lunedì 10 novembre 2014

LEISURE_Bohnchang Koo









Provvisorietà, passaggio del tempo, scomparsa e patrimonio culturale sono i tratti distintivi della cifra stilistica di Bohnchang Koo, fotografo coreano al quale la Galleria Carla Sozzani dedica un’antologica. Un appuntamento unico nel suo genere: per la prima volta in Italia, infatti, il genio dell’artista trova valorizzazione con un’esposizione di immagini selezionate dalle serie: “Vessels”, “White”, “Masks”, “Portraits of Time”, “Ocean” e “Everyday Treasures”.

Per la serie “Vessel” (Veliero) ha fotografato rare porcellane della dinastia Joseon (1392- 1910), visitando musei in varie parti del mondo per riportare alla memoria questo squisito vasellame bianco, ripreso su uno sfondo bianco con luce morbida.
“Ho cercato di catturare il punto di vista in cui il vaso è più di un antico oggetto prezioso, divenendo un veliero che trasporta un’anima con infinite capacità di accogliere il cuore dell’osservatore e del vasaio” afferma l’artista. Tutto ciò si traduce nel recupero dell’eredità culturale coreana e, al contempo, nella possibilità di trascendenza dell’oggetto.
In “White”, invece, il soggetto è la natura, o meglio quei fragili segni che la natura lascia quando oramai lo splendore è scomparso: esili rami di edera ancora abbarbicati sul muro e punteggiate forme di rampicanti, aghi di pino sulla neve, creano una nuova insospettata “calligrafia” che ci obbliga ad osservare la bellezza racchiusa in semplici ed effimeri scenari quotidiani, sui quali non ci soffermiamo per superficialità.
Non dissimile è l’indagine “Portraits of the Time”: protagonista, una parete, rigorosamente bianca, sulla quale si svolge quasi tutto il lavoro di Koo, utilizzando il più elementare dei cromatismi, ossia il bianco e nero. Ed è così che la parete arriva a portare le tracce del tempo trascorso. Rugosità e pieghe, fenditure, autentica “pelle” di un vissuto.

Anche “Ocean” è leggermente increspato o liscio e morbido come il velluto di seta, metafora di un’altra età dell’uomo.
Al contrario, in “Masks” la curiosità di Koo si appunta sul “visto” - “non visto”. Riprendendo la tradizionale rappresentazione coreana, la maschera nasconde le autentiche emozioni, ma, i goffi gesti riflettono la profonda tristezza che simboleggia nel folklore del suo Paese.
Nell’ultimo lavoro (2014), “Everyday Treasures” l’artista ha radicalizzato ancora di più la sua ricerca. “Everyday Treasures” raccoglie immagini di saponette, tesori di ogni giorno che utilizziamo senza la minima consapevolezza: il sapone, infatti, si consuma come le nostre vite, giorno per giorno. Le immagini sono di una semplicità disarmante al punto da poter apparire persino banali. All’artista, però, il plauso d’aver messo in evidenza, ancora una volta, la fragilità e la fugacità del nostro mondo.
Volendo sintetizzare la creatività di Bohnchang Koo, le sue immagini sono la quintessenza di elegante estetica: mai aggressive e dai toni sommessi, ben rappresentano la sensibilità coreana e la capacità di osservare le più sottili espressioni del reale.

Bohnchang Koo
Fino all’11 gennaio 2015
Galleria Carla Sozzani, Corso Como 10, Milano

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