martedì 3 gennaio 2012

PEOPLE_Antonio Marras: il più francese degli stilisti italiani












Affermatosi nell’universo della moda internazionale per le sue creazioni originali, dallo stile personale, legate alla cultura sarda – sua terra d’origine, Antonio Marras ha avuto la capacità di unire la semplicità delle tradizioni ai virtuosismi elaborati del fashion system. Il tutto nel culto della realizzazione di capi sartoriali, curati nei dettagli e tripudio dei volumi. Volumi che insieme alle forme e ai tessuti divengono i veri protagonisti di ogni collezione, senza perdere mai di vista l’amore per la tradizione locale, in tutta la sua integrità: ogni passerella propone sempre un calibrato mix&match di matrone sarde e allure très française dal gusto provençal. In un gioco di asimmetrie e sovrapposizioni, per abiti che vanno toccati con mano per capirne la struttura che vi è alla base, compromesso ben riuscito di uno studio di costume e di uno slancio futuristico. Meraviglie scultoree fatte di tessuti sapientemente torti e rappresi, cuciti e drappeggiati, ricchi nella consistenza così come nelle fantasie. Un culto il suo per i tessuti sviluppato in tenera età, quando – immaginiamocelo bambino – toccava con mano gli scampoli nel negozio del padre. E da lì portato sempre con sé, affinandolo sempre di più fino a celebrarlo nell’estetica propriamente sua del “taglia e incolla”. Una tecnica caratterizzata dall’elevata artigianalità (tradotta nella ricchezza e nella complessità decorativa), da un senso di rovina casuale (vedi le bruciature su tessuti pregiati), dall’immancabile utilizzo di broccati ricchi e stravangati accanto a orli al vivo, dal trionfo delle forme minimaliste e tessuti vintage nonché da un ampio repertorio di metodi di lavorazione che Marras stesso ama definire “maltrattamenti”: via libera quindi a strappi, opacizzazioni, macchiature, incrostazioni di sale e così via.
Se poi parliamo delle fantasie più amate dallo stilista, non possiamo non fare cenno ai fiori, che trovano celebrazione nelle stampe degli ampi abiti e divengono inseparabili compagni di viaggio nello stile metropolitano. Dai colori forti e decisi ma anche tenui e acquerellati.
Vuoi forse la sua attenzione puntuale per il dettaglio, inteso come punto di partenza imprescindibile per concepire l’insieme in sé, combinato al culto dei volumi e Marras, a ragione avveduta, è stato battezzato “il più francese degli stilisti italiani”. Appellativo che l’ha innalzato nel gotha della moda d’Oltralpe tanto da avergli valso l’incarico come direttore artistico chez Kenzo fino al 2011. Una collaborazione iniziata con il prêt-à-porter femminile nel 2003, rafforzata nel 2008 con la linea uomo e completata nel 2006 dalla creazione del nuovo concept delle boutique Kenzo e sempre nel 2008 dalla linea casa. Un incarico a tutto tondo con cui ha mantenuto sempre fede al senso della tradizione infuso dal creatore del marchio Kenzo Takada: le collezioni dei due stilisti sono sempre state un continuum, senza mai mostrare intervalli o segnali di esitazione o incomprensione stilistica.
A latere e corollario dell’avventura francese, il marchio Antonio Marras, lanciato nel 1999 e integrato nel 2002 con il prêt-à-porter maschile, a cui nel 2007 si aggiunge la seconda linea – I’M – che sta per Io sono, ma anche e soprattutto per Isola Marras. Ecco quindi che l’isola – la Sardegna – torna per Marras e questa volta addirittura annunciata. Con tutto il suo carico di cultura e tradizioni, valide oggi come allora, magari nuove nelle forme ma inalterate nello spirito. I’M Isola Marras pur ispirandosi molto alla prima linea, presenta uno stile quotidiano e street: dal capospalla al denim, fino a un’ampia scelta di accessori tra cui svettano scarpe, borse, cinture, calze.
Controcorrente e originale nelle sue collezioni così come nel suo percorso formativo e stilistico, che molto si differenzia da quello di altri creatori di moda: non segue infatti un excursus di studi canonici, bensì viene notato da un imprenditore romano che ne riconosce il talento, rendendo possibile l’inizio della sua attività nel 1988. Quello stesso anno al Contemporary di Milano vince il premio Contemporary Linen con un abito da sposa e comincia così a lavorare come free-lance per numerose griffes. Già dai suoi primi passi è facilmente riconoscibile la sua cifra stilistica, caratterizzata da un profondo amore per gli abiti mediterranei. La passione per la lavorazione manuale e lo spirito autarchico quale segno distintivo fanno il resto, proiettando Marras a un posto d’onore nell’Olimpo dei creativi.
In una delle interviste rilasciate, lo stilista identifica nell’unicità, nel carattere e nell’anima i tratti del proprio stile. Uno stile in cui regnano sovrani particolari reminescenze vintage e realizzazioni interamente fatte a mano e in cui convergono tutti le sue più grandi passioni, dall’arte alla fotografia, dal cinema alla letteratura. Il suo più grande segreto è forse quello di lavorare per oggi, senza preoccuparsi troppo di pensare a domani, realizzando collezioni che in quel momento corrispondo alla sua effettiva ispirazione. Un’ispirazione che Marras trova in tutto e in nulla: nella parola pronunciata da un amico al telefono, nella fotografia della nonna, in un paio di vecchie scarpe da bambino scovate in un mercatino. E ovviamente nella sua amata Sardegna, luogo da cui tutto è partito e in cui tutto ritorna. Affamato di immagini e suggestioni, egli vive l’arte come una molla potentissima che lo spinge a fare e creare, con tanto di suggerimenti e consigli. Una musa dall’ineguagliabile valore. Una passione che coltiva giorno dopo giorno, a cui dedica tempo ed energie. In una perfetta validazione del rapporto indissolubile tra arte e moda. Ma non è tutto. Per lui privato e lavoro coincidono fino a formare una dimensione unica: l’uno influenza l’altro e viceversa, non vi sono limiti o confini tra i due, sono due facce della stessa medaglia che si compensano e si equilibrano, donando ciascuno a sua volta letture e interpretazioni dell’altro. Quando si pensa a uno stilista viene subito da chiedersi se per lui conti di più il processo o il prodotto. Marras li reputa importanti entrambi, pur trattandosi di aspetti diversi: la fase creativa è sicuramente stimolante, affascinante, piena di difficoltà, dubbi ed esitazioni ma anche pulsioni e passioni che portano a seguire determinate strade piuttosto che altre. Ma per Marras tutto questo è pura energia: una volta terminata la collezione e quindi ottenuto il prodotto, egli è già proiettato oltre, pensando già a qualcos’altro, al tema della stagione successiva, alle possibili tendenze, al gioco incrociato di ispirazioni.
Perché - seguendo la sua filosofia di vita nonché stilistica - quello che deve essere, sia. Senza mezze misure né aspetti appena pronunciati. Si materializzi in tutta la sua magnificenza, con tutto il suo carico di emozioni e realismi e si faccia strada nella contemporaneità. Senza che nulla sia dato per scontato.

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