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mercoledì 4 dicembre 2013

LEISURE_Premio Inno alla Vita: l'evento
















Si è svolta lunedì 2 dicembre, presso la Sala delle Colonne del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, la prima edizione del Premio Internazionale Madre Teresa di Calcutta “Inno alla Vita” promosso e organizzato dall’Associazione scientifico umanitaria “Ali Spahia”, nella persona di Nausika Spahia, Presidente dell’Associazione e già Console Generale della Repubblica d’Albania a Milano.
Il Premio “Inno alla Vita” - disegnato e realizzato dal famoso artista contemporaneo di origini albanesi, Helidon Xhixha - nasce dall'idea di premiare donne, uomini e associazioni che si impegnano con risultati eccellenti nella ricerca scientifica o che tramite  il loro contributo migliorano sensibilmente la vita di categorie sociali disagiate. Un premio rivolto, quindi, all’impegno sociale di importanti Fondazioni e Personalità nel campo della scienza, della cultura e dell’imprenditoria. Un riconoscimento di elevato rilievo e prestigio internazionale, che ha registrato il Patrocinio di Consiglio dei Ministri, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Camera Nazionale della Moda Italiana.
Come si evince dal nome, la manifestazione è stata istituita in onore di Madre Teresa di Calcutta, la piccola suora di origini albanesi che con il suo impegno sociale, la sua infinita carità e lo spiccato altruismo, si è distinta come una delle più grandi figure del ventesimo secolo. La finalità primaria è quella di lanciare un forte messaggio di sensibilizzazione e di sicuro risvolto sociale.
Nel corso dell’evento si è creata un’atmosfera densa di emozioni. Emozioni vive e concrete, trasmesse attraverso i racconti delle personalità premiate e i video a testimonianza delle loro realtà.
Il Premio Speciale, che ha aperto la serata, è stato conferito ai cittadini di Lampedusa, una comunità costantemente impegnata in una gara di solidarietà e umanità. A ritirarlo un testimone di eccezione, uno tra i volontari più significativi dell’ultima tragedia del 3 Ottobre u.s.: Simone D’Ippolito, che ha ricevuto il Premio dal Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà. A seguire Adriano Teso ha consegnato il Premio a Giuliana Bossi Rocca, Presidente della Fondazione Humanitas, per l’impegno nel promuovere da oltre 15 anni la qualità di vita del malato e della sua famiglia durante e dopo l’esperienza nell’ospedale; Sergio Dompè alla Fondazione Luciano Pavarotti, nella persona della sua Presidente Nicoletta Mantovani, per l’aiuto ai giovani che si affacciano al canto lirico, nel trovare opportunità per farsi ascoltare e conoscere; Gianni Bona alla Fondazione Francesca Rava, nella persona della sua Presidente Mariavittoria Rava, che da oltre 55 anni accoglie nelle sue case ed ospedali i bambini più poveri dell’America Latina; Daria Pesce all’Istituto Giannina Gaslini, nella persona del suo Direttore Generale Paolo Petralia, che da 75 anni si spende con grande dedizione, passione, ingegno per la cura dei bambini; la Presidente del Premio “Inno alla Vita”, Nausika Spahia, a Matteo Marzotto, cofondatore della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica-Onlus; Silvio Garattini a Mario Melazzini, Oncologo e Presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica; il Presidente Onorario del Premio “Inno alla Vita” Renato Ugo a Francesco Montorsi, Direttore dell’Unità Operativa di Urologia e dell’Urological Research Institute dell’Ospedale San Raffaele di Milano; Claudia Buccellati a Silvia Priori, per il lavoro svolto a livello clinico e scientifico di supporto alle famiglie con bambini cardiopatici e in particolare con malattie genetiche del cuore.
A chiudere la serata, condotta da Cristina Parodi, la consegna da parte di Nausika Spahia del Premio Speciale per l’Arte a Riccardo Cocciante, che ha regalato agli ospiti un’emozione ancora più grande con alcuni tra i suoi brani più famosi (Poesia, Se Stiamo Insieme, Margherita). Un Premio per aver cantato, in 40 anni di carriera, la Vita in tutte le sue sfumature, rendendo omaggio alle emozioni più vere e profonde, contribuendo ad avvicinare i popoli e le culture con le sue opere popolari premiate da un successo internazionale senza precedenti.
Una serata da ricordare, validata nello spirito da un coinvolgimento emotivo degli ospiti presenti, tra cui Michele e Buci Norsa, Marta Marzotto, Umberto e Marinella Di Capua, Mauro Del Vecchio ed Anna Repellini, Enrico ed Alessandra De Marco, Piero Addis, Vera Castagna, Barbara Bianchi Bonomi, Cristiana Versace, Ezio e Silvia Simonelli, Patrizia Signorini, Vice Decano del Corpo Consolare di Milano, Tania Missoni, Elisabetta Vallarino Gancia con il marito Paolo Fontana.

lunedì 2 dicembre 2013

LEISURE_Premio "Inno alla Vita"



Questa sera, presso la “Sala delle Colonne” del Museo della Scienza e della Tecnologia, in Via San Vittore 21 a Milano, avrà luogo la prima edizione del Premio Internazionale Madre Teresa di Calcutta “Inno alla Vita” promosso e organizzato dall’Associazione scientifico umanitaria “Ali Spahia”, nella persona di Nausika Spahia, Presidente dell’Associazione e già Console Generale della Repubblica d’Albania a Milano.
L’Associazione con sede presso l’Università degli Studi di Pavia, Facoltà di Scienze Politiche, opera da dieci anni nel campo scientifico umanitario con l’obiettivo di organizzare ed offrire ospitalità e assistenza a persone (prevalentemente minori) gravemente malate provenienti da paesi con basso tasso di sviluppo economico presso strutture ospedaliere italiane; contribuire alla promozione dello sviluppo dei servizi sanitari di questi paesi; promuovere convegni e borse di studio a studenti e giovani laureati in medicina e altri campi scientifici provenienti da questi paesi. La fervente attività svolta in collaborazione con strutture di eccellenza in Italia, ha permesso la cura di decine di persone ogni anno, salvando vite di bambini, giovani e adulti, aiutando la formazione di medici e infermieri, promuovendo gli scambi scientifici e culturali tra i paesi. L’iniziativa dell’Associazione è nata per proseguire idealmente l’attività svolta dal Dott. Ali Spahia, medico chirurgo oltre che statista, una delle figure intellettuali dissidenti più significative e incisive dell’Albania comunista e post comunista. Esempio straordinario di impegno personale continuo nella promozione della vita, della cura, della scienza e della cultura insieme alla carità e l’impegno sociale. Tra i fondatori dell’Associazione “Ali Spahia”: Hans-Peter Furrer, Presidente Onorario, già Direttore Politico Generale del Consiglio d’Europa a Strasburgo ed attualmente Membro del Consiglio Direttivo e Presidente della sezione svizzera di “Quart Monde”, la più importante associazione no profit a favore dei paesi sottosviluppati.
Il Premio “Inno alla Vita” - disegnato e realizzato dal famoso artista contemporaneo di origini albanesi, Helidon Xhixha - nasce dall'idea di premiare donne, uomini e associazioni che si impegnano con risultati eccellenti nella ricerca scientifica o che, tramite il loro contributo, migliorano sensibilmente la vita di categorie sociali disagiate.
La manifestazione è stata istituita in onore ed in nome di Madre Teresa di Calcutta, la piccola suora di origini albanesi che con il suo impegno sociale, la sua infinita carità e lo spiccato altruismo, si è distinta come una delle più grandi figure del ventesimo secolo. La finalità primaria è quella di lanciare un forte messaggio di sensibilizzazione e di sicuro risvolto sociale.
Come detto poc’anzi, “Inno alla Vita” è il Premio all'impegno sociale di importanti Fondazioni e Personalità nel campo della scienza, della cultura e dell’imprenditoria. Un riconoscimento di elevato rilievo e prestigio internazionale, che ha registrato il Patrocinio di importanti Istituzioni tra cui Regione Lombardia, Provincia di Milano, Camera Nazionale della Moda Italiana.
I vincitori sono stati selezionati da una giuria composta da Renato Ugo (Presidente Onorario del Premio “Inno alla Vita”) – L’eccellenza italiana nella chimica industriale, intensa attività scientifica insieme a grandi responsabilità istituzionali e manageriali; Nausika Spahia (Presidente del Premio “Inno alla Vita”) – Presidente dell’Associazione scientifico umanitaria “Ali Spahia” e già Console Generale della Repubblica d’Albania a Milano; Maria Pia Belloni Mignatti - Rappresentante del World Organization for Early Childhood Education, presso Ngo Committee on Migration, organo consultivo dell'UN, già prof.ssa Diritto UE Università di Pavia; Gianni Bona - Direttore della Clinica Pediatrica di Novara e Professore Ordinario di Pediatria all’Università del Piemonte Orientale; Mario Boselli - Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana; Claudia Buccellati - Imprenditrice di fama internazionale e Viceconsole Onorario del Panama; Sergio Dompè - Presidente Dompè Farmaceutici; Hans-Peter Furrer - Direttore degli Affari politici del Consiglio d'Europa e Presidente onorario dell’Associazione scientifico umanitaria “Ali Spahia”; Silvio Garattini - Ricercatore scientifico in farmacologia, medico e docente in chemioterapia e farmacologia, Direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri"; Alberto Meomartini - Presidente Museimpresa e Saipem; Daria Pesce - Avvocato di fama internazionale e Console onorario della Repubblica del Portogallo; Adriano Teso - Presidente Gruppo IWM e politico.
A ricevere il Premio, Giuliana Bossi Rocca, Presidente Fondazione Humanitas, promuove da oltre 15 anni la qualità di vita del malato e della sua famiglia durante e dopo l’esperienza nell’ospedale, offre accoglienza, sostegno psicologico, assistenza sociale e accompagnamento in situazioni di disagio a seguito di una malattia; Fondazione Luciano Pavarotti nasce in memoria del Maestro Pavarotti con l’obiettivo di aiutare i suoi allievi, e più in generale i giovani che si affacciano al canto lirico, a trovare opportunità per farsi ascoltare e conoscere; Fondazione Francesca Rava, rappresenta in Italia N.P.H. organizzazione umanitaria internazionale che da oltre 55 anni accoglie nelle sue case ed ospedali i bambini più poveri dell’America Latina; Istituto Giannina Gaslini, Istituto Pediatrico di Ricovero e Cura a carattere scientifico che da 75 anni si spende con grande dedizione, passione, ingegno per la cura dei bambini, uno dei più grandi centri d’eccellenza in Italia, sede dell’Università di Genova; Matteo Marzotto, Imprenditore e Vice Presidente della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, che sostiene la formazione di giovani ricercatori ed operatori sanitari sui problemi della fibrosi cistica; Mario Melazzini, Oncologo e Presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Direttore Scientifico del Centro Clinico Nemo per la ricerca e la cura delle malattie neuromuscolari e Assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia; Francesco Montorsi, Direttore dell’Unità Operativa di Urologia e dell’Urological Research Institute dell’Ospedale San Raffaele di Milano, inoltre Professore Ordinario di Urologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano; Silvia Priori, Professoressa, ricercatrice di fama internazionale, terza donna italiana nella graduatoria “Top Italian Scientist” per il lavoro svolto a livello clinico e scientifico di supporto alle famiglie con bambini cardiopatici e in particolare con malattie genetiche del cuore, Direttore Scientifico Centrale di Fondazione Maugeri, Direttore della Cardiologia riabilitativa e della Cardiologia molecolare, dal 2008 Professor of Medicine e Director del Cardiovascular genetic program presso la New York University.
Premio Speciale ai cittadini di Lampedusa, alle Istituzioni dell’isola e a tutti gli addetti ai lavori e operatori umanitari che con grande abnegazione, professionalità e generosità stanno affrontando i drammi dell’immigrazione. Un premio speciale per una comunità costantemente impegnata in una gara di solidarietà e umanità. Ritira il Premio il Sindaco Giusi Nicolini.
Premio Speciale per l’Arte: a Riccardo Cocciante - Special Guest della serata con alcuni tra i suoi brani più famosi - per aver cantato, in 40 anni di carriera, la Vita in tutte le sue sfumature, rendendo omaggio alle emozioni più vere e profonde, contribuendo ad avvicinare i popoli e le culture con le sue opere popolari premiate da un successo internazionale senza precedenti. 

lunedì 9 gennaio 2012

LEISURE_Il mio "incontro" con Madeleine Vionnet



È bastato un semplice sguardo, in una calda giornata milanese come tante, perché mi innamorassi a prima vista di loro. Di quel paio di scarpe che era in vetrina in tutta la sua incantevole meraviglia: ho capito che si trattava della classica folgorazione che raramente mi capita, ma che una volta avvenuta porta sempre a lieti e duraturi sodalizi. Nello stesso istante che le ho viste ho compreso che sarebbero state mie: l’innamoramento non sarebbe stato passeggero e avrebbe portato a un corteggiamento serrato alla fine del quale le avrei avute nella mia scarpiera. E così è stato! Con tanto di approvazione anche da parte dello staff del negozio, di una cordialità e disponibilità semplicemente adorabili.
Così è avvenuto il mio incontro con lei – Madeleine Vionnetmadame dallo stile sofisticato e dalla classe innata, quintessenza dell’eleganza più autentica e della femminilità sensuale ma discreta. Caratteristiche dall’allure très française che, oggi come allora, mantengono intatti l’esclusività e il prestigio del marchio, strizzando l’occhio con fedeltà devota a un passato di gloria e successi. Un’avventura dal retrogusto di leggenda, iniziata nella Francia di cento anni fa (nel 2012 ricorre infatti questo importante anniversario) e, dopo un periodo di relativo silenzio, riportata agli antichi splendori nell’Italia di oggi per mano ed opera nientepopodimeno che di Matteo Marzotto. A lui il plauso di aver compreso a fondo – valorizzandolo - il prestigio associato al marchio e averlo quindi mantenuto inalterato se non per reinterpretarlo in base ai gusti e alle esigenze contemporanei. Quasi a dare nuova linfa a un’heritage che vi è stata e che vi è tuttora, forse più radicata di prima. Un idillio quello della maison francese con l’anima italiana iniziato nel 2009, rivelandosi un successo annunciato, confermato dall’apertura lo scorso dicembre del primo store milanese in Corso Monforte, al piano terra di Palazzo Premoli dove risiedono anche l’headquarter, lo showroom e l’atelier.
Ma torniamo all’oggetto del desiderio...l’opera calzaturiera di Madeleine Vionnet – e qui viene il bello – a firma del celeberrimo shoes designer delle star Giuseppe Zanotti. Per una partita ad armi pari, anzi, giocata dalla stessa parte, tra Francia e Italia, cugine nello spirito, alle volte “avversarie” di sane competizioni in tutti quei settori del bien vivre (nemmeno a farlo apposta) e ora invece arruolate ufficialmente nella medesima impresa. Fine ultimo: rendere il bello in tutte le sue forme possibili. Dove per bello s’intende l’estro più creativo unito all’eleganza più raffinata. Un’alchimia dai poteri magici: ecco cosa è nato dalla combinazione armonica tra la creatività italiana e il gusto francese. Un paio di calzature parafrasabile come un capolavoro del pensiero, in un convergere di fantasia e tradizione, immaginazione e memoria, genialità e cultura. Tutto quanto insieme in una resa equilibrata e armoniosa, per un presente coniugabile tanto al passato – complici le forme e le linee dal gusto tipicamente d’antan – quanto al futuro – opera di una combinazione fantasiosa di questi stessi elementi. Non è quindi difficile immaginare queste stesse calzature pensate e realizzate da Madame Vionnet in persona nel suo atelier parigino di Avenue Montaigne. Ed ecco svelato il segreto: aver mantenuto il più fedelmente possibile i tratti che evocano il tempo passato, trasportandoli ai giorni nostri. Per moderne mesdemoiselles e mesdames glamour e chic, ma ancor più per calzature che alla vista sanno di Vionnet e calzate di Zanotti. Il tutto nell’incontro mesmerico di classicità e trasgressione. Una classicità data dalla forma e dai materiali e una trasgressione conferita dall’abbinamento anche forte di questi ultimi - suède, nappa e pitone - e dalla presenza massiccia del color oro, che va a sottolineare dettagli importanti come il tacco e il tallone - tra loro uniti, il cinturino alla caviglia e i lacci sul collo del piede. Fatto sta che una volta infilate respiri la magia alternata di questi due universi. In un attimo un viaggio nel tempo all’epoca di Madeleine Vionnet, contemporanea di Coco Chanel ma dall’immagine molto meno gridata per sua stessa volontà: lei che ha sempre preferito starsene ritirata nel suo privato nella ricerca meticolosa di un’eleganza perfetta da ogni punto di vista. Assapori con calma tutta l’esclusività di quella Parigi lontana dall’attuale modernità urbana ma già caratterizzata dai fasti grandiosi, della haute couture e della raffinatezza originale. Cammini indisturbata per la Ville Lumière d’allora, lungo la Rive Gauche, per le vie delle boutique quali rue du Faubourg Saint-Honoré e Avenue Montagne, facendo tappa nei circoli in e all’Hotel Ritz per l’immancabile tè pomeridiano, dirigendoti poi verso Saint-Germain-des-Prés. A descriverlo ora pare un altro mondo: anni in cui le donne erano eleganti nel vero senso della parola, sapevano come vestire e amavano il bello nella sua accezione più veritiera, non contaminato da ostentazioni di impronta meramente commerciale. Anni in cui sembrava esistere un “protocollo dell’eleganza e del vivere sociale”, aspetti questi ultimi che risultavano proporzionalmente legati tra loro. Calzature alla mano (sarebbe forse meglio dire ai piedi) e immediatamente respiri quest’aria parigina. Di contro, senti la seconda anima (seconda solo per ordine cronologico, s’intende), quella a firma Zanotti. E d’un tratto ti trovi catapultata ai giorni nostri, in uno slancio futuristico nell’ambito di un contesto moderno e metropolitano. Lui, il designer delle star. Ed ecco che vagamente senti quel sapore da red carpet, fatto di flash e mondanità.
Quale delle due anime sia prevalente o se esse trovino un segreto punto d’intesa è arduo a dirsi. A ciascuna di noi l’ardua sentenza! Sicuramente, la nostra sensibilità più o meno incline a vivere e concepire il tempo associato allo stile ha una buona dose di complicità.
Personalmente, mi piace sentire lo spirito Vionnet, per ripercorrere idealmente quegli anni di meraviglioso incanto, dove l’eleganza era vera eleganza. Senza però tralasciare l’adorabile calzata seduttiva offerta dal maestro Zanotti. Mi piace pensare a un’amabile intesa tra queste due anime che si avvicendano in un moto perpetuo di sensazioni e suggestioni, accompagnandoci passo dopo passo nella nostra vita quotidiana, con quella nobile eleganza al gusto di trasgressione.