedi) e immediatamente respiri quest’aria parigina. Di contro, senti la seconda anima (seconda solo per ordine cronologico, s’intende), quella a firma Zanotti. E d’un tratto ti trovi catapultata ai giorni nostri, in uno slancio futuristico nell’ambito di un contesto moderno e metropolitano. Lui, il designer delle star. Ed ecco che vagamente senti quel sapore da red carpet, fatto di flash e mondanità.
Quale delle due anime sia prevalente o se esse trovino un segreto punto d’intesa è arduo a dirsi. A ciascuna di noi l’ardua sentenza! Sicuramente, la nostra sensibilità più o meno incline a vivere e concepire il tempo associato allo stile ha una buona dose di complicità.
Personalmente, mi piace sentire lo spirito Vionnet, per ripercorrere idealmente quegli anni di meraviglioso incanto, dove l’eleganza era vera eleganza. Senza però tralasciare l’adorabile calzata seduttiva offerta dal maestro Zanotti. Mi piace pensare a un’amabile intesa tra queste due anime che si avvicendano in un moto perpetuo di sensazioni e suggestioni, accompagnandoci passo dopo passo nella nostra vita quotidiana, con quella nobile eleganza al gusto di trasgressione.

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