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martedì 8 luglio 2014

ABOUT_Salvatore Ferragamo Etoile


Salvatore Ferragamo per tutta la sua vita ha cercato di scoprire il segreto della scarpa che calza perfettamente. Ha compiuto da giovanissimo studi di anatomia del piede all’Università della California appena giunto negli Stati Uniti e ha realizzato importanti brevetti di invenzione che riguardano soprattutto la costruzione interna delle calzature, il rinforzo dell’arco del piede, le forme dei tacchi, le suole.
Uno dei più importanti risultati da lui ottenuti è la creazione della suola a conchiglia, una suola in cuoio che sale sulla tomaia e che s’ispira alla costruzione dell’opanke, il mocassino dei Nativi d’America. Bella a vedersi, levigata e lucida, è un’opera di design, tuttora adottata in molte calzature firmate Ferragamo.
Dai primi anni cinquanta il calzolaio dei sogni – come era soprannominato Salvatore Ferragamo - inizia a fare scarpe che utilizzano questa particolare suola. La impiega su ballerine, scarpe con tacco, stivaletti, scarpe da bambino finché arriva nel 1957 al brevetto finale in cui compare anche una scarpetta da ballo, il cui prototipo è conservato nel ricchissimo archivio del Museo Salvatore Ferragamo. Ferragamo era attratto dal mondo della danza: famosissime ballerine erano sue clienti, come Katherine Dunham, Alicia Markova, Anna Pavlova, Colette Marchand, Agnes de Mille. Creando scarpe per la loro vita fuori dal palcoscenico, ha probabilmente desiderato calzarle anche sulla scena.

Nasce così una scarpetta da danza molto raffinata, in raso nero con punta rinforzata e rivestita in vitello. Ha fodera e suole colorate di rosso cardinale. Ma non contento di questo risultato isolato, il grande calzolaio decide di inventare una versione quotidiana del modello, ed ecco che nasce Etoile, una ballerina in capretto finissimo con suola a conchiglia e piccolo fiocco in passamaneria.

giovedì 27 febbraio 2014

STYLE_Filippo Gabriele






Sono immediatamente identificabili per l’assoluta femminilità, essenza primordiale nonché tratto distintivo che le pone in cima alla classifica delle luxury shoes per eccellenza. Si tratta delle creazioni di FG Milano-Filippo Gabriele: non a caso il logo è una corona da regina e ogni modello possiede un nome di donna.
Nato dall’unione tra l’esuberante creatività della stilista Alessandra Tonelli e l’intuito manageriale di Filippo Maria Guidotti, il marchio prodotto da FG Milano punta sull’eccellenza del made in Italy: materiali esclusivi come astrakan e cincillà, velluto di seta e raso di seta, vernice e pitone, macramé e rafia; forme ricercate e originali, come sandali-stivale o sandali con le ali frontali, oltre a décolletée, ballerine e ciabattine; lavorazioni artigianali, come la sottile catena diamantata brevettata, la fodera e la soletta interna in nappa francese cucite a mano, il fondo in tessuto cachemire e la suola in color argento effetto specchio. Piccoli grandi tratti distintivi, che rappresentato le cifre di uno stile improntato al futuro ma fedele alla tradizione manifatturiera del passato.
Le scarpe FG Milano-Filippo Gabriele sono la quintessenza di una geniale creatività: ogni modello racchiude in sé grandi segreti, invitando a un’esperienza unica e magica, in grado di suscitare desideri e dar vita a bellissimi sogni.

venerdì 21 febbraio 2014

ABOUT_Il magico mondo degli stivali










Gli stivali hanno saputo conquistare l’immaginario collettivo, complice il supporto fornito da personaggi di fantasia che in essi hanno trovato il loro segno di riconoscimento: dal Gatto con gli Stivali, protagonista dell’omonima e celebre fiaba popolare, a I Tre Moschettieri di Alexander Dumas. A dar manforte, una miriade di personaggi cinematografici: per citarne qualcuno, John Wayne con i suoi camperos, Robert Redford con gli inseparabili stivaletti da aviatore nel film “La mia Africa”, Catherine Deneuve con fiammanti gambali appuntiti e tagliati a V sotto il ginocchio ne “La ragazza con gli stivali rossi” di Jean Louis Buñuel, Jane Fonda e l’interpretazione di Barbarella divenuta celeberrima anche grazie ai cuissardes quasi inguinali, quintessenza di audacia e sensualità.
Dal grande schermo al guardaroba di noi altri, il passo è stato breve. E così, gli stivali sono divenuti protagonisti indiscussi sia del côté femminile che di quello maschile: utili e indispensabili nella stagione invernale, dimostrano di possedere una versatilità a tutto tondo se visti nel loro approccio con la moda. Un legame che si è consolidato nel tempo, tanto da trasformare gli stivali in un must have perfetto in ogni stagione, complice l’elevata qualità dell’italian style.
Parlando proprio di made in Italy, gli stivali femminili e maschili prodotti nel nostro Paese occupano un posto di rilievo in tutte le vetrine del mondo, evocando i valori classicamente associati alle produzioni italiane. Eccellenza tecnica e ricerca stilistica sono i fattori chiave di successo con i quali vincere le sfide con i competitors. Un giusto mix che ha consentito nel tempo di coniugare la tradizione artigianale con l’innovazione in termini di stile. Un percorso non semplice, reso possibile dalla cura riposta nella scelta dei materiali, spesso ricercati, a volte inusuali, e dall’attenzione per la modellistica, che tende a privilegiare il comfort ad ogni costo. La realizzazione di un paio di stivali parte da una meticolosa valutazione delle forme, della suola e dei tacchi oltre che dei materiali certificati da utilizzare per ottenere una comodità che non sacrifica la bellezza estetica.
Dal canto loro gli stivali vantano una storia di tutto rispetto: molte, infatti, sono le tappe che li hanno portati dagli antichi Greci, quando coprivano solo la caviglia, ai giorni nostri. A metà polpaccio nel 1500 e fino al ginocchio nel 1700, erano prerogativa degli uomini di potere o dei militari; con i lacci e i bottoni nel 1800 conquistano anche le donne. Nel 1900, divenuti oramai una consuetudine, vestono dame eleganti e signore bon ton. Ma è negli anni ’70 che vedono una nuova vita. Correva il tempo di Mary Quant e delle sue gonne ben sopra il ginocchio: gli stivali escono così allo scoperto. Si mettono in mostra e mostrano le gambe, senza pudori né esitazioni, bensì con un pizzico di ironia. Questo è il primo passo della scalata nell’olimpo della moda e della creazione con essa di un legame indissolubile. Un legame consolidato nel tempo, che ha reso gli stivali i protagonisti di un processo creativo e stilistico inarrestabile e li ha introdotti nei guardaroba di dive, celebreties e semplici estimatrici dello stile. Sono così andati ben oltre il concetto di stagionalità, diventando un passe-partout valido tutto l’anno: complici personaggi come Miranda Kerr e Kate Moss che li indossano anche d’estate, gli stivali hanno subito un’ulteriore interpretazione, assumendo i tratti di summer boots, realizzati in pelle sfoderata, camoscio o tela, da indossare con shorts e abiti leggeri.

Materiali: cuoio, suede, vernice, pelle. Quest’ultima anche stampata o invecchiata. E poi, cavas, denim, velluto, rete, tulle, raso, pelliccia, lana tricottata. Con ricami e decorazioni di perline, cristalli, paillettes, borchie, piume, nastri.

Forme: largo, dritto e comodo, fino al ginocchio o a metà polpaccio, nei modelli unisex. Aderente, persino a calza; morbido, quasi afflosciato; con bordo in contrasto di colore o con risvolto; chiuso in alto da un cinturino o stretto da una coulisse; chiuso dietro da lacci o fibbiette.

Suole: di diversi materiali, a seconda del look e dello stile. Il classico e super intramontabile vero cuoio, eccellenza tutta italiana: leggero e flessibile. La gomma carrarmato o la para nei modelli destinati all’inverno. Non  da ultimo, la sperimentazione della corda, della plastica, persino del camoscio e del sughero.

Colori: il marrone e il cuoio, il nero e il grigio, il blu e il bordeaux. Ma anche il rosso rubino e il verde bottiglia o militare; tutta la gamma dei pastello, fino al bianco; i fluorescenti; i metallizzati e i marmorizzati. E perché no, un mix multicolor o grafismi optical.

Tacchi: basso e squadrato, solido e rientrante. A stiletto e a spillo; a rocchetto e da gattina; a cono rovesciato o a parallelepipedo; a banana e a virgola; scultoreo e di design. Sì anche a zeppa e plateaux interni. Dai 2 centimetri si arriva in un battibaleno ai 15 centimetri di altezza.

Modelli: camperos e texani, da cavallo e da biker, Beatles e doposci. Stringati alla russa o alla Belle Epoque; con le frange da squaw; con la fibbia alla Richelieu; cut-off, bondage, a gabbia. La nuova tendenza: open toe e slingback. Classici evergreen: i cuissardes.